Cala il costo del servizio Rap: 126 milioni Amap in utile ma c’è un debito di 5,4 milioni

Botti di fine anno per la giunta Orlando, che ha approvato una trentina di delibere in due giorni. Su tutte, le nuove opere pubbliche annunciate qualche giorno fa in conferenza stampa e poi budget, piani industriali e contratti di servizio delle partecipate.

RAP. La riduzione della Tari si fa sentire sui conti della partecipata di igiene ambientale. Nel budget 2016 la Rap mette per iscritto i numeri prima e dopo il taglio varato dal Consiglio comunale a luglio 2015: il costo del servizio è stato ridefinito sui 102 milioni di euro più Iva al 10 per cento, per un totale di 126,8 milioni, cinque in meno rispetto al budget originario di 131,9 milioni. L’entrata a regime del contratto di servizio approvato nel 2014 ha portato a un incremento dei ricavi di 6,5 milioni ma il valore della produzione dopo la sforbiciata all’imposta sui rifiuti è sceso da 136,3 a 132,1 milioni: -4,2 di incasso. Comunque un miglioramento rispetto al 2014 quando la Rap incassava 129,8 milioni. Tagliato del 10 per cento anche il corrispettivo per la pulizia delle sedi giudiziarie: ora vale 4,5 milioni. La manutenzione delle strade frutta 14,8 milioni, la raccolta dei rifiuti 106,6, il monitoraggio ambientale 688mila euro, la raccolta differenziata 1,8 milioni, il servizio di disinfestazione e derattizzazione 3,1 milioni. Un milione sarà ricavato da un’ulteriore razionalizzazione dei servizi.

I vertici dell’azienda allora hanno deciso di rimediare tagliando i costi di produzione, passati da 134,6 a 131,2 milioni con un risparmio di 3,4. In particolare, due anni fa il personale costava 95,1 milioni (68,3 di salari e stipendi), prima del taglio alla Tari 89,9, dopo 88,5 milioni mentre costi amministrativi ammontano a 5,8 milioni, quelli commerciali a 856mila euro: appena il cinque per cento delle spese globali. Non ancora abbastanza, tuttavia, per raggiungere i livelli del 2014, quando i costi di produzione ammontavano a 124,8 milioni. A incidere maggiormente sono stati l’acquisto dei nuovi mezzi, il secondo step del porta a porta e l’avvio dell’impianto di Tmb a Bellolampo. Nel 2014 l’azienda aveva chiuso con un utile di 202mila euro, sceso prima a 119mila euro e poi a 36mila.

Gli obiettivi per il futuro sono messi nero su bianco nel piano industriale. Innanzitutto proseguire nel ricambio dei mezzi della raccolta: il 30 per cento dei compattatori è sempre guasto, quelli grandi si rompono in media ogni quattro giorni, quelli extragrandi ogni settimana. I mezzi sono pure pochi: ogni viaggio a Bellolampo si porta via 50 minuti in media e i ritardi si accumulano. Il numero dei cassonetti è sottodimensionato e molti sono rotti, costringendo l’azienda a ricorrere agli straordinari domenicali, che sono un costo in più. Con il risultato che nel weekend la spazzatura si accumula e ogni lunedì c’è un surplus da recuperare. Il porta a porta, poi, è da incrementare e ci sono ancora troppi palermitani che non rispettano le regole di conferimento. Ci sono poi le croniche carenze negli impianti (nel piano si fa riferimento in particolare allo sfruttamento energetico dei rifiuti recuperando ad esempio il biogas), i costi di gestione del percolato, i pochi controlli sull’operato dei dipendenti, lo spazzamento delle strade che ancora per buona parte è manuale. I dipendenti della Rap sono 2.074: 1.341 per la raccolta, 140 per la manutenzione stradale, 407 per la gestione del patrimonio comunale, 83 per gli impianti.

AMAP. Nel budget 2016 il valore della produzione dell’Amap ammonta a 96,4 milioni, che coprono i costi di produzione di 88,9 milioni, con un margine operativo lordo di 7,4 milioni e un utile di esercizio di 1,2 milioni. Con i rincari nella bolletta dell’acqua i ricavi da tariffe sono arrivati a 12,6 milioni ma siccome l’Authority non si è ancora espressa in via definita, per prudenza l’azienda di via Volturno ha accantonato 6 milioni. I ricavi da vendita ammontano a 79,4 milioni: 7,3 li versa Palazzo delle Aquile per la manutenzione della rete di smaltimento delle acque bianche (il servizio è in rosso di mezzo milione) e per la pulizia delle caditoie dopo il trasferimento dalla Rap di 164 operai: con loro i costi di produzione sono cresciuti di 2,2 milioni (+11,1 milioni rispetto al consuntivo 2014) e quelli del personale sono passati da 37,9 a 40,1 milioni. Un numero destinato a crescere ancora quando in bilancio entrerà l’assorbimento degli ex Aps. Tra le voci negative, un indebitamento di 5,4 milioni.

Per il triennio che finirà nel 2018 il piano industriale prevede investimenti per 46 milioni di euro: 5 dall’aumento di capitale deliberato dall’assemblea dei soci a dicembre 2014, 14 milioni da fondi pubblici, il resto da altri finanziamenti e da fondi propri. Le criticità sulle quali intervenire sono note: una frana ha rotto l’acquedotto di Scillato e l’adduttore di Presidiana è insufficiente; i potabilizzatori sono vecchi e occorre una manutenzione straordinaria; ci sono perdite nella fase di distribuzione dell’acqua nelle case e reti fognarie da costruire, adeguare o migliorare. Senza dimenticare le opere di depurazione e disinquinamento del mare al centro della querelle con la Regione. 


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