Ex Max Living, la disperazione dei 47 lavoratori dimenticati «Le istituzioni non rispondono da mesi, siamo alla frutta»

«Dopo il sit-in del 21 luglio si sono spenti i riflettori sul nostro caso come se nulla fosse accaduto. Le istituzioni si sono scordate di noi e siamo rimasti senza aiuti, da mesi privi di alcun sostegno economico: rischiamo di perdere la casa e siamo insolventi verso lo Stato. Ora attendiamo un segnale da parte del Comune e della Regione ma, in assenza di azioni concrete, torneremo a protestare per ottenere delle risposte». È tanta la rabbia e la delusione che traspare dalle parole di Salvo Zangara, del comitato Co.L.Max., che raccoglie una cinquantina di ex dipendenti Max Living, il megastore di elettrodomestici ed elettronica del gruppo Li Vorsi che ha chiuso i battenti nel dicembre del 2013. Al suo posto, in viale Regione, nel luglio scorso è stato inaugurato uno store del gruppo tedesco Mediaworld: su 120 ex dipendenti, tuttavia, solo cinque sono stati riassorbiti, per gli altri non c’è stato nulla da fare. Da allora, ben poco è cambiato per i lavoratori da circa dieci mesi senza alcun sostegno al reddito

«Dopo la chiusura del centro commerciale Max Living una cinquantina di lavoratori aspettano ancora risposte – ha raccontato Zangara -. Il gruppo tedesco che ha occupato i locali prima impegnati da Max Living, ha richiesto alcune agevolazioni facendo leva sui lavoratori ma, dopo averle ottentute, proprio su di noi si sono spenti i riflettori. Dei 120 iniziali, oggi siamo rimasti in 47 senza nessun tipo di sostegno economico. Sono passati ormai due dalla chiusura dello store del gruppo Li Vorsi e siamo alla frutta: in molti hanno ricevuto l’avviso di sfratto esecutivi e tanti che hanno una famiglia e bambini non sanno dove andare».

Nei mesi scorsi, durante gli incontri in assessorato, tra le ipotesi messe in campo si è anche pensato a percorsi di riqualificazione per i lavoratori e la realizzazione, attraverso lo sportello già attivo in assessorato, di un’anagrafe, un albo per i soggetti espulsi dal mercato del lavoro suddivisa per professionalità. Soluzioni che in assenza di fondi, tuttavia, rimangono al momento solo sulla carta. Nel frattempo, il 12 ottobre scorso si è tenuta una riunione in commissione Lavoro all’Ars a cui ha preso parte anche l’assessore regionale della Famiglia, politiche sociali e lavoro Gianluca Micchiché. «In quella sede – prosegue Zangara -, proprio l’assessore ha proposto un nuovo incontro, stavolta congiunto, anche con la commissione Attività produttive. Da allora, tuttavia, non abbiamo ricevuto più alcuna convocazione».

L’assessore Micciché, interpellato da MeridioNews, ha ribadito la volontà di incontrare al più presto gli ex dipendenti Max Living, sottolineando che, ancora, si attende la convocazione da parte della terza commissione: «Sono stato io a proporre un’audizione congiunta con la terza e la quinta commissione per affrontare la questione. Confermo la mia disponibilità, ma fino a oggi la commissione Attività produttive non è mai stata convocata: resto in attesa di una nuova comunicazione».

In realtà, la disponibilità non è mancata nemmeno da parte della terza commissione, come ha confermato il presidente Giuseppe Laccoto ma, a impedire l’incontro nelle ultime settimane, sarebbero stati i lavori a Sala d’Ercole. «Come presidente ho già dato la mia disponibilità – ha spiegato Laccoto -, ma al momento non è possibile fissare una data precisa perché siamo bloccati in Aula per la manovra di assestamento del bilancio. Non so se riusciremo a fissare un incontro per martedì prossimo: proverò a sentire il presidente della quinta commissione Marcello Greco – ha concluso – e cercheremo di fissare al più presto una data per venire incontro alle esigenze dei lavoratori».


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