Firme false, da Miceli sospetti anche su elezioni regionali «Chiederò accesso atti», M5s: «Così dimostra che esiste»

«Dopo la firmopoli per le amministrative di Palermo del 2012, esiste il fondato sospetto che anche la presentazione delle liste per le elezioni regionali dello stesso anno siano state inquinate da falsificazioni». Ad annunciarlo è Carmelo Miceli, il segretario provinciale del Partito Democratico di Palermo, che torna ad attaccare il M5s finito al centro di un’indagine della Procura di Palermo sulla vicenda delle presunte firme false raccolte da attivisti e candidati del movimento, in occasione delle elezioni comunali, e che al momento vede una decina di indagati. Stavolta, però, le accuse di Miceli si estendono anche alle competizioni regionali di quattro anni fa e, i suoi sospetti, si addensano sulla deputata nazionale pentastellata Loredana Lupo.

«Digitando sul motore di ricerca Google la frase curriculum vitae Loredana Lupo – attacca Miceli -, come primo risultato compare il seguente link http://www.sicilia5stelle.it/regionali2012/candidati/palermo/LU PO_LOREDANA_PA.pdf». Cliccando su di esso è possibile scaricare la documentazione presentata dall’onorevole Loredana Lupo per la candidatura a deputato regionale nella lista del Movimento 5 Stelle. Secondo Miceli ci sarebbero discrepanze nelle firme sull’atto tali da legittimare il sospetto che non siano apposte dalla stessa persona: «Se ciò fosse confermato saremmo dinanzi ad un caso di firme false anche per le regionali del 2012». Per il segretario provinciale del Pd, questi elementi, uniti a quelli già emersi in relazione alla lista presentata dal Movimento 5 Stelle alle amministrative, sarebbero sufficienti per compiere ulteriori accertamenti: «In qualità di segretario provinciale del Pd, depositerò a breve una richiesta di accesso agli atti per le liste presentate dal Movimento 5 Stelle sia alle regionali che alle politiche, così da verificarne regolarità e originalità di tutta la documentazione a corredo».

Non si fa attendere la replica dei deputati regionali grillini che, in una nota, respingono qualsiasi addebito e, allo stesso tempo, ironizzano sui risultati raccolti alle precedenti elezioni dallo stesso Miceli che «cavalca la storia delle firme per dimostrare che lui esiste. Chissà, se come candidato si fosse impegnato allo stesso modo, citofonando porta a porta, come sta facendo per indagare sulla storia delle sottoscrizioni per la presentazione della lista 5 stelle di Palermo, magari sarebbe anche riuscito ad arrivare a 5 voti alle elezioni di Carini».

Il M5S all’Ars risponde a quella che definisce l’ultima boutade della «punta di diamante palermitana piddina» che sta fecendo di tutto per informare i cittadini che anche lui orbita nel mondo della politica. «Il sillogismo che questo signore ha tirato fuori per dimostrare che le firme per le regionali potrebbero essere false è veramente ridicolo e provano solo la sua spasmodica ricerca di visibilità, che, evidentemente, non riesce a trovare con azioni politiche di spessore. Al distratto e indefesso ‘suonatore di campanelli’ vogliamo ricordare che in casa Pd le firme false sono ordinaria amministrazione e hanno portato non solo ad indagini, ma anche a condanne e in alcuni casi, come a Bergamo nel 2010, addirittura a resuscitare i morti. La differenza tra noi e loro si vede dalla reazione: noi, per i casi gravi, chiudiamo con chi sbaglia, loro chiudono gli occhi. Sempre».


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