La questione morale vista dal sociologo termitano Piro   «Mia terra deturpata dal clientelismo, credo nei giovani»

In una terra come la Sicilia «deturpata da scelte politiche che miravano solo al clientelismo e alla creazione di rapporti di potere», la questione morale non riguarda solo i partiti politici, «ma ognuno di noi». A sollevare il tema è il sociologo Pietro Piro, intervistato da MeridioNews in occasione della pubblicazione del suo ultimo libro Auschwitz è ancora possibile? Temi e argomenti per un pensare civile, originario di Termini Imerese, città che in questo periodo non sta attraversando un momento positivo. Recentemente, infatti, al primo cittadino Salvatore Burrafato sono stati contestati i reati di peculato, truffa aggravata, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio. L’ex primo cittadino è accusato di aver utilizzato in diverse occasioni, l’auto comunale e le prestazioni lavorative del suo autista.

«La questione morale non riguarda solo i partiti politici ma ognuno di noi – afferma Piro -. La nostra terra è stata deturpata da scelte politiche che miravano solo al clientelismo, allo sfruttamento, alla creazione di rapporti di potere. Nel breve termine questo ha consentito a un’intera classe politica di sopravvivere alle spalle dei più deboli». Per lo scrittore, quindi, oggi c’è bisogno di un cambiamento radicale negli atteggiamenti. Ci vogliono pensieri chiari, stili di vita verificati e verificabili, moralità riconosciuta e riconoscibile.

Caratterizzato da sempre d una forte passione civile, nel suo ultimo libro sono centrali proprio i temi legati agli ideali della Costituzione e il tentativo di ragionare sulle strade possibili da percorrere per costruire una società meno ingiusta, irrazionale e violenta. E secondo lo scrittore, un evento come quello di Auschwitz, in futuro, potrebbe nuovamente accadere, perché «la distruzione dell’uomo da parte dell’uomo non si ferma e raggiunge oggi livelli sempre più raffinati e subdoli. Si tratta di una supposizione, però, che non promette nulla». Per avere una risposta più certa, continua il saggista, bisogna «studiare i meccanismi psicologici, storici e sociali che l’hanno causato e verificare se questi meccanismi sono stati superati o se ancora oggi continuano a esistere. Io credo che una certa pedagogia nera che formava alla durezza e al dolore sia stata in parte superata, tuttavia, c’è molta strada da fare per sviluppare un’educazione altruistica e responsabile».

Tornando alla questione morale, Piro aggiunge: «Io credo molto nella forza spirituale dei giovani che di fronte all’impossibilità di emigrare decidono di realizzare l’irrealizzabile, di lottare fino alle estreme conseguenze». Per il saggista c’è molta energia positiva nell’associazionismo, nella società civile, nel volontariato. È questa la parte migliore che deve esprimere una nuova classe dirigente. Sarà certamente necessario combattere molto, ma il cambiamento è possibile. «Mi permetta di aggiungere che la questione morale è legata inscindibilmente all’idea dell’austerità e a quella di giustizia sociale. Oggi abbiamo molta libertà formale e poca giustizia sociale reale. La crescita economica e lo spreco – conclude – distruggono l’ambiente e l’uomo è diventato obsoleto. Dovremmo guardare ai problemi con lucida vitalità, con ragionata indolenza e produrre elementi critici in grado di spingere le situazioni incancrenite oltre il blocco in cui si trovano».


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