Sole Luna Doc Film ai Cantieri culturali alla Zisa In concorso 34 documentari da tutto il mondo

Trentaquattro documentari in concorso provenienti da tutto il mondo e selezionati tra gli oltre trecento arrivati durante l’anno. Parte oggi l’undicesima edizione del “Sole Luna Doc Film Festival”, il festival internazionale che si aprirà a Palermo a ingresso gratuito, ai Cantieri Culturali alla Zisa (in via Paolo Gili 4), lunedì 20 giugno. Ideato da Lucia Gotti Venturato, presidente dell’associazione culturale Sole Luna – Un ponte tra le culture, con la direzione scientifica di Gabriella D’Agostino, il suddivisi nelle sezioni Human Rights e Il viaggio. A queste si aggiunge una sezione fuori concorso dedicata all’imponente racconto della tragedia di Sarajavo da parte di Piergiorgio Bocchi, regista e intellettuale italiano. Oggi alle 19, dopo la cerimonia di inaugurazione, si partirà alle 21 con l’opera israelo-canadese di Ada Ushpiz: Vita Activa. The spirit of Hannah Arendt, un ritratto che ricorda il valore poderoso della riflessione della filosofa tedesca sull’essenza del Male. Contemporaneamente, nello Spazio Arena (sempre ai Cantieri culturali), sarà presentato il pakistano A Walnut Tree di Ammar Aziz, dove un vecchio mosso da inguaribile nostalgia per la patria lontana torna con la mente alla famiglia, sfollata a causa dell’aspro conflitto tra pakistani e talebani. Seguirà, Women in Sink dell’israeliana di Iris Zaki, un’istantanea di vita catturata dentro a un salone di bellezza di Haifa, tra maschere per il viso, unghie laccate e parole vecchie e nuove che aggiornano la riflessione sullo stato di Israele e l’annoso conflitto.

La seconda giornata del “Sole Luna”, martedì 21 giugno, si aprirà al Cinema De Seta alle 17 con Les tours d’ailleurs in cui il regista Anatoly Stolnikoff svela l’intimità familiare di una coppia (la sua) unita nell’arte, animata da una abilità rarissima nel produrre ceramiche, pitture e sculture che risuonano di connessioni con altre civiltà, con gli Altrove del nostro tempo. Un bambino, il figlio, vive il privilegio di scoprire e toccare con mano l’atto della creazione che si rinnova ogni giorno, nella quotidianità d’artista dei genitori. Seguiranno: Eurovillage di François Pirot, incursione in un non-luogo della contemporaneità, ossia un centro di accoglienza per richiedenti asilo creato sulle ceneri di un complesso turistico nel cuore della foresta belga, e Un condor del greco Yiannis Kolozis, dove si racconta dell’abbandono della propria casa e della rinascita accompagnata da ottimismo ed energia positiva di Sergio Contreras, un cileno sfuggito al golpe di Pinochet.

Alle 21, nella stessa sala, si inaugurerà la rassegna di proiezioni fuori concorso dedicata all’imponente opera di indagine e analisi dell’assedio di Sarajevo realizzata dagli anni 90 fino a oggi da Giancarlo Bocchi. Si comincia con la proiezione de L’assedio. Mille giorni a Sarajevo. Nell’aprile del 1992 il cinquantenne Hidajet, ateo di famiglia musulmana, lascia il lavoro di manager e si ritrova in prima linea. Lui non crede alla guerra, eppure imbraccia il fucile e combatte. Bocchi inizia a raccontare la sua storia e quella della sua famiglia. Vent’anni dopo, chiede loro di ritornare con la memoria a quel maledetto assedio. Seguiranno, le proiezioni di opere in concorso: Italiani d’Eritrea alla presenza del suo regista, Giampaolo Montesanto, che restituisce sullo schermo un pezzo di storia italiana forse archiviata troppo in fretta: quella dei connazionali che nel Dopoguerra decisero di rimanere nella colonia eritrea contribuendo a far prosperare l’Africa Orientale; My enemy, my brother della canadese Ann Shin, dove si celebra l‘amicizia tra Zahed e Najah, nemici durante la Guerra Iran-Iraq, ritrovatisi per caso in Canada. Ricca di commozione, la storia ci ricorda che l’umanità esige di trascendere i dictat e confini politici. Nello Spazio Arena, dalle ore 21, troverà spazio l’anteprima mondiale di Tides. A History Of Lives And Dream Lost And Found di Alessandro Negrini alla presenza del regista. La storia incredibile di un fiume, che è esso stesso narratore, e che ci invita a scoprire coloro che ne hanno abitato le rive ai tempi del conflitto sanguinoso irlandese. Il suo nome, asservito alle ragioni dell’una e dell’altra parte, è doppio: Derry per i cattolici, Londonderry per i protestanti. A che servono i confini? Quanti sogni muoiono di fronte a essi? Seguiranno Di là di Giulio Tonincelli, memoria di un fotografo albanese giunto in Italia su una di quelle navi che la televisione vent’anni fa ha immortalato, a simbolo di una lunga stagione di nuove migrazioni che interessa il nostro paese, e #MyEscape del tedesco Elke Sasse alla presenza dell’autore. La fuga di coloro che abbandonano Afghanistan, Siria ed Eritrea è cosa che siamo soliti farci raccontare da reporter e filmmaker. Con questo film, si infrange per la prima volta il limite: a narrarsi con un telefono cellulare, sono i rifugiati stessi. Bombe, macerie, interminabili maratone nella notte, attraverso i confini. Ma anche sogni e promesse.

Il terzo giorno di Festival, mercoledì 22 giugno, confermerà l’appuntamento pomeridiano al Cinema De Seta quando alle ore 17 si comincerà da The Jerusalem Dream dell’israeliano Meni Elias, omaggio ai primi ebrei etiopi che nei tardi anni 70 arrivarono a Israele, animati dal desiderio di Gerusalemme. Seguirà Jungle Sisters di Chloe Ruthven che catapulta lo spettatore in India dove due giovani, Bhanu e Bhuntu offrono le proprie braccia a industrie tessili al servizio di colossi come Gap. Alle 19:30, il secondo appuntamento con la rassegna fuori concorso Giancarlo Bocchi presenta: Sarajevo. Storie di un assedio porterà sul grande schermo Diario di un assedio un preziosissimo documentario che da voce a 10 giornalisti di guerra, tra cui spicca quella indimenticata e intensa di Ettore Mo, capace di offrire alla città colpita un omaggio che non ha eguali. Alle 22.45 il Cinema De Seta proporrà un film che è già un caso italiano: Loro di Napoli. Afro-Napoli United alla presenza del regista Pierfrancesco Li Donni, una grande storia di rinascita sociale e personale dove i protagonisti sono calciatori stranieri provenienti da Senegal, Brasile, Costa d’Avorio, Capo Verde, che inseguono la prospettiva di integrazione sociale come un pallone sul prato verde, malgrado la „buropazzia“ del nostro paese.

Nello Spazio Arena mercoledì alle 21 il grande schermo proporrà Southeast Asian Cinema di Leonardo Cinieri Lombroso, una produzione italo-cinese che informa della prolificità del cinema del Sudest asiatico, della poetica che connota alcuni dei suoi più solidi autori, della gravità di censura e norme che compromettono la libera espressione creativa. Quindi, Asmarina di Alan Maglio e Medhin Paolos, un film prodotto a 4 mani che getta luce sulla ampia comunità eritrea presente in Italia da oltre mezzo secolo, con una narrazione corale capace di comporre un archivio densissimo che è una vera e propria eredità.

Giovedì 23 giugno al Cinema De Seta la giornata si apre alle 17 con la presentazione del progetto “I Classici in Strada” e del laboratorio teatrale “Esopo a modo nostro”, un’iniziativa pensata per il carcere dell’Ucciardone che ha visto la partecipazione di un gruppo di studenti delle scuole palermitane. In questa occasione sarà presentato il filmato che documenta il dietro le quinte del progetto. Alle 21 si ricomincia con le proiezioni dei film in concorso con Irrawaddy Mon Amour del trio Valeria Testagrossa, Nicola Grignani, Andrea Zambelli. La omofobia e le leggi contro l’omosessualità in Birmania ostacolano il compimento delle nozze di un venditore ambulante e di un muratore. Solo l’aiuto di un attivista, uno sciamano, un maestro elementare e un truccatore aiuteranno i due a coronare il loro sogno d’amore. Seguirà A Better Place di Giulia Della Casa dove un gruppo di ragazzi congolesi, per sfuggire alla guerra, trovano rifugio in Zambia, il posto migliore che potessero mai desiderare di raggiungere per garantirsi la sopravvivenza. Nel successivo Le baiser de Marseille, della francese Valérie Mitteaux, la gioventù lesbica francese si racconta partendo da Marsiglia dove nel 2012 urlavano a gran voce contro coloro che manifestavano contro adozioni e nozze omosessuali. La Francia non è esente da discriminazioni e questo film lo documenta con sguardo libero. Lo Spazio Arena di giovedì accoglierà dalle ore 21 la proiezione di un’opera che può essere elevata a manifesto dell’intera sezione Diritti umani del Festival. 16 Years Till Summer di Lou McLoughlan dipinge il rientro a casa dopo 16 anni di carcere di un uomo, con un impegno e una complessità di sguardo davvero rari. Il film è un insieme di cuore e testa, realismo magico e tragedia documentata.

Chiude la serata di proiezioni Taksim, Chronicle of the Tree Revolution della coppia Jo Béranger, Christian Pfohl, solido racconto del dramma della gentrificazione nel centro di Instanbul, quartiere Gezi Park, dove nel maggio 2013 prese avvio un movimento di protesta di opposizione al potere di Erdogan.

Venerdì 24 giugno il Festival si apre fin dal mattino presso il Dipartimento di giurisprudenza (Aula Magna, Via Maqueda 172) con la tavola rotonda Diritto e cinema. Hate Speech, libertà di espressione e media, reso possibile dalla collaborazione con Ministero degli Affari Esteri e UNAOC di Treviso. L’evento, che punta a riflettere sulla capacità del cinema di problematizzare i temi dei diritti umani, sarà introdotto da Gianludovico De Martino di Montegiordano, moderato da Isabel Trujillo, animato dagli interventi dei registi Giancarlo Bocchi, Nouri Bouzid, Stefano Grossi, Gianni Massironi, dei professori Roberto Cammarata (Università di Milano), Alessandro Spena (Università di Palermo) e inoltre di Frederic D’Agay (Fondation Saint Exupéry puor la jeunesse) e Mark Gibney (Raoul Wallenberg Institute OF Human Rights And Humanitarian Law). Al Cinema De Seta riprenderanno alle ore 17 le proiezioni con Cherry days deisiriani Mohamad Malas, Ahmad Malas. In una periferia di Aleppo un gruppo di giovani amici segue nel luglio 2014 la coppa del mondo FIFA. La vita di una generazione, assediata dalle bombe, si svela con migliaia di parole che toccano lo sport, certamente, ma anche la poesia, la danza, la speranza di un futuro lontano da regime e jihadisti.

Alle 18.30, extra concorso, sarà presentato il format “La Terra che connette” (www.laterracheconnette.it). Quindi riprenderanno le proiezioni con Su campi avversi del duo italiano Andrea Fenoglio e Matteo Tortone, alla loro presenza, dove si rinnova il racconto dei braccianti africani che muovono verso il nord Italia per sopravvivere alle delusioni e ai drammi del loro paese d’origine. Contadini e migranti ricompongono sul grande schermo un mai scontato ritratto degli ultimi, immersi in una realtà che con forza li rinchiude, sfrutta e depreda. Alle 21 altri due film in competizione potranno essere scoperti dal pubblico. Si comincerà con Nemico dell’Islam? Un incontro con Nouri Bouzid di Stefano Grossi, alla sua presenza insieme col regista Nouri Bouzid. Film e incontro costuiranno un’occasione speciale per comprendere come il paese die datteri e die villaggi vacanze sia stato trasformato in una delle maggiori polveriere dell’area mediterranea e nel principale fornitore di volontari delle milizie dell’Isis. Si chiuderà con Accademia della Follia del francese Anush Hamzehian, alla sua presenza. Dario, Charlie, Donatella, Claudio, Pino e i loro compagni si preparano per lo spettacolo che andrà in scena allo Stabile di Trieste. Si rivendicano come matti. Il pensiero immenso e le azioni di Basaglia, che da Trieste fece partire la sua rivoluzione, dagli 70 a oggi continuano ad esercitare il loro effetto. La serata di venerdì al Cinema De Seta inoltre offrirà alle 22.30 la proiezione dell’opera Gente di Sarajevo nell’ambito della rassegna fuori concorso Giancarlo Bocchi presenta: Sarajevo. Storie di un assedio. Un affresco straziante dell’umanità che a viso scoperto affollò le strade di Sarajevo il 18 marzo 1996, quando l’applicazione delle clausole del trattato di Dayton posero fine all’assedio.

Venerdì le proiezioni continueranno anche allo Spazio Arena dalle ore 21. In competizione, Et Nous Jetterons la Mer derrière Vous di Anouck Mangeat, Clément Juillard, Noémi Aubry, Jeanne Gomas. Questa articolata produzione francese ricorda l’usanza tutta mediorientale che fa si che venga gettata dell’acqua dietro ai passi di coloro che lasciano la propria casa, con la speranza che al rientro mantengano la loro salute. Quattro uomini fuggono da Afghanistan, Marocco, Grecia e Turchia. Il loro cammino è quello della nuova Europa che attende di riconoscersi nella sua nuova complessa identità. Seguirà alla presenza dei registi la proiezione di Arabic Movie di Eyal Sagui Bezawie e Sara Tsifroni, opera che ricorda il paradosso messo in atto dalla TV di stato israeliana quando l’Egitto era il maggiore nemico di Israele: mostrare solo film egiziani, contribuendo così inspiegabilmente a dare lustro a uno dei mercati cinematografici più floridi del medioriente, quindi quella di The Bride of the Nile di Edouard Mills-Affif che mantiene lo sguardo sui territori attraversati dal Nilo ricordando il dramma incommensurabile delle spose bambine. Heba viene data in sposa a un uomo che non ha scelto. La tragedia di ciascuna sposa bambina è la tragedia del mondo intero.

Nella penultima giornata di Festival, sabato 25 giugno, al Cinema De Seta si confermerà l’inizio delle proiezioni per le ore 17 quando per la rassegna fuori concorso dedicata all’assedio di Sarajevo, sarà presentato sul grande schermo Il ponte di Sarajevo, dedicato al simbolo della tragedia bosniaca. Si tratta di un rigoroso film d’inchiesta che a partire da una piccola eppure tragica vicenda umana – la morte per dissanguamento di Moreno “Gabriele” Locatelli sul ponte di Vrbanja nel corso di un’azione dimostrativa atta a sciogliere l’assedio iniziato proprio la sopra – arriva a disegnare un ritratto a tinte foschissime degli interessi criminosi che dalla guerra a oggi muovono le fila della politica della Repubblica di Bosnia. Chiusa la rassegna, si ricomincerà alle 18.30 con la proiezione de La mia casa e i miei coinquilini di Marcella Piccinini, delicato ricordo di Joyce Lussu, donna bellissima che ha intriso la sua vita di poesia, lotta contro il fascismo, amore per grandi uomini del secolo scorso.

Alle 21 il grande schermo poi sarà tutto per El Solista de la Orquesta della spagnola Arantxa Echevarría, dove si presenta Antonio, un giovane autistico dotato di orecchio assoluto: abilità che spetta solo a una persona su 10.000. Seguiranno: Not Yo Mama’s Movement in cui la regista Rokhaya Diallo offre voce alla nuova generazione di attivisti che si oppone ai crescenti crimini contro gli afro-americani e che rimarca, con la propria azione, il pensiero che l’America è tutt’altro che salva dai razzismi; Luoghi comuni di Angelo Loy, alla presenza del regista, saprà raccontare con tutto il tatto di cui necessita una storia familiare di giovani egiziani che in Italia sognano di restare e di giovani egiziani che dall’Italia, invece, intendono andarsene. Sabato allo Spazio Arena le proiezioni inizieranno alle ore 21 con l’opera

En Tránsito dello spagnolo Oskar Tejedor, viaggio attraverso i drammi delle donne che dall’America Latina muovono verso l’Europa, sole e strappate (forse) per sempre agli affetti familiari. Chiuderà la serata, Dreams behind the Wall, meravogliosa opera della regista Elena Herreros dove due bambini, Shada, nato a Gaza, e Ahmed, nato in Cisgiordania, conducono lo spettatore nelle loro vite e delle loro famiglie, strette entro le mura che delimitano l’orizzonte del popolo palestinese.

La giornata conclusiva del Sole Luna Doc Film Festival è in programma domenica 26 giugno presso lo Spazio Arena con inizio alle ore 20. Qui si svolgerà, alla presenza della giuria internazionale – composta da Gianni Massironi, Lander Camarero, Adham Darawsha, Alessio Genovese, Tatiana Lo Iacono – e di quelle speciali, composte da studenti delle scuole palermitane – Liceo scinetifico Einstein e Liceo linguistico Cassarà di Palermo – e olandese- Copenhagen abne Gymnasium -, la cerimonia di premiazione del concorso. Per ciascuna sezione verrà proclamato il miglior film. Inoltre verranno assegnate le menzioni speciali per la regia, fotografia, montaggio e Documentario più innovativo. Quindi, saranno conferiti il premio del Pubblico – ogni sera gli spettatori possono esprimere il proprio voto di qualità tramite apposite schede – e il Premio Sole Luna – Un ponte tra le culture, sommo riconoscimento assegnato dalla presidente dell’Associazione Sole Luna e del Festival, consistente in una originale scultura disegnata dal maestro Tobia Scarpa. 


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