A margine della visita del premier, una delegazione di lavoratori di Almaviva ha incontrato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti per discutere della vertenza. Il sottosegretario ha confermato «l’impegno del governo a favore dei lavoratori». Guarda le foto
Matteo Renzi firma il Patto per Palermo «Staremo col fiato sul collo del sindaco»
Dopo la tappa catanese e quella, assai contestata, del taglio del nastro al viadotto Himera, che Matteo Renzi ha definito «non certo un’inaugurazione in pompa magna, come qualcuno ha detto, ma la semplice riapertura di una carreggiata», il premier è arrivato a Palermo per la firma di un altro patto, quello per il capoluogo siciliano. Ad attenderlo al deposito dei tram nel quartiere Roccella c’erano circa duecento lavoratori di Almaviva, al centro di una vertenza che potrebbe portare al loro licenziamento e armati di fischietti, megafoni, bandiere e striscioni che recitavano «Lavoro e dignità», «#siamo tutti Almaviva», «No ricatti», «Roma, Napoli e Palermo nessun licenziamento». Oltre ai Cobas era presente anche una delegazione del Cerisdi, ente di formazione regionale anch’esso in crisi. Ad accogliere il primo ministro c’erano anche i rappresentanti delle istituzioni: fra gli altri, il governatore regionale Rosario Crocetta, il sindaco Leoluca Orlando, il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, il prefetto Antonella De Miro, il questore Guido Longo, il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, assessori e consiglieri comunali.
Renzi ha esordito scandendo le tappe della sua giornata siciliana, a cominciare dalla città dell’Etna passando per il viadotto di Scillato, per poi far visita «al luogo dove Pio La Torre venne barbaramente assassinato e dove ho portato un fiore. La lotta contro la mafia deve essere una priorità, non deve dividerci gli uni contro gli altri ma unire le persone perbene nella memoria dei nostri martiri. Non è un racconto del passato ma una promessa per un futuro di dignità». Poi il primo ministro è passato al motivo principale della sua visita, ossia le infrastrutture e lo sviluppo del Mezzogiorno, e della Sicilia in particolare: «Questo governo vuole investire innanzitutto sulla manutenzione ordinaria perché non possiamo avere opere pubbliche per poi lasciarle andare a mare. Se manteniamo le opere – ha sottolineato -, mettiamo a posto i viadotti, garantiamo un servizio ferroviario all’altezza, allora dimostreremo che l’Italia non finisce a Salerno ma a Palermo. L’Italia non si ferma prima della Sicilia, l’alta velocità deve viaggiare da nord a sud».
«Per passare dalle chiacchiere e dai convegni ai fatti c’è bisogno di serietà, rigore e impegno concreto e che le classi dirigenti, invece di dialogare ai convegni, si assumano la reciproca responsabilità di controllarsi gli uni con gli altri. Il sindaco e il premier si controlleranno a vicenda e i cittadini vigileranno su entrambi – ha avvertito il premier -. Noi staremo con il fiato sul collo del sindaco, che oggi firma il Patto per Palermo, e lo stesso faremo con la Regione alla firma del Patto per la Sicilia». Un accordo da 12 miliardi che sarà approvato dall’esecutivo regionale «entro giovedì – ha assicurato Crocetta – e che permetterà di sbloccare centinaia di cantieri con una forte crescita del Pil ma soprattutto un effetto sull’occupazione, sulla riqualificazione delle città, sul dissesto idrogeologico, sulla viabilità e sui beni culturali».
Ad un certo punto è sembrato che la firma dei patti per Palermo e Catania fosse in bilico perchè Orlando e Bianco sono sindaci delle due città ma non delle rispettive aree metropolitane, dato che la riforma regionale dopo tre anni di tira e molla non è stata ancora approvata: «A settembre i liberi consorzi e le città metropolitane dovranno partire – ha detto il governatore –. Il governo per tre volte ha presentato un emendamento uguale alla legge nazionale, che l’Ars ha bocciato. Se il presidente Ardizzone riuscirà a trovare in aula una maggioranza per modificare la norma bene, altrimenti dopo il il 19 giugno stabilirò la data delle elezioni per i sindaci metropolitani», ha aggiunto Crocetta, che si ritrova costretto ad affrontare un nuova impugnativa del governo Renzi sul ddl sulle ex province. «Se il ddl non cambierà resisteremo davanti la Corte Costituzionale per difendere questa legge. Su questa vicenda sono state dette un sacco di bugie. Qualcuno fa dietrologia e comunque io in questa polemica ci entro come i cavoli a merenda».
Terminata la visita di Renzi, una delegazione di lavoratori di Almaviva ha incontrato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, per discutere della vertenza. Il sottosegretario ha confermato «l’impegno del governo a favore dei lavoratori». La delegazione ha chiesto a De Vincenti di far rispettare all’azienda gli impegni assunti, per scongiurare i tremila licenziamenti annunciati su Palermo, Roma e Napoli. Il prossimo appuntamento è fissato al Mise per il 5 e il 6 maggio fra azienda, sindacati e governo.
IL PATTO. Cosa contiene il Patto per Palermo da 771 milioni – di cui 332 a carico dello Stato attraverso il Fondo di sviluppo e coesione ed altri derivanti da fondi propri del Comune o altre risorse – firmato da Orlando e Renzi? L’intervento certamente più significativo è quello per lo sviluppo della nuova rete di tram, con un importo complessivo totale di 521 milioni. Altri 110 milioni di euro saranno destinati agli interventi per la sicurezza della circonvallazione (compresi i ponti) e alla mitigazione del rischio di frane e crolli lungo i costoni che circondano la città. Sul fronte della mobilità dolce si collocano anche gli interventi per il potenziamento del bike e car-sharing e quello, sovracomunale, che prevede la realizzazione di una ‘Green way’ da Palermo a Monreale, lungo il tracciato della vecchia linea ferrata.
Ancora, in materia di innovazione tecnologica, oltre 2,5 milioni saranno destinati al potenziamento della rete telematica pubblica della città, sia a servizio degli uffici sia a servizio del wi-fi pubblico. Circa 23 milioni andranno al settore della cultura e del turismo, con un grosso intervento che vede nel Teatro Massimo, il cuore del potenziamento delle attività culturali in città: interventi sono previsti sia per il restauro della struttura che per la realizzazione di servizi volti a favorire la fruizione da parte dei cittadini, anche riferiti agli altri poli culturali della città (Gam, Conservatorio, Accademia di Belle Arti, Teatro Biondo e Foss). Con riferimento agli interventi di valenza sovracomunale e di riqualificazione di spazi urbani gli interventi specifici riguardano la realizzazione di un parcheggio multipiano nell’area dell’ospedale Civico-Di Cristina, la già citata greenway tra Palermo e Monreale e interventi di riqualificazione dei centri storici di Santa Cristina Gela, Ficarazzi e del capoluogo.
Per la sicurezza e la riqualificazione urbana, alcuni interventi riguarderanno anche il potenziamento della rete di comunicazioni usata dalla Polizia Municipale di Palermo a servizio anche delle Polizie dell’area Metropolitana. Rientra fra gli interventi di riqualificazione urbana anche la realizzazione di due Poli scolastici onnicomprensivi innovativi (uno nell’area nord e uno nell’area sud della città), per complessivi 32 milioni di euro. Infine, prevista anche la creazione un laboratorio di idee programmato, partecipato e coerente con i temi del lavoro e dell’innovazione nell’area metropolitana, con attivazione di un network di professionisti (stakeholder, giovani imprenditori e associazioni già attive sul mercato del lavoro) capace di stimolare lo sviluppo del lavoro autonomo nell’area di riferimento, compreso interventi infrastrutturali nell’area dell’ex Fiera del Mediterraneo.