Cercasi investitori per riqualificare Collegio Sapienza E il Comune prova a dare via palazzo Sammartino

La «nuova stagione dell’agenzia del Demanio» – per usare le parole di Leoluca Orlando – era partita proprio dall’ex collegio della Sapienza. È qui che è stata presentata l’idea alla base del progetto di una grande vetrina online su cui promuovere beni pubblici o di aziende partecipate disponibili a essere venduti o ceduti in concessione a investitori privati pronti a riqualificarli e a dar loro nuova vita. E molto a questo proposito si è parlato della grande struttura – 3140 metri quadri ripartiti su quattro livelli – collocata al centro di piazza Magione, una zona che sta vivendo una vera e propria seconda gioventù grazie ai molti locali aperti di recente e alle opere di recupero. 

E chissà se qualcuno non realizzi il sogno del sindaco di Palermo di vedere l’edificio trasformarsi nel «luogo di accoglienza per i giovani di tutto il mondo». Al momento, il palazzo «austero – così è presentato sul sito investinitalyrealestate.com – a forma di quadrilatero intorno a una corte chiuso all’esterno con prospetti pieni e caratterizzati da aperture rade e minute», fa bella mostra di sé nelle foto pubblicate sul catalogo in rete. Ancora disponibile a chiunque volesse valorizzarlo «con trasformazione in struttura turistico-ricettiva, congressuale, destinazione conforme al Prg vigente». Ma non c’è solo l’ex collegio. In vetrina c’è anche una vecchia spina nel fianco dell’amministrazione: Palazzo Sammartino.

«Questi immobili – spiega l’assessore al Patrimonio Luciano Abbonato – sono già inseriti nel piano delle valorizzazioni approvati dal Consiglio comunale ed è stato ritenuto probabilmente consono fare questo passaggio, anche se non è passato né da me né dagli uffici dell’assessorato». A occuparsi della pratica sarebbe stato, sempre a detta dell’assessore, il vicesindaco Emilio Arcuri, che con Palazzo Sammartino ha un vecchio conto in sospeso. La struttura negli anni ha dato non pochi problemi. Si tratta di un palazzo nobiliare in via Merlo. nei pressi di piazza Marina, a pochi passi da Palazzo Mirto, delle dimensioni di oltre tremila metri quadri articolate su tre piani. Le sue condizioni, tuttavia, sono fatiscenti. Il degrado ha avuto la meglio sull’intero plesso, tanto da sollevare più volte le lamentele degli abitanti della zona, in apprensione per il rischio crolli sempre costante e l’emergenza sanitaria procurata dai rifiuti che si erano accumulati all’interno della struttura ormai abbandonata Una serie di criticità che hanno costretto il Comune a far murare porte e finestre. 

Murare anziché recuperare. Troppo onerosa la spesa. L’amministrazione aveva già pensato di sbarazzarsi di questo palazzo, suddiviso attualmente in 20 unità abitative, già diversi anni fa con un’asta a cui però non si presentò nessuno. Poi un nuovo tentativo lo scorso anno tentato proprio da Arcuri in qualità di assessore al Centro storico: struttura in vendita, prezzo ridotto a due milioni di euro, ma anche in quel caso niente da fare. E dire che, come riportato su Investinitalyrealestate, «l’immobile, pur essendo di interesse storico, non è vincolato e può quindi essere alienato». Chissà che questa non sia la volta buona perché da rudere pericolante il palazzo nobiliare possa tornare a essere utilizzato come «abitazione familiare di grandi dimensioni; residenza suddivisa in vari alloggi; residenza collettiva; servizi pubblici o privati; attività terziarie; attività artigianali e commerciali al piano terra, compatibili con l’impianto tipologico».


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