Scuola, in catene genitori e studenti con disabilità «In piazza contro l’indifferenza delle istituzioni»

Invisibili e abbandonati a se stessi. Discriminati da un’indifferenza colpevole e da un silenzio complice. Sono gli alunni con disabilità intellettiva e relazionale delle scuole palermitane, che a distanza di un mese dall’inizio dell’anno scolastico restano senza assistenza di base e specialistica. Una mancanza che nega loro il diritto allo studio e contro la quale stamattina l’Anffas, un’associazione di genitori, familiari e amici di persone disabili che opera da più di 50 anni e che in Sicilia conta circa 800 associati di cui 70 solo a Palermo, ha organizzato un sit-in.

A partire dalle 8 una delegazione di rappresentanti dell’onlus, ma anche semplici genitori e alunni diversamente abili, si è incatenata ai cancelli di due istituti scolastici di Palermo: il Duca Abruzzi Libero Grassi, in via Fazio 1, e il Damiani Almeyda, in largo Mario Mineo 4. Un’azione simbolica in difesa del diritto allo studio, ma anche contro ogni forma di discriminazione. «Siamo di fronte a una vera e propria violazione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità» dice Antonio Costanza, vicepresidente di Anffas Onlus Sicilia, a MeridioNews. Una violazione che si ripete con puntualità ogni anno. E che accomuna, purtroppo, quasi tutti gli istituti della Sicilia. «Il ritardo nell’assistenza di base e in quella specialistica fornita dagli assistenti alla comunicazione e all’autonomia, che hanno il compito di rendere accessibile a chiunque la scuola, è comune a quasi tutta l’Isola. E anche chi, come il Comune di Agrigento, ha provveduto per tempo al servizio inserendo le somme nel bilancio 2015, si troverà con il nuovo anno a fare i conti con il problema» spiega Costanza.

E se per l’assistenza di base le scuole sempre più spesso si affidano ai collaboratori scolastici, degli assistenti alla comunicazione e all’autonomia, di cui dovrebbe farsi carico in parte il Comune (per le elementari e le medie) e in parte le ormai ex Province (per le superiori) e che dovrebbero affiancare gli insegnati in classe, non c’è traccia. Eppure questi servizi sono per gli alunni con disabilità «una condizione imprescindibile affinché il diritto allo studio sia rispettato» dice ancora Costanza.

Il problema è quello dell’accessibilità alla conoscenza. «La mancanza di queste figure professionali per un disabile intellettivo è una vera e propria barriera architettonica invisibile. Occorre allora – dice ancora il vice presidente di Anffas Onlus Sicilia – che il concetto di accessibilità sia tarato anche sulla disabilità intellettiva, smettendo di considerare queste persone una minoranza sacrificabile». Contro «l’indifferenza» e «l’incapacità di programmazione» degli enti preposti, contro «lo scaricabarile e il silenzio complice» domani genitori e alunni si incateneranno simbolicamente. «Mostreremo le catene messe proprio dalle istituzioni, che si dimostrano – dice Costanza – meno pronte rispetto alla società civile e che continuano ad alzare un muro. Nei prossimi mesi, poi, proporremo un ciclo di incontri nelle scuole per spiegare cosa è la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e come può essere costruita una scuola davvero inclusiva».

Ma quella di stamani è solo la prima tappa di una mobilitazione in difesa del diritto allo studio. «Chiederemo alle scuole l’accesso agli atti per conoscere i Piani educativi individualizzati, di tutti gli alunni con disabilità che ci daranno mandato, per verificare il corretto inserimento di queste figure» conclude Costanza. Perché discriminazione è «tutto ciò che crea differenza».


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