Capaci, ridipinta scritta No mafia su casetta Amap Pellegrinaggio laico di studenti e AddioPizzo

Circa trecento persone hanno partecipato ieri alla manifestazione organizzata in occasione dell’anniversario dell’attentato al magistrato Giovanni Falcone, organizzata da AddioPizzo e dall’istituto comprensivo Biagio Siciliano. Da via Rocco Dicillo, punto di incontro, i partecipanti si sono spostati in pellegrinaggio laico verso la casetta divenuta famosa per essere stata il luogo da cui Giovanni Brusca azionò l’esplosivo per il magistrato e che adesso riporta la scritta No Mafia: «È stato un moto rivoluzionario spontaneo – racconta Francesca Vannini, componente dell’associazione antiracket – scrivere per la prima volta No Mafia nella casina. Alcuni di questi ragazzi avrebbero poi fondato, nel 2004, il comitato AddioPizzo».

L’edificio, il cui utilizzo reale è quello di distribuzione dell’acqua, è di proprietà dell’Amap che si è dimostrata, prosegue Vannini, molto gentile sia quando, quasi abusivamente, dipinsero la scritta, sia per la manifestazione di ieri: «Nel 2012 (l’ultima volta che venne ridipinta, ndr) avevamo organizzato qualcosa di simile, ma non avevamo avvertito l’Amap», racconta ridendo. «Due giorni prima dell’evento, ci ha chiamato un funzionario chiedendoci cosa stessimo organizzando a casa loro, ma si sono dimostrati subito molto ospitali. Neanche a loro piace il lato negativo di questo edificio».

Musica, brevi interventi, minuti di silenzio hanno fatto da cornice al solenne momento della tinteggiatura che è avvenuta a tratti: la prima pennellata è stata data dal parroco di Capaci, poi si sono susseguiti diversi bambini e ragazzi, il tutto con la attenta supervisione dei padroni di casa.


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Quel punto è diventato tristemente famoso per essere il luogo dal quale Giovanni Brusca azionò l'esplosivo che causò la morte del giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti di scorta. «È stato un moto rivoluzionario spontaneo scrivere per la prima volta No Mafia nella casina», racconta Francesca Vannini, dell'associazione antiracket. Guarda le foto

Quel punto è diventato tristemente famoso per essere il luogo dal quale Giovanni Brusca azionò l'esplosivo che causò la morte del giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti di scorta. «È stato un moto rivoluzionario spontaneo scrivere per la prima volta No Mafia nella casina», racconta Francesca Vannini, dell'associazione antiracket. Guarda le foto

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