Strage di Capaci, 23 anni dopo La diretta dall’aula bunker dell’Ucciardone

Sta per iniziare a Palermo la cerimonia istituzionale presso l’aula Bunker del carcere Ucciardone, quella del maxi processo alla mafia. Si attende la presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; del presidente del Senato, Pietro Grasso; del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini; del ministro della Giustizia, Andrea Orlando; del procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti; del presidente della Corte dei conti, Raffaele Squitieri; del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini; del presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Maria Sabelli, e della professoressa Maria Falcone.

DIRETTA

Con l’intervento del capo dello Stato si è conclusa la cerimonia dentro l’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. Mattarella, dopo aver salutato le autorità, è andato via. 

Mattarella: «Giovani senza lavoro numero intollerabile per Paese civile»
Dal capo dello Stato anche un accenno, nel suo intervento in aula bunker, al dramma della disoccupazione giovanile. «I giovani senza lavoro sono un numero intollerabile per un Paese civile. Stiamo vivendo, dopo la crisi economica più dura dal dopoguerra, una tendenza positiva in tutta Europa». Ma gli indicatori positivi che si registrano nel resto dell’Italia, «non toccano il Mezzogiorno d’Italia».

Mattarella: «Calcioscommesse metastasi da estirpare»
Per il capo dello Stato è «una vergogna» che le mafie tentino di «modificare l’andamento delle partite e di lucrare sulle scommesse. Questa metastasi  va estirpata con severità e rapidità». Poi rivolto ai ragazzi che affollano l’aula bunker ha aggiunto: «Non possiamo accettare che la bellezza dello sport e un divertimento degli italiani vengano così stravolti e sporcati».

Mattarella: «Mafia, illegalità, corruzione si alimentano a vicenda»
«Mafia, illegalità, corruzione non sono sempre la stessa cosa ma si alimentano a vicenda» ha detto ancora Mattarella. Poi un accenno all’attualità: «Il Parlamento ha approvato una legge per contrastare con più efficacia la corruzione. Non spetta al presidente della Repubblica valutarne il merito – puntualizza -. Noto, però, che anche da parte di coloro che sollecitano misure ulteriori si riconosce il passo avanti fatto»

Mattarella: «Affermare la cultura della Costituzione per battere il cancro mafioso»
«Per battere il cancro mafioso bisogna affermare la cultura della Costituzione, ossia il rispetto delle regole. La battaglia per la legalità è nelle nostre mani» ha proseguito il capo dello Stato.

Mattarella: «Azione predatoria della mafia è zavorra per Italia intera»
«L’azione predatoria delle varie mafie ostacola lo sviluppo, impoverisce i territori. E’ una zavorra non solo per il Sud ma per tutta l’Italia». Ne è sicuro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «La nuova questione meridionale è una questione nazionale perché da essa dipende il nostro futuro e la collocazione dell’Italia in Europa»

Mattarella: «Mafia può essere sconfitta e la batteremo»
«Noi siamo qui, anzitutto, per dire che la mafia può essere sconfitta. Siamo qui per rinnovare una promessa: batteremo la mafia, la elimineremo dal corpo sociale perché è incompatibile con la libertà e l’umana convivenza». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo nell’aula bunker.

Mattarella: «Nessun servitore dello Stato deve essere dimenticato»
Il presidente della Repubblica ha poi nominato, uno per uno, i morti ammazzati dell’estate ’92 perché «desidero e nemmeno per un attimo venga collocato in secondo piano il martirio degli altri servitori dello Stato». L’elenco delle vittime della mafia è stato interrotto da ripetuti applausi da parte delle persone presenti nell’aula bunker del carcere Ucciardone.

Mattarella: «Strage Capaci, ferita profonda per lo Stato»
Poco dopo le 12,40 ha preso la parola il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che ha ricordato come l’evento di oggi sia «un’occasione importante, non solo perché rinnova ogni anno il ricordo di Falcone e Borsellino, ma perché costituisce un impegno a procedere nella strada indicata». Mattarella è poi tornato al giorno dell’attentato: «Siamo qui per fare memoria di una profonda ferita dello Stato, le immagini degli attentati di Capaci e via D’Amelio – ha dichiarato il capo dello Stato – resteranno per sempre impresse nella nostra memoria come nel primo momento. I nomi, i volti, gli esempi di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, dei quali serbo un ricordo personale sono collegati dai valori che hanno testimoniato e della lotta per la legalità e la democrazia che hanno combattuto». 

Murales antimafia all’ingresso dell’aula bunker
All’ingresso dell’aula bunker del carcere dell’Ucciardone, dove è in corso la cerimonia di commemorazione del 23esimo anniversario della strage di Capaci, un gruppo di ragazzi della scuola Otama Kiyohara di Palermo – ex istituto di arte e mestieri – sta realizzando alcuni murales ispirati ai temi dell’antimafia. Tra le immagini, quelle stilizzate di Falcone e Borsellino.

Grasso: «Falcone e Borsellino fuoriclasse, insieme si può vincere la mafia»
Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ricordando il proprio passato di magistrato, ha dichiarato «Falcone e Borsellino per noi erano dei fuoriclasse, furono loro a darci gli strumenti e le tecniche per catturare i mafiosi». Secondo la seconda carica dello Stato, la decisione di fare il maxiprocesso a Palermo fu presa «per dare un segnale forte all’Italia; quest’aula bunker la sento mia». Poi, rivolgendosi ai giovani: «Bisogna mettere da parte gli eroi. E ricordare che se oggi siamo qui tutti riuniti è per ribadire che insieme si può vincere la mafia».

Procuratore nazionale Roberti: «Per sconfiggere la mafia seguire i soldi dei boss»
«Seguire i soldi e i patrimoni dei boss, proprio come diceva Falcone». È questa per il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, la strada da intraprendere per vincere la battaglia contro Cosa nostra: «Le mafie sono riuscite a radicarsi in territori del Nord, del Centro e persino negli Stati Uniti, in Olanda e Germania sfruttando la forza del denaro e non dell’intimidazione. Le mafie si radicano finanziando l’economa legale». Per Roberti «mafia, riciclaggio e corruzione sono tre aspetti che vanno considerati allo stesso modo e contrastati con gli stessi strumenti». Fondamentale anche «promuovere e diffondere la cultura della legalità».

Rosy Bindi: «Lo Stato è più forte della mafia»
Il presidente della commissione parlamentare antimafia parlando ai ragazzi presenti nell’aula bunker di Palermo: «Lo Stato è più forte della mafia. Il sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino serve a trasmetterci quella legalità che dà speranza al Paese». Sull’impegno della politica nella lotta alla criminalità organizzata, Bindi ha aggiunto: «In questo anno abbiamo proposto una legge organica per i sequestri dei beni di mafia e contro la lotta della stessa. La lotta alla mafia deve trovare vitalita’ nella politica».

Dalla Chiesa: «Le stragi hanno portato i cittadini a ribellarsi»
Messaggio in diretta video da parte di Nando Dalla Chiesa, il figlio di Carlo Alberto, il generale ucciso a Palermo il 3 settembre 1982: «Nessuno ha gli anticorpi contro la mafia – ha dichiarato Dalla Chiesa -. Le stragi hanno portato i cittadini a ribellarsi. Io credo che negli ultimi cinque anni molto sia cambiato. Scrivere di mafia è importante». Sui recenti scandali legati a Expo: «Le istituzioni attuino misure anti infiltrazione. A Milano, oggi, a seguito dei recenti scandali, la società è pensante».

Ministro Orlando: «Ddl anticorruzione buona legge»
«Quella appena approvata sulla corruzione è una buona legge». Ne è convinto il ministro della Giustizia Andrea Orlando che, parlando dall’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, difende l’operato del Governo: «Non credo siano fondati i rilievi su compromessi a ribasso. Se le critiche si appuntano sulle virgole vuole dire che si è raggiunto l’obiettivo».

Ministro Orlando: «Mafia non sia terreno di scontro e strumentalizzazione»
Dal guardasigilli anche un appello alle forze politiche perché anche se «in questo Paese non mancano le occasioni di polemica, di divisione» si eviti di «fare di questo terreno, quello della lotta alla mafia, il terreno della polemica e della strumentalizzazione. Dobbiamo andare avanti così. Abbiamo fatto buone leggi, e ne dovremo fare ancora». Dopo l’approvazione della legge anticorruzione, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, guarda oltre: «Adesso il nostro obiettivo sarà di avere maggiore pugno duro sulla confisca dei beni e aumentare la tutela dei parenti delle vittime di mafia».

Maria Falcone: «Legge anticorruzione passo verso la legalità»
La sorella del magistrato ucciso da Cosa Nostra, parla all’interno dell’aula bunker: «Giovanni sarebbe contento di vedere che la memoria rimane». Sulla legge anticorruzione: «Credo si tratti di un passo in avanti verso la legalità» ha aggiunto. 

Alfano: «Gli uomini passano, le idee restano»
Tweet in ricordo della strage di Capaci da parte del ministro degli Interni, Angelino Alfano, che ha scritto: «Gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali.Cammineranno sulle gambe di altri uomini G.Falcone #PerNonDimenticare».


Inno di Mameli inaugura la cerimonia

Con le note dell’inno nazionale – cantato da un coro di bambini – è iniziata ufficialmente la cerimonia istituzionale dedicata alla commemorazione della strage di Capaci.


Arrivato il presidente Mattarella

Da pochi minuti è giunto all’ingresso dell’aula bunker di Palermo, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il capo dello Stato è stato accolto dall’entusiasmo dei bambini presenti.

Boldrini: «Partire dai banchi di scuola»
La presidente della Camera, Laura Boldrini, sottolinea l’importanza dell’istruzione nella lotta alla criminalità organizzata in un messaggio inviato alla fondazione Giovanni e Francesca Falcone: «La mafia – ha dichiarato Boldrini – si combatte a partire dai banchi di scuola, attraverso un’opera di educazione al rispetto delle regole e delle leggi. Anche per questo è importante trasmettere ai giovani la memoria del sacrificio di quanti, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, hanno contribuito alla lotta contro le mafie pagando con la vita il loro impegno morale e civile. Esorto quindi le tante ragazze e i tanti ragazzi che oggi partecipano a questa importante cerimonia – ha continuato la presidente – a fare proprio questo insegnamento, testimoniando ogni giorno il vostro personale impegno per far prevalere la legalità e la giustizia contro la sopraffazione e l’intimidazione mafiosa».

Bindi: «Dobbiamo imparare da Falcone. Legge anticorruzione, passo avanti»
Il presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi: «Quello di Falcone è un ricordo ancora vivo per la forza della testimonianza, dell’intensità del suo lavoro e della grande eredità che ci ha lasciato. Siamo tutti consapevoli – ha dichiarato Bindi – che abbiamo molto da imparare e da restituire a Falcone, Borsellino e a tutte le vittime della mafia». Sulle recenti parole del pm Nino Di Matteo sull’esigenza di tagliare i rapporti tra mafia e potere: «È una caratteristica della mafia avere il rapporto con il potere – ha continuato – e d’altronde non sarebbe mafia se non avesse la forza di condizionare la politica. Sconfiggerla significa chiamare a un nuovo senso di responsabilità tutte le forze del paese, perché chiunque ha potere è potenzialmente sottoposto a ricatto». Sulla legge anticorruzione: «Colma alcune lacune del nostro ordinamento e corregge gli errori degli ultimi anni – ha commentato Bindi -. Sembrava ci fossimo dimenticati che in questo paese ci sono le mafie. I magistrati, per combattere la corruzione, avevano chiesto lo stesso potere che hanno per lottare contro la mafia: questo risultato non lo abbiamo raggiunto, ma di certo è stato fatto un passo avanti».

Renzi su Twitter
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, affida un tweet il ricordo delle vittime: «Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro #ionondimentico» ha scritto il premier su Twitter.

Maria Falcone: «I giovani trasmettono voglia di legalità»
La sorella del giudice ucciso nella strage di Capaci, sottolinea l’importanza del ricordo tra le giovani generazioni: «Dopo più di 20 anni questi ragazzi che vedete ogni 23 maggio a Palermo sono diventati una forza che trasmette a tutti la voglia di legalità. È bellissimo oggi questo collegamento con tutte le città d’Italia». La verità sulla strage? «Ce la devono dire i magistrati» aggiunge. 

Il cardinale Romeo: «Sacrificio vittime mafia è patrimonio da valorizzare»

«Credo che quello che ci hanno lasciato Falcone e Borsellino, tante vittime della mafia, come anche don Pino Puglisi, è un patrimonio che dobbiamo valorizzare e proiettare verso le nuove generazioni». E’ la riflessione che l’arcivescovo di Palermo, il cardinale Paolo Romeo, affida ai giornalisti arrivando all’aula bunker dell’Ucciardone. 

Crocetta: «Angoscia per i politici che non combattono la mafia»
Fa riferimento al poco impegno di alcuni politici nel contrasto alla criminalità organizzata, il presidente della Regione, Rosario Crocetta: «L’angoscia non è solo solo per i morti, ma anche per tutti quei politici che non ritengono indispensabile la lotta alla mafia. Le adesioni formali non servono a nulla – continua il governatore -. Bisogna aderire con il cuore». Su Falcone: «Se le sue parole hanno un senso, allora bisogna dare una chance a tutti i ragazzi di borgata. Bisogna metterli nelle condizioni di sottrarsi alla mafia».  

Giannini: «I ragazzi si aspettano molto da noi»
Il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini: «Gli studenti chiedono sempre più coinvolgimento nella vita del Paese. La formula delle piazze della legalità credo sia la più giusta. Oggi ancor più che ieri, i ragazzi sono esigenti, si aspettano molto da noi».

 
Orlando: «Oggi, Palermo rappresenta l’Italia»
Appena giunto all’ingresso dell’aula bunker, il sindaco di palermo Leoluca Orlando: «L’elezione del presidente Mattarella è una tappa di un percorso di liberazione nazionale della mafia». Sulla commemorazione di oggi: «Oggi a distanza di anni questa lotta alla mafia si sdogana dalla provincia. Stamani Palermo rappresenta l’Italia»


* * * 

Ci sono eventi che ricordi per sempre. Con chi eri, dove stavi, che facevi. Anche quel tragico, assurdo 23 maggio del 1992 lo ricorderemo per sempre. Se poi vivi a Palermo allora quelle immagini, il viavai delle ambulanze, gli elicotteri in cielo come zanzare impazzite li hai stampati in mente.

Oggi l’Italia ricorda la strage di Capaci. Il giudice Giovanni Falcone muore per mano mafiosa 23 anni fa. Stava tornando da Roma, come era solito fare nei fine settimana. Il jet di servizio, partito dall’aeroporto di Ciampino intorno alle 16.45, è arrivato a Punta Raisi. Ad attenderlo tre Fiat Croma, gruppo di scorta sotto il comando del capo della Squadra mobile della Polizia di Stato, Arnaldo La Barbera.

Appena sceso dall’aereo, Falcone si sistema alla guida della vettura bianca e, accanto a lui, prende posto la moglie Francesca Morvillo, mentre l’autista giudiziario Giuseppe Costanza occupa il sedile posteriore. Nella Croma marrone c’è alla guida Vito Schifani, con accanto l’agente scelto Antonio Montinaro e, sul retro, Rocco Dicillo. Nella vettura azzurra ci sono Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo. La Croma marrone è in testa al gruppo, segue la Croma bianca, guidata da Falcone e, in coda, la Croma azzurra. Otto minuti dopo, alle 17.58, al chilometro 5 della A29, una carica di cinque quintali di tritolo, posizionata in un tunnel scavato sotto la sede stradale nei pressi dello svincolo di Capaci-Isola delle Femmine, viene azionata con un telecomando da Giovanni Brusca, il sicario incaricato da Totò Riina di uccidere il giudice antimafia palermitano.

Oggi saranno 40mila gli studenti di tutto il Paese e un centinaio provenienti dall’Europa e Stati Uniti che si uniranno nel ricordo delle stragi di Capaci, ma anche di quella di via D’Amelio.

«Palermo chiama Italia» è il titolo della manifestazione organizzata dalla Fondazione ‘Giovanni e Francesca Falcone’, in collaborazione con la Direzione generale per lo studente del Ministero dell’Istruzione, che quest’anno si svolgerà non solo a Palermo, ma anche nelle piazze italiane in cui cittadini e studenti saranno presenti per dare testimonianza del loro impegno per la legalità. Per poter soddisfare la richiesta di partecipazione che ogni anno arriva da centinaia di scuole italiane, il Miur e la Fondazione Falcone, grazie alla collaborazione della Rai, hanno infatti deciso di collegare il capoluogo siciliano con sei piazze di altrettante città (Milano, Gattatico, Firenze, Napoli, Rosarno, Corleone). 

A Palermo, ci saranno iniziative anche in piazza Politeama e nell’omonimo Teatro, al Teatro Massimo, in via d’Amelio e sotto l’albero Falcone, in via Notarbartolo. Anche quest’anno si terranno i due cortei aperti a tutta la società civile. Il primo corteo partirà alle 15.30 da via D’Amelio, il secondo corteo si muoverà alle 16 dall’aula bunker. Entrambi raggiungeranno l’Albero Falcone in via Notarbartolo. Diverse cittadine della provincia di Palermo (fra queste Partinico, Caccamo e Capaci) organizzeranno iniziative parallele.


 


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