Amministrazioni giudiziarie dei beni confiscati alla mafia «E’ tempo di dire basta: vanno assegnate ai senza casa»

Il Comune di Palermo deve acquisire i beni immobili confiscati alla mafia e ancora oggi gestiti dagli amministratori giudiziari. Un passaggio importante, che consentirebbe all’Amministrazione di aumentare le entrate e, contemporaneamente, di dare risposte concrete all’emergenza dei senza casa. 

A lanciare questa proposta è la vice presidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo, Nadia Spallitta. Che aggiunge: «Il tema non è nuovo, ma appunto per questo non bisogna perdere ancora tempo: penso, ad esempio, ai circa 500 immobili della società Immobiliare Strasburgo, tutti produttivi di reddito, che porterebbero nelle casse del Comune non meno di 800 mila euro all’anno».

L’immobiliare Strasburgo è una delle tante società confiscate alla mafia. Non è un caso unico. Si tratta di società che, da lunghi anni, vengono gestite da amministratori giudiziari. Vicende che, negli ultimi tempi, hanno dato luogo a polemiche, anche aspre. E’ il caso di ricordare che, qualche anno fa, si è scoperto che persino le pubbliche amministrazioni – le Aziende sanitarie provinciali e persino la stessa Regione siciliana – pagavano gli affitti agli amministratori giudiziari! Uno spreco di denaro pubblico – soprattutto in tempi di ristrettezze finanziarie – perché, in questi casi, come giustamente osserva Nadia Spallitta, la cessione di questi beni immobili agli enti pubblici aumenta le entrate delle Amministrazioni (nel caso in questione del Comune di Palermo) e dà la possibilità di consegnare questi appartamenti alle famiglie bisognose (nel caso di Palermo ai senza tetto). E – cosa importante là dove tale anomalia fosse ancora in atto – eviterebbe alle stesse pubbliche amministrazioni di pagare affitti, talvolta onerosi, ad amministratori giudiziari.          

Nadia Spallitta coglie anche l’occasione per fare il punto della situazione sull’emergenza dei senza casa di Palermo, alla luce della seduta del Consiglio comunale di due giorni addietro. «Il Sindaco Leoluca Orlando – dice la vice presidente del Consiglio comunale – ha confermato che sono pervenute circa 200 istanze per il contributo per disagio abitativo, il cui accoglimento implicherà per ogni nucleo familiare la corresponsione di 2.500 euro annui per il prossimo triennio. E’ intendimento dell’Amministrazione indire un terzo bando per estendere ulteriormente questo contributo, anche alla luce dello stanziamento in bilancio di ingenti risorse (che nel 2014 ammonta a un milione di euro). L’Amministrazione ha anche chiesto, nell’ambito del Pon Metro, 2.500 euro per le morosità incolpevoli, così da cercare di contrastare gli sfratti. Esistono inoltre 15 immobili Erp per i quali è stata stanziata una somma che servirà a finanziarne la ristrutturazione e l’utilizzo. Altri 350 mila euro sono stati stanziati dalla Giunta per Banco alimentare e dormitori».

Nadia Spallitta affronta anche il tema dell’autorecupero.  «I beni confiscati – aggiunge – saranno dati in custodia con conseguente obbligo di realizzare gli interventi necessari per l’abitabilità (una forma, quindi, di autorecupero). Sul versante delle confische, nel 2014 sono stati assegnati 131 nuovi immobili, la metà dei quali, già locati, garantiscono entrate per il Comune di circa 500 mila euro che verranno reinvestiti per l’emergenza abitativa».

Secondo Nadia Spallitta, per fronteggiare le situazioni di maggiore emergenza, «non sembra percorribile l’ipotesi della requisizione dei beni delle Opere pie. Si sta invece studiando una soluzione che consenta comunque all’Amministrazione di entrare nei consigli d’amministrazione delle Opere pie e promuovere i contratti di affitto o, comunque, la concessione degli immobili a coloro che siano in emergenza abitativa. Manca tuttavia un immobile comunale da utilizzare come ricovero». 

Poi c’è la storia delle abitazioni di via Brigata Aosta, «una vicenda drammatica, che a mio avviso merita maggiore attenzione ed in relazione alla quale l’Amministrazione sta tentando tutte le possibili soluzioni, a tutela sopratutto dei legittimi assegnatari dell’epoca. Ugualmente credo che si dovrà aprire un tavolo tecnico con le Opere pie occupate senza alcun titolo dai senzacasa, valutando la possibilità di assegnare, a titolo di canone, il contributo alloggiativo alle stesse Opere pie».


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