Scuole occupate a Palermo: «Non condanniamo i ragazzi» La lettera del consigliere comunale Filippo Occhipinti

Occupazione delle scuole a Palermo. Ci sono i fautori del ritorno in classe e ci sono quelli che intendono proseguire con la protesta. In democrazia – a cominciare proprio dai banchi di scuola – le opinioni diverse sono salutari. 

Oggi vogliamo segnalare una lettera che un consigliere comunale di Palermo, Filippo Occhipinti, che milita nelle file di Italia dei Valori, ha scritto ai professori e ai genitori.  

«Cari professori, cari genitori, chi vi scrive è un padre che ha a cuore il futuro de propri figli, esattamente come voi avete a cuore il futuro dei vostri e dei vostri alunni. E’ giusto pretendere un’istruzione e una scuola adeguata, è giusto ed è nostro prioritario compito, ognuno per i proprio ruoli, proteggere ed amare i nostri ragazzi. Ma non ostacolate la loro crescita, non condannateli».

«Non indignatevi oggi – scrive Occhipinti – se i vostri, i nostri figli chiedono di essere meno in un aula, di avere strutture sportive migliori, adeguate attrezzature tecniche e informatiche al passo delle loro esigenze e dei tempi. Non indignatevi se pretendono un insegnamento e un rapporto ,specie con voi cari professori, che non si riduca ad una continua valutazione dato che trenta alunni per classe non sono una buona scuola, ma un modo per farli stancare di andarci. Cari professori e cari genitori, domandiamoci se non era più giusto indignarci e ostacolare i vari governi, di sinistra e di destra, per tutti i tagli fatti con le riforme (?) dalle varie Moratti e Gelmini di turno. Domandiamoci dove eravamo quando agli alunni disabili veniva ridotto o addirittura negato il diritto allo studio».

«Abbiamo permesso direttamente e indirettamente che la scuola si svuotasse della sua vera funzione: formare i nostri figli per affrontare il loro futuro – prosegue la lettera del consigliere comunale -. Siamo proprio sicuri che perdere un giorno, una settimana, un mese, un anno di questa scuola così arida sia più importante di riuscire a cambiarla? Occupiamo, protestiamo insieme a loro e insieme a loro facciamo delle proposte per migliorare la scuola e impegnarsi in prima persona a consegnare una società che abbia delle prospettive di una vita migliore, oggi inesistenti».

«Siete e siamo rimasti indifferenti per troppo tempo verso tutto quello che succedeva – scrive sempre Occhipinti -: ma non c’è più tempo. Ascoltateli, ascoltiamoli con attenzione; rimarrete sorpresi per quello che sanno o possono fare i nostri figli. Invece di minacciare prendiamoli per mano, diamo fiducia e facciamoli crescere. E se sbagliano, saranno cresciuti due volte: nessuno cresce senza avere fatto degli errori. In fondo, se oggi la società che consegniamo loro è così sterile di idee, con pochi valori e non sente come prioritario l’uomo e i suoi bisogni, non è colpa loro, ma nostra, cari professori e cari genitori».

«Ragazzi – aggiunge il consigliere comunale – non scoraggiatevi, andate avanti se avete proposte concrete, isolate chi tra voi occupa per fare solo vacanza, fate tesoro della cultura e difendetela contro ogni logica di mercimonio e profitto perché solo la cultura potrà rendervi liberi e sicuri. Un popolo di ignoranti è più facile da controllare. Diffidate sempre da chi vi dice che la scuola non serve e diffidate anche da chi vi dice che questa scuola è adeguata per voi, che nulla si può cambiare perché tutto può essere cambiato : perseveranza , volontà , conoscenza e coraggio sono gli ingredienti magici del cambiamento».

«Non smettete mai di chiedere il meglio – conclude Occhipinti – perché voi costruite il vostro presente e il futuro dei vostri figli, noi non siamo stati così bravi, ci siamo distratti troppo e meritiamo un bel quattro in pagella e per chi di noi, professori e genitori, che vi amiamo immensamente, volesse stare al vostro fianco, siate clementi: rimandateci a settembre».


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