Giovanni Iudice, la forza dell’arte contro il potere

SI APRE IL PROSSIMO 4 NOVEMBRE A PALERMO, NEI SALONI DI PALAZZO SAN’ELIA, LA MOSTRA “ARTISTI IN SICILIA – DA PIRANDELLO A IUDICE”. L’IMPEGNO CIVILE DI UN ARTISTA CHE VITTORIO SGARBI CONSIDERA L’EREDE DI RENATO GUTTUSO

di Salvo Catalano

Quando l’artista gelese Giovanni Iudice ci accoglie nel suo bello studio, disordinato in un modo che solo i veri creativi sanno riprodurre, è ancora giorno. Al termine della lunga chiacchierata la luna sembra quasi ammonirci per lo sforamento dei tempi previsti. Inevitabile quando il dialogo è con una personalità così eclettica, capace di spaziare dal realismo di Picasso alle pale eoliche temporaneamente bloccate nel tratto di costa compreso tra Gela e Licata (http://ctzen.it/2014/09/04/gela-stop-alla-costruzione-del-parco-eolico-tar-si-a-sospensiva-comitati-una-vittoria/), in seguito al ricorso al Tar fortemente sostenuto dal pittore.

Nato nel 1970 a La Valletta, Iudice da sempre ha abbinato ad un carattere forte quadri e dipinti altrettanto forti, che hanno fatto discutere, vuoi per il tratto realistico, vuoi per gli accostamenti d’impatto. Come ad esempio il ciclo sui clandestini.

“In Sicilia nessuno vuole parlare davvero di migrazione, io coi miei disegni lo faccio da oltre 10 anni”, spiega. E sono state proprio le suddette opere ad attirare l’attenzione di un critico d’eccezione come Vittorio Sgarbi, che da quel momento lo supporta costantemente. Sino a definirlo l’unico vero erede di Guttuso.

Iudice e Sgarbi incroceranno ancora una volta i propri percorsi nella mostra “Artisti di Sicilia – da Pirandello a Iudice” che dal 4 novembre al 26 dicembre sarà possibile visitare a Palermo, al Palazzo Sant’Elia, in via Maqueda. Una mostra importante, con le esposizioni di 150 artisti, da Pirandello inteso come Fausto (il figlio dello scrittore premio Nobel) appunto a Iudice. 100 anni di siciltudine, l’ha parafrasata Sgarbi dal noto romanzo di Gabriel Garcia Marquez: dagli anni ’20 alla contemporaneità.

“L’esigenza del curatore – dice Iudice – è di raccontare l’arte siciliana, che secondo Vittorio rappresenta il 50% di quella italiana”.

La mostra andrà anche all’Expo di Milano per poi volare a Londra e Bruxelles. Iudice, però, lo scrivevamo prima, non è di quegli artisti schivi e chiusi nei propri studi. Molto attivo sui social network, agisce come un intellettuale impegnato. Prende posizione, suggerisce progetti, si batte per la propria terra.

“Vedo la mia città in agonia e voglio dare un contributo – conferma -. Bisogna rompere i meccanismi che ci immobilizzano. L’arte può essere una bella forza d’urto contro il potere”. Specie se la politica tende ad invadere ogni campo, persino la cultura e l’arte, attraverso gestioni meschine e miopi.

“Questa politica ha il vezzo di curare persino ciò che non le compete come il fenomeno della creatività. Oggi in Sicilia è il professionista mediocre che si fa politico”.

Anche a Gela Iudice ha le proprie scottanti esperienze. “Volevo donare alla città – racconta – un progetto a costo zero per una galleria d’arte contemporanea. Dopo vari incontri con l’Amministrazione comunale e soprattutto dopo la pubblicità che il Sindaco Angelo Fasulo s’è fatto con la mia idea, ad agosto ci informa che non è pronta nessuna delle promesse che c’aveva fatto. Né i locali promessi, né i documenti necessari”.

L’artista gelese però non demorde. “Sto dando un grosso contributo culturale al Movimento 5 Stelle. Proporrò presidi d’arte, laboratori in periferia che funzioneranno da recupero per il disagio sociale, un museo di civiltà greca, la tessera del turista che deve essere creata coi fondi delle royalties”.

L’entusiasmo di Iudice non è però ingenuamente ottimista: “Qui chi pensa di più è destinato all’esilio”. Però chi resta deve provare a sovvertire questo assunto. Ecco il più importante e bello schizzo che l’arte in Sicilia può dare.

 


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