Messina, Milazzo, Valle del Mela e Comuni alluvionati: territori e cittadini a perdere

LE AUTORITA’ HANNO GIA’ ARCHIVIATO L’INCENDIO DELLA RAFFINERIA, NEL TIMORE-TERRORE CHE I CITTADINI ORGANIZZINO UNA CLASS ACTION. A SFASCIARE LA SANITA’ PUBBLICA MESSINESE CI SI METTE PURE, SENZA RENDERSENE CONTO, IL SINDACO ACCORINTI. IL FOLLE ELETTRODOTTO NON SI FERMA. E SONO SPARITI PURE I SOLDI DEI CENTRI COLPITI QUALCHE ANNO FA DALLE PIOGGE. E LA POLITICA? A PARTE I GRILLINI, ASSENTE. ANZI COLLUSA CON I GOVERNI ‘TRUFFALDI’

da Messina senza Italia
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Se in una Sicilia disastrata c’è una provincia ancora più disastrata, ebbene, questa è la provincia di Messina. Tutto sembra congiurare contro questo territorio.

Basti ricordare l’incendio di qualche giorno fa, nella raffineria di Milazzo. Una vicenda sulla quale è piombato il silenzio di tutte le ‘autorità’ e della grande informazione.

Insomma a Milazzo e dintorni stavano morendo in pace, avvelenati lentamente da un inquinamento inesorabile. Poi è arrivato l’incendio della raffineria – che per fortuna non ha provocato morti – che ha acceso i riflettori su queste contrade.

Ora che l’incendio è domato bisogna nascondere tutto, evitando che gli abitanti tornino a lamentarsi dell’inquinamento. E, soprattutto, scongiurando che gli stessi abitanti si facciano promotori di una causa civile collettiva contro i petrolieri e, in generale, contro chi ha inquinato fino all’inverosimile Milazzo e i centri vicini.

Insomma, la missione è allontanare lo ‘spettro’ di una bella class action.

Nel silenzio generale parlano le Parrocchie e le Associazioni Ambientaliste della Valle del Mela. E lo fanno con un comunicato dove si legge:

“Tutti abbiamo toccato con mano il gigantesco disastro ambientale avvenuto la notte del 27 settembre 2014 all’interno della raffineria di Milazzo che ha potenzialmente minato in maniera significativa, la vivibilità di migliaia di esseri umani residenti nella territorio di Milazzo-Valle del Mela e Comuni limitrofi. Dobbiamo ammettere di essere stati fortunati e graziati”.

“Quanto sopra accaduto – prosegue la nota – è stato banalizzato e volutamente sminuito dalla proprietà e certa amicale classe politica del comprensorio del Mela. Se si fosse incendiato un serbatoio vicino alle abitazioni, o si fosse propagato agli impianti (soprattutto dove viene prodotto ed utilizzato l’idrogeno) non saremmo, ad oggi, riusciti a contare i morti. Siamo consapevoli che le industrie sono obsolete e possono causare disastri di grossa entità. Non possiamo convivere con questo rischio e sotto la spada di Democle che può cadere sulle nostre teste da un momento all’altro”.

“Difendiamo pertanto il nostro martoriato comprensorio contro i corrotti, gli affaristi e le lobby di potere – si legge sempre nel comunicato – le quali ad oggi, con incauta quanto malcelata disattenzione, in nome di un fantomatico quanto inesistente sviluppo industriale, seguitano ad elargire autorizzazioni. Il tutto comunque consumato in beffa ad una fantomatica Area ad Alto Rischio di Crisi Ambientale densamente abitata, qual è la Nostra!”.

Quindi l’annuncio:

“Vi aspettiamo tutti alla manifestazione presso la Piazza di Archi Sabato 4 ottobre 2014 alle ore 15.30 per dire che vogliamo le massime garanzie per la nostra vita, la nostra salute e l’ambiente”.

Quello che sconcerta è il silenzio della classe politica, o presunta tale, di Messina e della sua provincia. E’ come se questi territori non esprimessero parlamentari nazionali e regionali. Tutti allineati e coperti. Ascari per convinzione ‘filosofica’. Con la sola eccezione del Movimento 5 Stelle.

Milazzo, l’inquinamento incredibile di queste contrade e l’incendio che avrebbe potuto provocare una strage, lo ricordiamo, sono solo uno dei temi caldi di questa provincia.

Non dobbiamo ricordare la Valle del Mela, dove è in corso di realizzazione un elettrodotto che non serve alla Sicilia. Con i tralicci che passano a pochi metri dai centri abitati, pur sapendo che, per questi abitanti, l’inquinamento è assicurato. E infatti, ormai da anni, i casi di leucemia, da queste parti, sono tantissimi. Ma alle autorità oggi impegnate a sminuire gli effetti dell’incendio di Milazzo non gliene può fregare di meno.

In questo scenario il Governo regionale ha pensato bene, nel nome dei risparmi, di penalizzare la sanità di Messina. E’ in corso un’operazione di smantellamento di alcuni presidi sanitari da parte del ‘manager’ spedito nella Città dello Stretto dall’esecutivo regionale di Rosario Crocetta.

Si tratta di Michele Vullo, ex sindacalista della Cgil, chiamato a fare il ‘lavoro sporco’. E chi trova come alleato Vullo? Niente poco di meno che il Sindaco di Messina, Renato Accorinti, che, forse senza rendersi conto di quello che sta succedendo nella sua città, ha scritto una lettera che ha finito con l’avallare lo smantellamento di alcune strutture sanitarie di Messina.

Fine dello sfascio? Ma quando mai! La parlamentare grillina dell’Ars, Valentina Zafarana, qualche giorno fa, riesce ad ottenere una seduta della Commissione Bilancio e Finanze di Sala d’Ercole con all’ordine del giorno i soldi stanziati per le aree alluvionate del Messinese.

La deputata ha scoperto quello che altri parlamentari – nazionali e regionali – molto più anziani di lei avrebbero dovuto denunciare già da tempo: e cioè che tra il 2013 e il 2014 la Regione ha stanziato per i Comuni colpiti qualche anno fa dalle piogge torrenziali qualcosa come 4 milioni di euro. Solo che questi soldi non sono mai arrivati nei Comuni alluvionati.

Dove sono finiti? A questa domanda avrebbero dovuto rispondere mercoledì scorso, nella seduta della Commissione Bilancio e Finanze, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, l’assessore al Bilancio, Maurizio Agnello, il Ragioniere generale della Regione, Mariano ‘Mario’ Pisciotta e i vertici della Protezione civile regionale.

Ebbene, tutti questi personaggi hanno disertato la seduta della Commissione Bilancio e Finanze. Ed è anche logico: la verità su questi 4 milioni di euro circa deve restare nascosta. Tutti d’accordo, le forze politiche. E d’accordo anche la Protezione civile regionale (si vede che non c’era da andare a gestire appalti con la somma urgenza…).

Unica voce fuori dal coro, come già ricordato, il Movimento 5 Stelle.

PD, Udc, Megafono, Democratici e riformisti, Articolo 4: tutti zitti su Messina. Tutti zitti sull’incendio di Milazzo. Tutti zitti sui soldi rubati ai Comuni del Messinese travolti dalle piogge. Una ‘grande’ classe politica, non c’è che dire.

Solo qualche parola sulla sanità pubblica che va a rotoli da parte dell’ex Ministro, Giampiero D’Alia, messinese, in difesa dell’ospedale Piemonte. Difesa blanda, poi rientrata. Anche per non trovarsi più a sinistra del Sindaco Accorinti, che nel nome di una sinistra fallita va dietro al manager Vullo.

E’ subito rientrato nei ranghi, D’Alia. Pronto a difendere le ‘pastette’ del Governo Crocetta nella formazione professionale e nei flop-day: pronto a difendere a Sala d’Ercole l’assessore Nelli Scilabra dalle mozioni di censura.

Del resto, ce lo vedete l’Udc siciliana – che, ricordiamolo, ci ha regalato Crocetta – che difende gli interessi reali della Sicilia? Immaginare una Udc che difende Messina, Milazzo, la Valle del Mela e la sanità pubblica di questa provincia?

In compenso è arrivato il Governo nazionale di Renzi – quello delle tasse e dell’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori – l’interlocutore dei renziani siciliani: quindi l’alleato del renziano Crocetta, il presidente che ha nominato il manager della sanità Vullo, con il quale va a nozze il Sindaco di Messina Accorinti.

Che ha detto il Governo Renzi? Che Messina deve rilanciare il Ponte sullo Stretto. Non deve liberare Milazzo e la Valle del Mela dall’inquinamento, non deve ricostruire i paesi alluvionati, non deve tutelare la sanità pubblica penalizzata. Deve rilanciare il Ponte: sì, il Ponte tra mafia e ‘ndrangheta, il Ponte tra la massoneria di Messina e quella di Reggio Calabra, il Ponte, il Ponte, il Ponte…


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