Acque minerali: la Regione impone il bando pubblico per l’acqua Geraci. E per la Nestlè-Vera dei Monti Sicani?

DIVENTA SEMPRE PIU’ STRANA – QUASI UN MEZZO ‘GIALLO’ – LA POLEMICA, FINITA GIA’ SUI TAVOLI DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI PALERMO, DELL’AZIENDA CHE OPERA SULLE MADONIE

Ormai è ‘guerra’ aperta tra l’Acqua Geraci – un’azienda storica della Sicilia che opera sulle Madonie nel settore delle acque minerali – e la Regione siciliana. E’ evidente che i burocrati della Regione e gli amministratori di questa società parlano lingue diverse.

“La Regione siciliana – si legge in una nota dell’Acqua Geraci – ha da sempre prorogato e rinnovato le concessioni dei suoi beni senza alcuna gara pubblica, ma la regola non vale per l’Acqua Geraci. Per questa azienda il criterio che vogliono applicare alcuni funzionari regionali è quello di prorogarle la concessione di acque minerali, in scadenza il prossimo 17 novembre, solo fino al rilascio di una nuova concessione mediante gara pubblica”.

“L’infondatezza di un simile criterio è palese – prosegue la nota della società – ma rischia di costringere un’impresa produttiva e sana a chiudere e a licenziare i collaboratori tra pochi giorni. Pertanto l’Acqua Geraci ha presentato un’ulteriore denuncia alla Procura della Repubblica di Palermo, affinché vengano accertati con la massima urgenza gli eventuali reati ascrivibili ai funzionari che hanno emesso o prorogato concessioni di acqua minerale e di altri beni pubblici senza gare. Oppure ai loro colleghi che vogliono negare all’Azienda la proroga trentennale diretta della concessione che, dopo istruttorie ultra ventennali, è stata anche giudicata legittima e preferibile alle istanze di nuove concessioni presentate da altri”.

“In particolare – prosegue sempre la nota dell’azienda madonita – l’Acqua Geraci evidenzia che, recentemente, in Sicilia e in altre Regioni italiane, sono state rilasciate, prorogate, potenziate e ampliate diverse concessioni di acqua minerale senza alcuna gara, perché ciò è espressamente consentito non solo da leggi interne e norme comunitarie, ma anche dall’interpretazione autentica di queste ultime fornita dalla Commissione Europea del 2 maggio 2012”.

“Tale interpretazione autentica – recita sempre la nota dell’Acqua Geraci – ha, infatti, sancito che lo sfruttamento delle sorgenti minerali e l’imbottigliamento delle loro acque sono concedibili senza gare, perché non costituiscono prestazione di servizi, bensì un’attività di produzione primaria, che richiede investimenti in opere, macchinari, marketing e programmi ammortizzabili nel lungo periodo. Inoltre con decreto del 12 agosto 2014 l’Assessore Regionale per il Territorio ha prorogato senza gara fino al 31 dicembre 2020 tutte le concessioni delle spiagge siciliane per stabilimenti balneari in scadenza nel 2015.

“E’ innegabile che la Regione può accordare la proroga trentennale della nostra concessione se non vuole continuare a discriminarci ingiustamente – dice l’amministratore dell’Acqua Geraci Giuseppe Spallina -. Diversamente dovrà dichiarare l’immediata inefficacia di tutte le concessioni di beni pubblici rilasciate senza gare negli ultimi anni, denunciare chi ha omesso tale procedura per abuso d’ufficio e risarcire i danni arrecati ai concessionari decaduti, compromettendone gli investimenti e incrementando la disoccupazione”.

L’amministratore dell’Acqua Geraci ha anche chiesto di essere sentito dai magistrati.

Nota a margine

I vertici della società Acqua Geraci – anche se con motivazioni diverse dalle nostre – pongono un tema che LinkSicilia ha sollevato lo scorso anno sulla concessione oggi appannaggio della Nestè, la multunazionale che, di fatto, imbottiglia e rivende ai siciliani l’acqua che è già dei siciliani.

Il riferimento è alla sorgente sui monti Sicani. La politica è fatta anche di memoria. E noi non dimentichiamo che, con decreto numero 183 del 20 maggio 2013 del dirigente generale del Dipartimento Energia, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 12 luglio 2013, n.32, è stato accordato alla San Pellegrino spa il raddoppio dello sfruttamento delle risorse idriche dei pozzi Margimuto della sorgente nel territorio del Comune di Santo Stefano Quisquina, da 10 a 20 litri/secondo per tutta la restante durata della concessione trentennale di cui è titolare la società multinazionale Nestlè-Vera.

Come mai tanta severità – certamente legittima – verso un’azienda siciliana, mentre appena quindici mesi addietro lo stesso Governo regionale e la stessa burocrazia regionale non hanno riservato lo stesso trattamento alla Nestlè-Acqua Vera?

 

 


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