“La Tasi? I soldi per pagare i servizi ci sono già. Sbagliato tartassare i cittadini”

PARLA LA VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI PALERMO. E LO FA CON I DATI ALLA MANO. DIMOSTRANO CHE QUEST’ODIOSA TASSA – IN DISCUSSIONE STASERA IN CONSIGLIO COMUNALE – SAREBBE L’ENNESIMA ATTACCO SCONSIDERATO AI REDDITI DI FAMIGLIE E IMPRESE DELLA CITTA’

Con i soldi della Tasi che l’Amministrazione comunale di Palermo vorrebbe scippare ai cittadini non si pagheranno i servizi per i cittadini, ma ben altro. A cominciare dagli operai della Gesip, che debbono essere pagati dallo Stato. Non solo. Non è vero che il Comune è in deficit. Anzi, c’è un avanzo di amministrazione di circa 70 milioni di euro. E dunque non c’è bisogno di penalizzare ulteriormente i palermitani.

A dirlo, numeri alla mano, è la vice presidente del Consiglio comunale vicaria di Palermo, Nadia Spallitta. Il suo comunicato arriva proprio mentre Sala delle Lapidi – la sede del Consiglio comunale di Palermo – si accinge ad esaminare e ad approvare la nuova tassa a carico dei cittadini.

“Il Consiglio comunale – si legge ne comunicato di Nadia Spallitta – si appresta a votare le aliquote relative al 2014 della tassa di nuova istituzione, la Tasi, riferita ai servizi indivisibili. Più precisamente, la proposta dell’Amministrazione, prevede l’imposizione di un’aliquota del 2,9 per mille per l’abitazione principale, con detrazioni di 50 euro per unità immobiliare o di 20 euro per i figli minori o disabili, in affido e per i soggetti over 70”.

Dal provvedimento si stima un’entrata di 16 milioni destinata a finanziare:

illuminazione stradale pubblica (costo 11 milioni di euro circa);

pubblica sicurezza e vigilanza (41 milioni di euro);

servizi cimiteriali (2 milioni di euro circa);

manutenzione strade e verde (15 milioni circa);

servizi socio-assistenziali (30,5 milioni di euro);

protezione civile (940 mila euro) e servizi di tutela degli edifici (9,4 milioni).

Totale: 120 milioni di euro circa.

“Ritengo che tale tassa – sottolinea Nadia Spallitta – introdotta con legge dello Stato, non risponda ai criteri stabiliti dall’articolo 53 della Costituzione relativi a ‘capacità contributiva e progressività’. In particolare, non si tiene conto dell’effettiva capacità reddituale dei contribuenti”.

La vice presidente del Consiglio comunale ricorda che a Palermo, negli ultimi 3 anni, la pressione fiscale è aumentata di circa 90 milioni (da circa 250 milioni del 2010 a 340 milioni del 2013) e con la Tasi tale pressione è destinata ad aumentare.

A questo punto facciamo una scoperta:

“Molti dei predetti servizi indivisibili – sottolinea Nadia Spallitta – sono già stati coperti con trasferimenti dello Stato, della Regione e con il pagamento di tariffe, nonché con i proventi derivanti dalle sanzioni del Codice della strada. Credo che in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo non si debba aggravare la pressione fiscale. In caso contrario si rischia di determinare, come già avvenuto nel capoluogo, il tracollo della piccola e media impresa, non più in grado di affrontare i costi di gestione dei propri business”.

E’ quello che l’Amministrazione Orlando non capisce e che, invece, bisogna fargli entrare in testa: i cittadini e, soprattutto, le imprese (le imprese che a Palermo non hanno ancora chiuso i battenti, ovviamente) non sono limoni da spreme all’infinito.

“Dal momento che il nostro bilancio è in equilibrio – aggiunge del Consiglio comunale – e che, anzi, si è registrato un avanzo di circa 70 milioni, probabilmente possiamo esonerare i cittadini da questo ulteriore onere fiscale, riducendo l’aliquota al minimo contributivo dell’1 per mille. Se non addirittura, qualora dovessero sussistere le condizioni di compatibilità contabile e senza arrecare danno alle casse, ridurre ulteriormente la stessa”.

Insomma: Palermo può fare come Ragusa: può esentare i cittadini dalla Tasi.

“Inoltre, sotto il profilo delle esenzioni – conclude Nadia Spallitta – ritengo che la Tasi non debba essere pagata nel caso di abitazione coniugale assegnata al coniuge dopo un caso di separazione o divorzio e per i nuclei familiare a basso reddito. Non può infine sottacersi che in città, ancora, i servizi alla collettività non raggiungono i livelli di qualità ed efficienza adeguati. Per cui, all’imposizione fiscale, deve essere accompagnata una forte azione di controllo dell’operato delle società partecipate ed in generale degli uffici preposti all’erogazione dei servizi”.

Nota a margine

Nella parte finale del suo comunicato, Nadia Spallitta tocca un tema fondamentale: non si possono massacrare i cittadini dicendo che i soldi servono per i “servizi” se poi gli stessi servizi fanno schifo: Palermo è una città sporca, le strade sono quasi tutte scassate, i servizi sociali sono carenti, il trasporto pubblico delle persone lascia come sempre a desiderare, non c’è un miglioramento del verde pubblico.

Il Comune di Palermo, ormai da anni, paga tanto personale – regolarmente assunto e precario – per avere in cambio servizi pessimi.

L’unico servizio che funziona è quello delle strisce blu – in buona parte contro legge – e delle contravvenzioni. E delle altre multe appioppate ai titolari dei locali di ritrovo per ragazzi. Insomma, solo becera repressione per fare ‘cassa’. Tutto il resto lascia a desiderare.

La Tasi sarebbe solo l’ennesima vergogna e uno sprone ai palermitani a ribellarsi.


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