Madonie: la protesta dei richiedenti asilo che oggi hanno bloccato la strada Geraci Siculo-Catelbuono

ASPETTANO DA DIECI MESI LO STATUS DI RIFUGIATI. MA IL LORO DIRITTO SI SCONTRA CON GLI INTERESSI DI CHI GESTISCE QUESTO ‘BUSSINES’ CHE HA TUTTO L’INTERESSE A TIRARLA PER LE LUNGHE. UN AFFARE DA 400 MILIONI DI EURO

Sul sito Madonie press leggiamo di una rivolta dei cosiddetti richiedenti asilo politico scoppiata nel pomeriggio di oggi a Geraci Siculo.

Per la cronaca, ormai da mesi questo paese delle Madonie – come tanti altri centri della Sicilia – ospita da mesi una folta comunità di migranti che aspettano il riconoscimento dello status di rifugiati.

I migranti sono ospitati nell’ex Hotel Ventimiglia, trasformato in un Centro di accoglienza.

Stando a quanto scrive Madonie press, i migranti aspettano da otto-dieci mesi che le nostre autorità gli consegnino lo status di rifugiati che, per loro, significa avere in tasca un prezioso permesso di soggiorno.

A quanto pare i migranti si sono stancati di aspettare. E oggi si sono catapultati nella strada statale 186, quella che collega Geraci Siculo con Castelbuono.

Già da qualche giorno l’atmosfera, tra i migranti che aspettano lo status di rifugiati, è piuttosto pesante. A far infervorare gli animi è stato il provvedimento, adottato dalla Prefettura, che impone ad alcuni migranti il trasferimento in altri Centri d’accoglienza.

Cosa, questa, che ai migrati non è andata giù. Così hanno rivoltato i cassonetti dell’immondizia e impedito il transito delle automobili.

Dopo la protesta la situazione è tornata alla normalità.

Madonie press riporta una dichiarazione del Sindaco di Geraci Siculo, Bartolo Vienna: ”La protesta è appena rientrata, attualmente ci troviamo in assemblea per discutere civilmente su quanto successo e quali siano le soluzioni più veloci alle richieste dei rifugiati. Da dieci mesi aspettano questi documenti, pertanto, la protesta è legittima. Faremo in modo che questa loro protesta sia una sollecitazione a far arrivare e velocizzare la loro richiesta al segretario provinciale”.

Com’è noto, attorno ai centri di accoglienza dei migranti è sorto un grande business gestito non da soggetti pubblici, ma da privati. E’ evidente che la logica del profitto ha preso il sopravvento su tutto il resto. La stessa operazione Mare Nostrum, che viene presentata come in intervento ‘umanitario’, ha, dietro le quinte, un aspetto affaristico.

Il business, ormai, è avviato. E c’è il dubbio che più i richiedenti asilo politico rimangono dentro questi Centri di accoglienza, maggiore sia lo ‘sgobbo’, cioè il guadagno, di chi gestisce questo grande affare.

I Centri di accoglienza, in Sicilia, vengono aperti un po’ dovunque: hotel, agriturismi, ovunque ci sia la possibilità di ospitare migranti. Un affare – lo ribadiamo ancora una volta – gestito non da soggetti pubblici, ma privati. Che ci guadagnano una barca di soldi!

Un altro affare è rappresentato dai Centri per minori non accompagnati: qui il business raddoppia, perché la spesa – pubblica – non è di 45 euro a migrante, ma di 74 auro! Non a caso, in Sicilia, si contano già 350 Centri per il ricovero di migranti non accompagnati!

Ufficialmente, dopo una tiritera durata mesi, tutti questi soldi dovrebbero essere stati approntati dal Governo nazionale. In realtà, non è così. A pagare – anche se i siciliani non lo sanno – sono le famiglie e le imprese della Sicilia.

In un approfondimento che pubblicheremo domani, numeri alla mano, vi racconteremo che alla Regione siciliana questo ‘scherzetto’ sta costando quasi 400 milioni di euro!

Ah, dimenticavamo: il ‘settore’ è in espansione: sono in arrivo altre migliaia di migranti da dividere equamente in tutto il Sud d’Italia.

Insomma, il Mezzogiorno ha finalmente trovato la via allo ‘sviluppo’, gestito da privati. Una trovata geniale!

Foto tratta da newsgo.it

 


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