Elezioni europee/ Ultimo giorno di campagna elettorale. Berlusconi e Renzi tremano. E in Sicilia…

PD E FORZA ITALIA SEMBRANO CONCENTRATE A DEMOLIRE IL MOVIMENTO 5 STELLE. CHE RESISTE E RILANCIA. I GRILLINI RIPROPONGONO IL REFERENDUM SULL’EURO COME SCELTA DI DEMOCRAZIA. NELL’ISOLA SI ANNUNCIA UNA BATTAGLIA ALL’ULTIMO VOTO. DETTO QUESTO, ANDARE A VOTARE E’ IMPORTANTE. PER TUTTI. ANCHE PER GLI EUROSCETTICI CHE, A MAGGIOR RAGIONE, DOVRANNO VOTARE PER AIUTARE LA POLITICA A CAMBIARE

Così siamo arrivati alla fine di questa campagna elettorale per le elezioni europee. Che dire? Che ne stiamo vedendo e sentendo di tutti i colori. In Italia e in Sicilia.

In Italia Renzi e Berlusconi tremano. Non riescono a capire com’è possibile che un sacco di italiani si preparano a votare per il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. O meglio, sanno benissimo il perché, ma fanno finta di non capirlo.

E’ di ieri la notizia – che noi commentiamo in altra parte del nostro giornale – che l’Unione europea si accinge a conteggiare nel Pil gli affari ‘governati’ dalla grande criminalità organizzata europea. Droga, prostituzione, contrabbando di tabacchi e alcool: tutte queste ‘meritorie’ attività entreranno nel conteggio del Prodotto interno lordo dell’Unione europea.

Insomma, d’ora in poi bisognerà fare molta attenzione – per esempio – a reprimere la mafia. Perché lottando la mafia si rischia di far abbassare il Pil dell’Unione europea…

Del resto, dall’Unione europea delle banche, della finanza, del Fiscal Compact, del Two Pack cosa ci potevano aspettare di diverso? Non sono forse finiti nelle banche e nei grandi circuiti finanziari i proventi della mafia e, in generale, della grande criminalità organizzata?

Oggi ricordiamo Giovanni Falcone. E non è stato proprio Falcone, in un convegno celebrato a Palermo, nei saloni del Castello Utveggio, nel 1991, ad avvertire che la mafia era entrata neri grandi circuiti finanziari?

Un anno dopo Falcone sarebbe stato ammazzato. Mentre la mafia e l’Unione europea sono più vive e vegete che mai. E adesso saranno legate dal Pil…

In quest’atmosfera andiamo ad eleggere il nuovo Parlamento europeo. Con due novità che all’Unione europea delle banche, della finanza e, adesso, del Pil non piacciono affatto: la lista Tsipras in Europa e il Movimento 5 Stelle in Italia.

Sono proprio queste realtà che rappresentano la novità politica del nostro Paese in queste elezioni. Grillo è temuto. Non a caso Renzi e Berlusconi, di fatto, hanno imperniato le proprie campagne elettorali contro di lui.

Grillo, però, si difende alla grande. Nonostante il fango che hanno cercato di buttagli addosso tiene. Un sacco di gente lo vuole votare. E quando va in una qualunque piazza, migliaia e migliaia di persone si catapultano per ascoltarlo.

Ieri sera, ad esempio, ha detto a chiare lettere che se il Movimento 5 Stelle andrà a governare il nostro Paese – “E andremo a governare l’Italia”, ha promesso Grillo – saranno gl’italiani a decidere se stare o no nell’euro.

Grillo è un democratico. Il PD e Forza Italia, sotto questo profilo, non sembrano Partiti democratici. Perché rifiutano l’idea di un referendum popolare sull’euro. Dimostrano che l’europeismo, oggi, fa a pugni con la democrazia.

In questa campagna elettorale vanno segnalati gli spot dell’Unione europea che vanno in onda in Tv. Celebrano i fasti – che in realtà non ci sono – dell’Unione europea, di un mercato di 500 milioni di persone bla bla bla. E aggiungono, con una sfacciataggine che è pari alla loro arroganza, che l’attuale Europa è frutto di scelte democratiche!

Ma quando i cittadini europei sarebbero stati chiamati ad esprimersi democraticamente sull’euro? E quando sarebbe stato celebrato il referendum sul Fiscal Compact e sul Two Pack? Questa gente non si vergogna nemmeno di diffondere queste informazioni sulle Tv. Sono peggio, molto peggio del Miculpop fascista!

Ha fatto bene, ieri sera, Beppe Grillo, a dire che se il Movimento 5 Stelle conquisterà il Governo del nostro Paese straccerà il Fiscal Compact! Perché è il Fiscal Compact che sta rovinando il nostro Paese e che ha portato milioni di famiglie italiane sul lastrico!

Pensate: 50 miliardi di euro che ogni anno, per vent’anni, che il nostro Paese dovrebbe versare nelle ‘casse’ dell’Unione europea controllata dalla Germania. Un’altra vergogna inserita – il famigerato “Pareggio di Bilancio” – nella Costituzione italiana!

In queste elezioni ci sembra molto sottovalutata la Lista Tsipras. Il PD sta provando a fare finta di niente. Ma, sotto sotto, sono preoccupati. Perché un sacco di gente di sinistra voterà per questo Partito. Dicono che questa formazione politica – che in Italia ha unificato quasi tutte le sigle che stanno a sinistra del PD – non raggiungerà il 4 per cento.

A nostro avviso si sbagliano. Secondo noi, la Lista Tsipras avrà successo anche in Italia. Perché rappresenta un elettorato di sinistra che il PD non rappresenta più e che il Movimento 5 Stelle rappresenta solo in parte.

 

E in Sicilia? Il Movimento 5 Stelle sembra in grande forma. Aiutato dal peggiore Governo regionale della storia dell’Autonomia siciliana, quello di Rosario Crocetta.

Sulla carta, in verità, il PD dovrebbe stravincere queste elezioni europee nel collegio Sicilia-Sardegna. Ha presentato una lista forte. Noi non condividiamo il giudizio dell’onorevole Giovanni Barbagallo, che avrebbe voluto in lista anche Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia.

Il PD ha in lista candidati forti. C’è la candidata di un presidente della Regione (l’assessore regionale Michela Stancheris) che ancora oggi controlla almeno otto assessorati, tutto il sottogoverno strapieno di nomine e altro ancora. Una candidata che è appoggiata anche dalle ‘truppe’ di Totò Cardinale, ovvero una decina di parlamentari regionali.

Sempre nella lista del PD c’è la candidata di Articolo 4, Michela Giuffrida. Appoggiata da un’altra decina di parlamentari regionali.

Insomma, sulla carta queste due candidate sembrano forti. Noi, però, vediamo meglio altri nomi: per esempio quello di Renato Soru, che farà il pieno il Sardegna (alle elezioni europee si vota nel collegio Sicilia-Sardegna) e verrà votato anche nella nostra Isola. E poi Giovanni Barbagallo e Giovanni Fiandaca. E la capolista Caterina Chinnici.

A sinistra del PD c’è la già ricordata Lista Tsipras. Che in Sicilia dovrà faticare parecchio perché, a nostro avviso – lo ribadiamo – la lista del PD è forte. Ma anche i seguaci del leader greco non scherzano. E daranno battaglia. E in Sicilia lo spazio per una sinistra vera c’è.

Il PD è forte. Ma il Movimento 5 Stelle sta dimostrando di andare ancora più forte. All’Ars ha messo su un gruppo di parlamentari molto affiatati che si sono collegati con il territorio. Non è esagerato affermare che oggi i grillini hanno una rete di collegamenti con il territorio da far invidia quella del PCI degli anni ’70.

Grillo, in Tv cita Berlinguer. E i dirigenti del PD sorridono. In realtà hanno poco da sorridere. Perché oggi i grillini sono una forza politica che interpreta i bisogni della società dal ‘basso’. Proprio come faceva il Partito di Berlinguer. Piaccia o no, ma è così.

Anche Forza Italia, in Sicilia, non va male. I numeri non saranno quelli di una volta. Ma il Partito, tutto sommato, tiene la ‘botta’. Sarà interessante la lotta tra quattro candidati: Salvo Pogliese, Salvatore Iacolino, Innocenzo Leontini e Gianfranco Miccichè.

Forza Italia accuserà la scissione del Nuovo centrodestra di Angelino Alfano – Partito che in Sicilia non è messo male – ma recupererà perché un ‘pezzo’ importante della tradizione di An in Sicilia non è andato con Giorgia Meloni, ma è rimasto con Berlusconi. A cominciare proprio da Salvo Pogliese.

Il Nuovo centrodestra, in Sicilia, si sta battendo bene. Ieri un quotidiano on line dava favorito Giovanni La Via su Francesco Cascio. Noi siamo più cauti. E diciamo che la battaglia, per entrambi, si annuncia incerta.

Se Cascio, nella sua roccaforte elettorale di Palermo e dintorni, se la dovrà vedere con Salvatore Iacolino e Gianfranco Miccichè che pescano nella stessa area, a Catania La Via dovrà fronteggiare la presenza di Salvo Pogliese, che è veramente forte.

Insomma, massima incertezza. Anche se negli ultimi giorni non si escludono nuovi arrivi tra gli alfaniani di Sicilia. Che, in ogni caso, potranno contare pure sulla presenza dei candidati dell’Udc: Giovanni Pistorio e l’assessore regionale Patrizia Valenti.

 

La lista di Fratelli d’Italia soffrirà un po’. Ma non va sottovalutata. Perché in Sicilia An era pur sempre un Partito medio. Bisognerà capire se Giorgia Meloni è riuscita a galvanizzare gli elettori della destra siciliana.

Poi c’è la lista Scelta europea. Dovrebbero essere i liberali. O onor del vero, non conosciamo la forza di questa lista e la presa che potrebbe avere sull’elettorato della nostra Isola.

C’è anche la lista di Green Italia. Capeggiata dall’ex assessore regionale, Fabio Granata, personaggio molto conosciuto che ha ormai sposato la causa dei Verdi. Anche in questo caso, difficile fare previsioni.

Poi la lista di Italia dei Valori, che in Sicilia può contare su una buona organizzazione e sul segretario nazionale, Ignazio Messina. La strada, per loro, è tutta in salita. Ma i candidati di Antonio Di Pietro si stanno battendo come leoni.

In Sicilia è anche candidata la Lega Nord. Una presenza provocatoria.

Chiude la lista Io cambio della quale non conosciamo molto.

Detto questo, l’importante è andare a votare. Il voto è un diritto. Di tutti i cittadini. Anche dei cosiddetti euroscettici. Anzi, i dubbi sull’Unione europea e sull’euro debbono spingere chi li manifesta a recarsi alle urne. Perché il cambiamento inizia proprio dal voto.     

          


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