Politici: in Italia il record di condannati

A COMINCIARE DA BERLUSCONI, GRILLO E RENZI. NON MANCANO I CASI UN EUROPA. MA NON COME DA NOI…

Nei salotti dove si incontrano i più grandi scienziati del secolo, da tempo ormai si parla di una nuova specie i cui esemplari sono stati intravisti in diversi luoghi dell’Italia. La nuova specie, in realtà, pare possa essere classificata come sottospecie dell’HOMO POLITICUS: l’HOMO POLITICUS CONDANNATUS.

Sì, perché, tralasciando alcuni esemplari che ancora non si sa bene a quale specie appartengano (essendo stati indagati o rinviati a giudizio, ma non ancora condannati), gli esemplari di HOMO POLITICUS CONDANNATUS pare siano centinaia. E molti di questi ricoprirebbero cariche di primo piano. A cominciare da tutti e tre i leader dei maggiori partiti politici italiani: Pdl (o Forza Italia visto che in certi casi i cambiamenti sono più frequenti dell’alternarsi delle stagioni), PD e M5S. Tre formazioni politiche guidate da esemplari di HOMO POLITICUS che vantano sul proprio curriculum delle condanne.

Berlusconi per frode fiscale (che ha comportato anche l’interdizione dai pubblici uffici e la sua volontaria (?) rinuncia al titolo di Cavaliere), ma i processi in corso sono ancora molti.

Beppe Grillo condannato per omicidio colposo (la condanna più famosa), ma anche per diffamazione nei confronti della Rita Levi Montalcini e sempre per diffamazione nei confronti della Fininvest e, nel 2013 (ma solo in primo grado), per diffamazione nei confronti di Antonio Misiani.

Anche il “nuovo che avanza” Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, farebbe parte del gruppo. Vanta, infatti, una condanna di primo grado per danno erariale per l’inquadramento contrattuale di alcuni dipendenti assunti a tempo determinato, risalente a quando era presidente della Provincia di Firenze.

Pare che, addirittura, qualcuno dei nuovi esemplari di HOMO POLITICUS CONDANNATUS abbia pensato presentare per la candidatura alle prossime elezioni non il Curriculum Vitae et Studiorum, ma il certificato del casellario giudiziario…

Si va (elenco redatto in mero ordine alfabetico e a puro titolo esemplificativo e non esaustivo) da Rita Bernardini condannata per cessione gratuita di marijuana, a Massimo Berruti, condannato per favoreggiamento; Matteo Bragantini, condannato in appello per propaganda razziale; Aldo Brancher, condannato per appropriazione indebita e ricettazione; Giulio Camber Giulio, condannato in via definitiva per millantato credito; Gabriella Carlucci, condannata a risarcire una sua collaboratrice; Enzo Carra, condannato in via definitiva per false dichiarazioni ai PM…fino a Tortoli Roberto, condannato in secondo grado a 3 anni e 4 mesi per estorsione e a Denis Verdini indagato per false fatture (e reo confesso avendo dichiarato in un’intervista a Report «Sì, ho preso soldi in nero», senza dichiararli al fisco, 800 mila euro ricevuti da un costruttore siciliano) e a Carlo Vizzini condannato in primo grado per finanziamento illecito (poi prescritto).

La lista completa sarebbe troppo lunga. La verità è che accanto a nomi famosi, gli esemplari di HOMO POLITICUS che vedono il proprio nome aggiunto alla lista dei condannati (in primo grado o in secondo grado se non addirittura in via definitiva) è spaventosamente lunga. Specie in considerazione di quanto dice l’art. 54 della Costituzione: “…Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”. Più chiaro di così…

Tanto chiaro che alcuni hanno deciso di fare di certi principi e di certi valori il proprio emblema. Come Antonio Di Pietro, fondatore e per molti anni leader dell’Italia dei Valori, appunto, che è stato condannato (non in via definitiva) per diffamazione ai danni di Totò Cuffaro, ex governatore della Regione Sicilia (sentenza n. 1742/2013). Cuffaro che, nel 2011, è stato condannato anche lui, e in via definitiva, per certe conoscenze mafiose… E ciò nonostante la dichiarazione di Pier Ferdinando Casini che ha detto “Noi ci siamo attenuti rigorosamente al codice Bondi. Tra i nostri candidati non c’è nessun condannato e nessuno ha processi in corso. È vero – ha ammesso – c’è solo una persona che è stata condannata per abuso di ufficio dalla Corte dei Conti 20 anni fa…..

Tornando a Cuffaro, anche il suo successore, Raffaele Lombardo, è stato condannato a sei anni e otto mesi, per concorso esterno in associazione mafiosa…. (la sentenza non è ancora definitiva).

La lista degli esemplari di HOMO POLITICUS CONDANNATUS, molti dei quali sono stati visti aggirarsi tra le stanze degli uffici pubblici, è davvero lunga. A ben vedere, pare quasi che sia diventata conditio sine qua non per molti leader di partito.

Bossi è stato condannato per diffamazione pluriaggravata nei riguardi del sostituto procuratore di Varese, ma anche a un anno per istigazione a delinquere ai danni di Gianfranco Fini e di altri esponenti di Alleanza Nazionale e poi ancora ad un altro anno di reclusione in primo grado per avere dichiarato che “centomila bergamaschi erano pronti alla secessione”. E anche il suo successore alla guida della Lega Nord, Roberto Maroni, è stato condannato definitivamente a 4 mesi e 20 giorni per resistenza a pubblico ufficiale.

In realtà, se si dovesse tenere conto di tutti gli esemplari di HOMO POLITICUS indagati, ma non ancora condannati o di quelli per i quali il Parlamento non ha concesso il “via libera a procedere”, la situazione sarebbe mostruosa: una vera e propria invasione della nuova specie. Giusto per comprendere l’ordine di grandezza (o forse sarebbe meglio dire di “bassezza”) del fenomeno basti pensare che, secondo quanto riportato qualche mese fa su Libero, dal 9 novembre 2009 sarebbero ben 35 i politici di livello nazionale arrestati e circa 400 gli indagati. E questo solo nel PD. Se si considerassero gli altri partiti e se si estendesse la ricerca a tutti i livelli della politica, pare proprio che sarebbe molto difficile riuscire a trovare sul territorio nazionale un esemplare di HOMO POLITICUS che non sia stato condannato, almeno in primo grado, o per lo meno indagato.

Non che all’estero la situazione sia molto migliore. Chris Huhne, ex ministro dell’Energia britannico è stato condannato a 8 mesi di carcere per intralcio alla giustizia. L’ex-premier croato, Ivo Sanader, è stato condannato a dieci anni di carcere per tangenti. La Corte Suprema ha condannato l’ex primo ministro romeno Adrian N?stase a quattro anni di carcere per corruzione e a tre anni di carcere con l’accusa di ricatto. L’ex ministro della Difesa greco, Akis Tsohatzopoulos, è stato condannato per corruzione e riciclaggio di denaro (la notizia gli è stata comunicata in carcere dove già si trovava per frode fiscale!).

Thaksin Shinawatra, ex primo ministro della Thailandia e leader del partito populista Thai Rak Thai, è stato accusato di corruzione e abuso di potere e, da allora, vive in esilio; sarebbe stato condannato in contumacia anche a due anni di carcere per crimini collegati al conflitto di interessi.

L’ex primo ministro macedone Vlado Buckocski è stato condannato in appello per appropriazione indebita e corruzione. E un tribunale georgiano ha condannato a quasi quattro anni di carcere l’ex ministro della difesa, Bacho Akhalaia, alleato del presidente uscente Mikhail Saakashvili.

Liu Zhijun ex Ministro dei Trasporti Ferroviari nella Repubblica Popolare Cinese dal 2003 al Febbraio 2011, è stato arrestato per tangenti e favoreggiamento. Nel 2012 il Tribunale di Gerusalemme ha ufficialmente condannato l’ex primo ministro Ehud Olmert per corruzione.

Come molti suoi colleghi, però, Olmert non sconterà nemmeno un giorno di carcere. Sì, perché pare che una caratteristica comune alla maggior parte degli esemplari della nuova specie di HOMO POLITICUS CONDANNATUS (fatta eccezione per pochi, anzi, pochissimi esemplari), sia il fatto che nessuno di loro paga per i reati commessi, a volte per scadenza dei termini, altre volte grazie a leggi ad personam, altre volte ancora per amnistie camuffate sotto nomi diversi. Cosa questa che, secondo gli studiosi, favorirebbe la diffusione della specie. Il risultato è che il numero di esemplari di HOMO POLITICUS CONDANNATUS presenti in cattività si conta sulle dita di una mano. Tutti gli altri sono vivono liberi (forse sarebbe meglio dire “a piede libero”).

Liberi di decidere della vita di cittadini onesti. Sì, perché molti di quelli che sono stati condannati non solo non sono dietro le sbarre, ma continuano a militare imperterriti nei loro partiti e a decidere (eletti con un sistema dichiarato incostituzionale e, quindi, anche questo “condannato” e fuorilegge) del futuro della gente. E chi dovrebbe agire per il rispetto della Costituzione e garantire della correttezza di coloro i quali dovranno scrivere le leggi preferisce voltarsi da un’altra parte e far finta di non vedere. Mettendo spesso in questo modo l’Italia nelle mani di pregiudicati, condannati e persone di dubbia moralità.

Cioè nelle mani di esemplari di HOMO POLITICUS CONDANNATUS…..gli stessi che vorrebbero essere chiamati “onorevoli”.

Foto di rima pagina tratta da news.panorama.it

 

 


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