Il Palazzo dei Re, il romanzo di Aldo Penna

PUBBLICHIAMO ALCUNE PAGINE DEL ROMANZO DI ALDO PENNA, IL PALAZZO DEI RE. GAETANO FLORES, IL CRONISTA CHE NON SI ACCONTENTA DELLE VERITA’ UFFICIALI, ANCORA PROTAGONISTA

“Nell’istante prossimo si consuma quello precedente, si spreca il tempo e si vive sempre alla giornata”. Flores lesse quella frase e penso? alla sua vita.
Da venti anni lavorava per lo stesso quotidiano. Colleghi piu? giovani avevano fatto carriera ossequiando i superiori. Lui invece spesso si riteneva superiore. E la sua diversita? vera o presunta gli giocava regolarmente brutti scherzi. Adesso, dopo avere per- corso il tempo senza pensare al dopo o al domani, si domandava cosa gli riservasse il futuro. Compiva lo sforzo, per lui eroico, di immaginare la sua vita tra dieci o quindici anni. Poi, appena gli scenari evocati si delineavano, terrorizzato, spegneva il collegamento e tornava al quotidiano, alla vita vissuta attimo per attimo.
Rabbrividiva all’idea della pensione, ma soprattutto di giungervi senza essere mai uscito da quel giornale. Amava i posti lontani ma non partiva spesso. Era sedotto dal calore rassicurante della famiglia e non ne aveva una. Sognava di fare il reporter, di scrivere viaggiando, e invece raccontava la cronaca della sua citta? senza quasi mai muoversi da li?.

Smise di pensare. Una donna dai capelli rossi seduta dinanzi a lui sembrava fissarlo da dietro gli occhiali. Stava per indossare i panni del cacciatore che punta la preda, quando il telefono gli squillo? in tasca. Era il caporedattore.
Il cronista che si occupava di politica aveva avuto un incidente, il sostituto era in ferie e c’era bisogno di qualcuno che si recasse al Palazzo Reale per le dichiarazioni del Presidente. Per Flores equivaleva al trasferimento in una colonia penale. Disprezzava i palazzi della politica. Dopo la partenza di Lendina, il precedente caporedattore suo nemico, aveva stabilito con il nuovo una valida intesa. Anche grazie a lui aveva deciso di restare. Non poteva rifiutargli questo favore.


Il Palazzo dei Normanni lo aveva visitato da turista. Un luogo denso di storia. La Palermo araba e normanna si rincorreva tra i portici e i suoi edifici a torre.
Percorse corridoi silenziosi puntellati dalla presenza di commessi in uniforme e fu dietro la porta di Sala d’Ercole, l’ampia aula che ospita le sedute dell’assemblea regionale. I posti per il pubblico, collocati alle spalle degli scranni dei deputati, avevano dei vuoti. Flores sedette e si guardo? attorno.
“Mi auguro che queste riforme diano i risultati desiderati. Altrimenti ci sarebbe da lasciarla la Sicilia”. L’on. Castrofilippo leggeva con slancio. La sua inflessione dialettale, forte e marcata, gli rintronava nelle orecchie. Si annoiava.
Guardo? i soffitti affrescati della grande sala. Il mito di Ercole, la nascita, il trionfo e la morte gli sembravano fuori posto per un’aula che spesso aveva fatto girare al contrario la ruota della storia.
“Non si deve permettere”. “Lei dice un mucchio di falsita?”. Il Governatore termino? il suo intervento tra le proteste dell’opposizione e gli applausi della sua parte politica.
Flores si alzo? in piedi. Mentre i commessi impedivano agli avversari di raggiungere i banchi del governo, nelle ultime file una donna sui quaranta, in elegante completo bianco, era rimasta distaccata e indifferente. Non restava che scrivere il pezzo e trasmetterlo in redazione.

 

 

Venerdì 7 marzo
ore 17 presso la Fonderia Reale,
Piazza Fonderia (alla Cala)
Palermo

incontro, presentazione, festa

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IL PALAZZO DEI RE

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