Eas, i sindacati avvertono i Prefetti: circa 40 Comuni resteranno senz’acqua

OGGI INFUOCATA ASSEMBLEA DEI DIPENDENTI DELL’ENTE ACQUEDOTTI SICILIANI LASCIATI SENZA SOLDI DAL SOLITO GOVERNO CROCETTA. IL 4 FEBBRAIO MANIFESTAZIONE IN PIAZZA

Assemblea dei lavoratori dell’Eas infuocata, oggi a Palermo. I dipendenti dell’Ente acquedotti siciliani lamentano il mancato pagamento delle retribuzioni non a causa dell’impugnativa della Finanziaria da parte del Commissario dello Stato, ma perché l’Eas è stato finanziato da Governo e Ars con soldi falsi, cioè con risorse finanziarie che, per obbligo di legge, vanno destinate ad altre finalità

Alla luce del papocchio combinato dal Governo regionale e, in particolare, dal suo estensore, l’assessore all’Economia, Luca Bianchi, agli uffici del Commissariato non restava che l’impugnativa davanti alla Corte costituzionale.

Di fatto, il Governo regionale ha lasciato senza soldi, tra i tanti, anche i dipendenti dell’Eas. Da qui l’assemblea del personale Eas di oggi. Con i sindacati che, unitariamente, hanno inviato una lettera ai Prefetti di Catania, Messina e Trapani avvertendoli che, a causa del mancato pagamento dei loro stipendi, i lavoratori si asterranno dal lavoro e quindi l’erogazione dell’acqua agli utenti verrà sospesa.

L’atto è dovuto per la ragione che costoro forniscono un servizio primario e perciò stesso non possono sospenderne la fornitura senza preavvertire chi deve approntare soluzioni alternative. Inoltre, hanno scritto anche al Prefetto della provincia di Palermo per avvertirlo che, a seguito del proclamato stato di agitazione, i lavoratori della sede daranno luogo a manifestazioni in città.

Infine, i Cobas-Codir e il Sadirs hanno indetto un’assemblea e relativo sit-in, per martedì 4 febbraio prossimo di tutti i dipendenti regionali e quelli degli enti collegati sotto Palazzo d’Orleans sede della presidenza della Regione siciliana.

E’ appena il caso di ricordare che questa vicenda è conseguente alla privatizzazione del servizio pubblico dell’acqua in Sicilia, nonostante l’esito referendario, a partire dal 2011, va in direzione esattamente opposta.

Come riferiamo in altra part del giornale, l’Eas oggi è in uno stato di liquidazione ‘congelata’ dai primi anni del 2000: l’Ente, infatti, ha continuato a funzionare, fornendo l’acqua a una quarantina di Comuni delle province di Catania, Messina e Trapani.

Il bello è che la gestione commissariale dell’ente in liquidazione ha già cumulato pignoramenti per circa 45 milioni di euro: basti pensare che pure la sedia e la scrivania del commissario sono state pignorate. Pignoramenti che colpiscono i benché residui minimi dei flussi di cassa e che impediscono l’acquisto dei reattivi chimici per la potabilizzazione dell’acqua per usi civili. Un pericolo per l’incolumità pubblica che dovrebbe essere oggetto d’interesse dei Prefetti e della magistratura penale. E infatti, a fronte di questi pericoli per la popolazione, sono in tanti a chiedersi: come mai non interviene nessuno?   

Questo stallo della vicenda Eas è conseguenza delle indecisioni di questo Governo e dei Partiti che lo sostengono circa la prospettiva da intraprendere a proposito della gestione pubblica del servizio idrico, atteso che nel passaggio alla gestione privatistica si sono consumati affari non facilmente modificabili. Al punto che il presidente della Regione, onorevole Rosario Crocetta, ha avuto modo di dichiarare che i dipendenti Eas secondo lui possono essere licenziati.

La stessa cosa, però, non l’ha detta a proposito dei precari degli enti locali e della stessa Regione, né nei confronti del personale delle società in house, anche se alcune di queste sono state poste in liquidazione al pari dell’Eas. Questi non si toccano: appartengono a categorie ‘protette’.

Insomma, siamo in presenza di un pasticcio che si sovrappone ad altro pasticcio. Il presidente Crocetta si è dimostrato un grande chef nel confezionare pasticci in salsa Eas…


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