Sette buone ragioni per difendere il Parco Ornitologico di Villa d’Orleans

“IL PRESIDENTE CROCETTA SI RICORDI CHE LA REGIONE E’ OSPITE DELLA CITTA’ DI PALERMO E NON PUO’ CALPESTARE I DIRITTI DEI SUOI CITTADINI”

da Silvano Riggio
ordinario di Ecologia presso l’Università degli studi di Palermo
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Non so come uscirà Rosario Crocetta dalla sua (dis)avventura politica e quale ricordo lascerà a questa regione precipitata in fondo a tutti gli standard di civiltà. So per certo che per i “palermitani onesti” il governatore si è guadagnato un marchio d’infamia che cancella eventuali azioni positive (ma quali?). Il marchio d’infamia si chiama Villa d’Orléans.

Nell’Isola afflitta da malgoverno e miseria e dal più nero default il governatore si appunta sui costi dello zoo presidenziale! All’inizio fu difficile prenderlo sul serio. Con tutti i problemi sul tappeto che peso potevano avere le antilopi e i pappagalli della presidenza? Sembrarono i prodromi di una boutade destinata a finire nel nulla una volta che se ne fosse dimostrata l’inconsistenza.
Ma così non fu, perché l’ira funesta del governatore è esplosa in un crescendo di invettive e proclami congestionati che oggi sono un’autentica ossessione. Con una facile battuta Crocetta lancia una crociata (degna di ben altra causa) per mettere in croce il legittimo proprietario e “amico” degli animali, che gli sta antipatico.

In altre occasioni ho espresso il mio pensiero su Villa d’Orléans e un paio di volte ho testimoniato in Tribunale. Non vorrei ripetermi, ma proverò a riassumere in pochi punti perché ho difeso e difendo il giardino di Villa d’Orléans e il suo legittimo gestore.

Primo, perché Villa d’Orléans accoppia la bellezza con la cultura in tutti i sensi e permette un approccio unico con la natura in una città distrutta dal cemento.
Secondo, perché Villa d’Orlèans è l’unica oasi di tranquillità per mamme e bambini in una città a loro proibita
Terzo, perché l’iniziativa è l’unica che abbiamo degna di una grande città europea.
Quarto, perché gli animali esposti sono di grandissimo interesse scientifico e sono nati e cresciuti in cattività. Non sopportano lo stress cui li sottopongono il governatore e il suo staff di burocrati superpagati. Non dimentichiamoci che sono francescanamente (ma anche biologicamente) nostri fratelli e non oggetti di contrattazione (come pretende il Crocetta).
Quinto, perché oltretutto Villa d’Orléans racchiude un lembo storico del paesaggio naturale di Palermo, che la gestione di Lauricella (e non il crociato governatore) ha preservato e valorizzato.
Sesto, last but not least, perché Villa d’Orlèans appartiene ai palermitani e non è bene privato del governatore, che non può disporne a piacimento.
Settimo, perché il costo dello zoo è certamente inferiore alle laute @tin.itprebende percepite dai solerti funzionari e consiglieri del presidente.

Questi sono gli sprechi, signor Governatore, non gli animali!

A questo punto sarebbe opportuno ricordare che siamo sull’orlo di un conflitto di competenza che potrà diventare uno scontro, dato che la Regione è ospite (sovente indesiderata) di questa città e non può calpestare il diritto dei cittadini di Palermo.
Il governatore ricordi che deve comportarsi come un ospite discreto e non come un padrone dispotico e arrogante. Non possiamo cancellare dalla memoria lo scempio operato a Palermo dai politici ed amministratori “rignicoli” – basti per tutti Vito Ciancimino – provenienti dalla Sicilia profonda. Cosa può capire della bellezza e della cultura di questa città chi viene dal luogo più abusivo e inquinato d’Italia?

Grazie all’azione appassionata di Luisa La Colla e Francesco Bertolino, entrambi componenti del Consiglio comunale di Palermo, il caso di Villa d’Orléans è stato sottratto all’arbitrio della presidenza e portato all’attenzione della cittadinanza. E’ un passo importante per l’affermazione dei valori di questa città contro le scelte dei satrapi venuti dall’entroterra.

Sarà benvenuta una decisa presa di posizione del primo cittadino, Leoluca Orlando, perché faccia valere il diritto dei palermitani a godere le cose più belle che una storia di scempi ci ha miracolosamente risparmiate.

 

 

 


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