Il Governo Letta-Alfano-Bilderberg snobba i Forconi. Ma la protesta popolare non si placa. E in Sicilia…

IL VECCHIO SISTEMA POLITICO ITALIANO PUNTELLATO DAL PD SI SENTE AL SICURO. SOPRATUTTO DOPO L’ELIMINAZIONE PER VIA GIUDIZIARIA DI BERLUSCONI. OGGI SI ACCINGE A ‘INCORONARE’ PER LA SECONDA VOLTA LETTA. MA PIANO PIANO LA GENTE COMINCIA  A CAPIRE CHE IN ITALIA IL VERO PROBLEMA E’ L’EURO. E I PARTITI CHE DIFENDONO QUESTO SISTEMA MONETARIO. A COMINCIARE DALLO STESSO PARTITO DEMOCRATICO

di Economicus  

E’ inutile utilizzare giri di parole: in Sicilia la protesta dei Forconi è stata sminuita, se non quasi eliminata, dai Prefetti e dai Questori del Ministro degli Interni Angelino Alfano. In Sicilia non si parla delle ragioni della protesta, ma solo di ordine pubblico.
Mariano Ferro, leader dei Forconi siciliani, ci racconta che ieri ha incontrato il Prefetto di Palermo. Gli ha esposto le ragioni di un Movimento che non riesce a far ascoltare la propria voce. Ma questo, ovviamente, non è un discorso che può interessare i Prefetti e i Questori, che dipendono dal Governo centrale. Se Roma impartisce certi ordini, beh, Prefetti e Questori non possono che obbedire.
Così, come ci è capitato di scrivere nei giorni scorsi, va in scena un paradosso tutto siciliano: mentre ne resto d’Italia la protesta popolare prende forma, e benché ignorata dal Governo delle banche Letta-Alfano-Bilderberg trova anche sponde inaspettate (emblematica la solidarietà degli uomini delle forze dell’ordine al popolo dei Forconi, uomini delle forze dell’ordine a propria volta massacrati da un Governo nazionale che sa solo mettere tasse e disinformare gli italiani), in Sicilia, la terra dove i Forconi sono nati, tutto tace.
Non solo. Alla protesta popolare, che è nazionale, il Governo Letta-Alfano-Bilderberg risponde con una scrollata di spalle: come se i Forconi non esistessero. Anzi, risponde con una sfida, se è vero che, oggi, il Parlamento dovrebbe dare la solidarietà allo stresso Governo. Contenti loro…
Di fatto, l’esecutivo nazionale snobba il Movimento popolare dei Forconi. Della serie: a noi di voi non ce ne frega niente! Siete per le strade a protestare? Restateci! A noi tanto ci difendono le forze dell’ordine e magari l’esercito.
Non c’è dialogo tra i Forconi e il Governo Letta-Afano-Bilderberg. L’esecutivo nazionale, ad esempio, non dice il perché nella manovra di stabilità ha previsto 17 miliardi di euro per le banche e perché ha condonato 98 miliardi di euro di tasse ai titolati delle sale da gioco. L’arroganza di questa gente oggi al Governo del nostro Paese non ha limiti. 

Da questo dibattito che, piaccia o no, sta creando in tutta l’Italia un fronte contro l’attuale Governo nazionale, al di là e al di fuori dal sistema dei Partiti, la Sicilia è esclusa non da Prefetti e Questori che fanno il proprio dovere, ma da un Governo nazionale che tratta la Sicilia come l’ultima delle colonie. E questa è una riflessione che dovrebbero fare i siciliani che continuano a votare per i Partiti dell’attuale Governo.
In questo passaggio della storia del nostro Paese c’è il grande equivoco del PD: un Partito che non ha vinto le elezioni politiche, che per continuare a governare ha promosso il ribaltone di Alfano e dei suoi compagni di strada e che, adesso, sulla scorta di elezioni primarie gonfiate, con Matteo Renzi segretario pensa di essere diventato il padrone del nostro Paese.
In realtà, Renzi è solo il segretario di un Partito che ha preso il 30 per cento dei consensi in una competizione elettorale dove ha votato poco più del 50 per cento degli elettori. Con un sistema elettorale – il Porcellum – ‘bocciato’ dalla Corte Costituzionale.
Non comprendere – come sta facendo il PD di Renzi e, in generale, la sorda politica italiana – che ormai la stragrande maggioranza della popolazione del nostro Paese è contro l’euro, contro l’Unione europea, contro la Bce, contro le banche e contro la finanza speculativa sarà la tomba del vecchio sistema politico italiano oggi puntellato dal PD.
Se in questo momento, in Italia, i Forconi si organizzassero in una forza politica anti-euro e anti-Unione europea – pronunciandosi chiaramente per l’uscita dall’euro – creerebbero seri problemi alla politica tradizionale. Quello che manca ai Forconi è l’organizzazione e la comunicazione. Ma se dovessero trovare chi li organizza, PD, Forza Italia, Grillo e via continuando si troverebbero di fronte un avversario ostico. Perché oggi gl’italiani hanno capito una cosa: fino a quando il nostro Paese resterà nell’euro la pressione fiscale non si abbasserà, semmai si alzerà ancora.

Quello che la politica tradizionale italiana non capisce – o fa finta di non capire – è che la gente, in Italia, ha i coglioni rotti dall’euro, dal Fiscal Compact, dal Two Pack e dalle varie massonerie finanziarie che si sono impossessati del nostro Paese.
Al contrario di quello che pensano i vertici del PD – che avendo eliminato Berlusconi sul piano giudiziario pensano di avere già vinto le prossime elezioni – gl’italiani hanno perfettamente capito come stanno le cose.
Hanno capito – lo stanno provando in questi giorni sulla propria pelle – fra Imu, Tares, Irpef, Irap e le altre tasse comunali tutte ai massimi livelli, che della tredicesima di quest’anno gli rimarranno solo pochi spiccioli. Proprio come lo scorso anno con Monti. Il resto sono minchiate.

Anche per gli stessi iscritti al PD la festa mediatica delle primarie avrà una coda di qualche giorno. Poi anche loro, gli piaccia  no, dovranno prendere atto che il Governo Letta-Alfano-Bilderberg, in un anno, ha prodotto solo tasse e nuovi disoccupati.
Ormai gl’italiani hanno compreso che la politica del nostro Paese è impotente. Che l’errore, come si dice dalle nostre parti, è nel manico. E che l’Unione europea, dopo avere rovinato agl’italiani anche il Natale di quest’anno lasciandoli senza soldi, si accinge a rovinargli il 2014 e gli anni a venire.
Sotto questo profilo, il Movimento dei Forconi, anche se in modo confuso, pone problemi seri. In ogni caso, il segnale è stato dato. Si tratta solo di organizzare questo grande dissenso vero l’euro e verso l’Unione europea delle banche, della finanza e, forse, anche degli interessi della grande criminalità organizzata, oggi silente, ma molto più potente del passato.


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