Palermo/ … e al posto dell’edilizia sociale arrivarono tante belle speculazioni!

LA VICENDA DI VIA MATER DOLOROSA – UNA LOTTIZZAZIONE DI 14 VILLETTE ALLE FALDE DI MONTE PELLEGRINO – A QUANTO PARE E’ SOLO LA PUNTA DI UN ICEBERG. VI RACCONTIAMO UNA STORIA UN PO’ INCREDIBILE CHE RIGUARDA UNA CITTA’ DOVE I SENZA CASA RESTANO TALI. E DOVE C’E’ CHI SI E’ ARRICCHITO E SI ARRICCHISCE ANCORA SUI TERRENI DOVE DOVREBBERO SORGERE LE ABITAZIONI PER I POVERI

A Palermo, qualche settimana fa, è stato disposto uno sgombero di alcune famiglie che avevano occupato un edificio privato. Provvedimento giusto. Non intervenire avrebbe significato far precipitare la città nel caos. Detto questo, sarebbe auspicabile che il capoluogo dell’Isola si desse da fare per realizzare nuova case popolari. Edilizia sociale, per intendersi. (sotto. a destra, foto tratta da tanogabo.it)

Domanda da cento punti: e se invece si dovesse scoprire che, là dove dovrebbero sorgere case popolari da dare ai senza casa, aggirando la legge, sono state realizzate villette? In pratica, speculazioni edilizie in barba alla legge? E se si scoprisse che tutto questo si sta verificando anche con l’attuale amministrazione comunale?

Vediamo, adesso, di raccontare una storia. Mettendo in conto la possibilità di sbagliare. Sapete, non è facile chiedere e ottenere le ‘carte’ dalle amministrazioni pubbliche in Sicilia. Proprio in questi giorni stiamo chiedendo al Comune di Palermo quante sono le aziende, pubbliche e private, che percepiscono i rimborsi, visto che pagano lo stipendio ai consiglieri comunali che non vanno a lavorare per impegni ‘istituzionali’. Vorremmo capire quanto costa ‘sto scherzetto dei rimborsi al Comune di Palermo. E quanto percepisce, in totale, un consigliere comunale che cumula stipendio (pagato indirettamente dal Comune) e indennità di carica, secondo quanto prevede una legge regionale che nessuno vuole cambiare.

Su questo fronte aspettiamo le ‘carte’. Intanto siamo riusciti ad avere altre ‘carte’: quelle relative una storia un po’ incredibile. Una vicenda edilizia che arriva alle falde di Monte Pellegrino. Erano arrivati lì, alla fine degli anni ’50, anche Vito Ciancimino e la sua band. Ma vennero fermati dall’avvocato Pompeo Corso, al quale dobbiamo la salvezza della Favorita e di Monte Pellegrino.

Oggi il cemento torna a lambire le falde di Monte Pellegrino. Il luogo, stando a quello che leggiamo, dovrebbe essere via Mater Dolorosa. Ma andiamo con ordine.

Partiamo dall’inizio: dal 1997, anno di approvazione del Piano regolatore generale (Prg) di Palermo. Qualche anno dopo si stabilisce di realizzare circa 10 mila alloggi popolari. Nelle zone “C”, a quanto leggiamo. In queste aree dovrebbero essere realizzate attività ricettive, produttive e progetti di edilizia sovvenzionata agevolata. Progetti che potrebbero prevedere l’esproprio e che dovrebbero essere realizzati da enti pubblici. Insomma, edilizia sociale. Che può essere realizzata nel Centro storico e nelle zone “C”.

A questo punto, il primo particolare degno di nota. All’articolo 12 delle Norme tecniche di attuazione urbanistica – che sono delle vere e proprie ‘leggi cittadine’ – viene presentata un’osservazione da parte di una signora della quale non leggiamo bene il nome. Tale osservazione, che propone di aprire alle cooperative edilizie, viene accolta. (a sinistra, foto tratta da settimopiano.it)

Il passaggio è importante. In pratica, nel 2002, nel decreto di approvazione del Prg di Palermo, viene recepita l’osservazione di questa signora. In base a tale osservazione i Piani particolareggiati per progetti di edilizia agevolata o sovvenzionata, oltre che da enti pubblici, possono essere realizzati da enti privati.

La Regione detta anche delle prescrizioni. Vuole che il Comune cambi alcuni commi (se non abbiamo letto male, il comma 4 e il comma 5).

Il Comune, due anni dopo – questi sono i tempi delle burocrazie siciliane – con una delibera di presa d’atto, inserisce, per quello che si legge, alcune prescrizioni della Regione. Tra queste, anche la modifica dei commi 4 e 5.

Le prescrizioni – questo dalle carte si evince chiaramente – non toccano il comma 1. I privati e le cooperative edilizie restano. Per realizzare, ovviamente, piani di edilizia agevolata.

Si arriva al 2006. Il Consiglio comunale approva na delibera denominata “Errata corrige”. Di fatto, sono ulteriori modifiche al Prg. Tra queste – e stiamo arrivando al punto nodale di questa storia – all’articolo 12, primo comma, viene inserita la lettera “O”.

Fino ad allora – l’abbiamo già scritto – soggetti pubblici e privati potevano realizzare progetti di edilizia sociale nelle zone “C”. Improvvisamente, in virtù di un’interpretazione degna del miglior Azzeccagarbugli, questa benedetta lettera “O” viene letta come una norma che dà la possibilità ai privati non di realizzare solo edilizia sociale, ma anche edilizia privata!

La lettera “O” dice questo? A nostro avviso, no. Ma noi non siamo esperti di diritto urbanistico. Però, senza essere esperti di diritto urbanistico abbiamo capito una cosa: e cioè che aree che avrebbero dovuto essere destinate ad edilizia pubblica – magari per dare le abitazioni alle tante famiglie di senza case di Palermo – sono diventare aree nelle quali si effettuano speculazioni edilizie. Con grandi lottizzazioni di cui si conosce poco o nulla.

Questa storia siamo riusciti a ricostruirla partendo dalle falde di Monte Pellegrino. Per la precisione, dalla citata via Mater Dolorosa. Dove è in corso la realizzazione di ben 14 villette con la ‘benedizione’ del solito assessore comunale, Tullio Giuffrè. In un’area che non è più residenziale. Pensate: 14 mila metri quadrati di area edificabile alle pendici di Monte Pellegrino. In forza di un’interpretazione di una norma, che definire forzata è poco, si sta stravolgendo il Piano regolatore della città.

Ma il punto non è solo questo. La vicenda di via Mater Dolorosa impone una domanda: quante altre zone “C” della città, che avrebbero dovuto essere destinate ad alloggi sociali, per fronteggiare la gravissima crisi abitativa di Palermo, sono invece state lottizzate con edifici privati?

Chiediamo e ci chiediamo: ma l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente non sa nulla? E’ forse troppo impegnato ad autorizzare i Muos e a non vedere l’inquinamento provocato dall’Eni in Sicilia? E dalle parti del Cru, Consiglio regionale dell’urbanistica, sanno qualcosa? E il nostro Sindaco Orlando che dice? E il nostro amico Alberto Mangano – che di queste cose ne capisce, e tanto, visto che nella vita fa l’architetto – non sa nulla?
Tante domande. Chissà se arriveranno le risposte.

 


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