FORCONI IN PIAZZA/ Le paure della Cia siciliana. Mariano Ferro: “Vengano con noi a difendere gli agricoltori”

L’ORGANIZZAZIONE AGRICOLA TEME GRAVI PROBLEMI. E HA RAGIONE, PERCHE’ QUESTA VOLTA LA RIVOLTA SI ANNUNCIA DURA. MA PERCHE’ NON CI PENSAVANO PRIMA? COME MAI NESSUNO SI OCCUPA DELLE MIGLIAIA DI ESECUZIONI IMMOBILIARI?

Lo sciopero generale del prossimo 9 dicembre indetto da tutti i Forcini d’Italia comincia a fare paura. 

In Sicilia – come riferiamo in altra parte del giornale – Governo e Ars sono riusciti a fare in qualche giorno quello che non hanno fatto in un anno: ovvero a trovare 330 milioni di euro per i 23-24 precari degli enti locali senza che ancora negli uffici del Parlamento siciliano siano stati depositati i disegni di legge su Bilancio e Finanziaria e sull’esercizio provvisorio…

Ad esprimere preoccupazione per lo sciopero dell’autotrasporto (che comunque è solo una delle tante categorie economiche che scenderà in piazza) è la Cia siciliana, la Confederazione italiana agricoltori.

Per la Cia, lo sciopero “proclamato dal 9 al 13 dicembre desta enorme preoccupazione nel mondo agricolo siciliano. Pur condividendo nella sostanza le rivendicazioni nei confronti del Governo nazionale della categoria, la Confederazione italiana agricoltori siciliana esprime disaccordo circa le modalità e soprattutto i tempi della protesta che avranno sicuramente gravi ripercussioni sull’economia dell’Isola e in particolare sull’agricoltura specializzata e di pregio che ancora oggi deve confidare nel trasporto su gomma per la movimentazione delle produzioni più deperibili”.

“Gli effetti gravissimi prodotti dai blocchi stradali dello scorso anno ad opera dei movimenti spontanei – si legge ancora nel comunicato della Cia – sono ancora presenti a tutti e le imprese agricole siciliane continuano a pagarne le conseguenze. Danni che hanno colpito le aziende, le produzioni deperibili, i lavoratori, l’indotto oltre a provocare disagi e rischi ai cittadini. Danni materiali ed immateriali che hanno costretto i migliori clienti italiani ed europei a ricorrere alle forniture di altre regioni e di altri paesi con conseguenze gravi anche sull’insieme delle relazioni commerciali del sistema Sicilia”.

“Si confida, pertanto, che un confronto sereno e risolutore con il Governo nazionale porti alla revoca del periodo di blocco dell’autotrasporto”.

“In ogni caso – conclude la nota – secondo la Cia siciliana, devono essere messe in atto azioni capaci di assicurare la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, ma anche la tutela degli interessi della economia siciliana, delle imprese dell’isola, dei lavoratori e dei cittadini tutti”.

A stretto giro di posta arriva la replica di Mariano Ferro, leader dei Forconi siciliani.

“Il nostro amico Fabio Moschella – dice Ferro – si comincia a preoccupare adesso di quello che potrebbe succedere in Sicilia dal 9 dicembre in poi. Non fino al 13 dicembre, ma dal 9 dicembre in poi. Avrebbe dovuto occuparsi un po’ di più del dramma dei migliaia di agricoltori siciliani e un po’ di meno degli equilibri da vecchia politica con i quali si diletta”.

Fabio Moschella, se non abbiamo capito male, dovrebbe essere il presidente della Cia siciliana, o comunque un dirigente dell’organizzazione.

“Alla Cia- aggiunge Ferro – ricordo che, solo in Sicilia, sono in corso  migliaia di procedimenti esecutivi contro migliaia di agricoltori siciliani. Solo nella provincia di Siracusa sono in corso 3 mila e 500 esecuzioni immobiliari. Ci vogliono togliere abitazioni e terreni. C’è gente – e, lo ripeto, sono migliaia di persone – già in crisi che rischia di finire in mezzo alla strada. Noi non glielo consentiremo. Bloccheremo tutto. Bloccheremo non solo la Sicilia, ma tutta l’Italia. Non ci faremo depredare. Siamo tanti. Centinaia di migliaia. E daremo battaglia”.

“Considerato che se ne sono sempre fregati di noi – osserva ancora il leader dei Forconi siciliani – noi potremmo rispondere: ce ne freghiamo della Cia siciliana. Ma noi non diciamo questo. Diciamo invece : venite con noi e ci aiuti a risolvere i problemi con chi comanda nel nostro Paese”.

Coraggio, trasformatevi in sindacalisti all’antica, veraci.  Un po’ di moto le farà bene…

 

 


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