I precari ‘a mare’, il ‘Patto di stabilità’ e la Sicilia che sta affondando

ABBIAMO IL DOVERE DI DIRE CHE QUELLA SUL PRECARIATO E’ UNA SCENEGGIATA TRA ROMA E LA SICILIA. LA POLITICA SICILIANA STA MOLLANDO QUESTI LAVORATORI PER TENTARE DI SALVARE SE STESSA. IDEM PER I FORESTALI, PER I COMUNI, PER LE PROVINCE, PER I MALATI, PER GLI ANZIANI, PER I MINORI E PER TUTTE LE ALTRE CATEGORIE SOCIALI. CON LO SCIPPO DI UN ALTRO MILIARDO DI EURO DA PARTE DELLO STATO A VALERE SUL BILANCIO REGIONALE 2014, LA REGIONE SICILIANA E’ PRATICAMENTE ALLA FRUTTA

Dunque, ricapitoliamo: La Regione avrebbe volto spendere 5,8 miliardi di euro, ma lo Stato ha invece proposto un tetto di 4,9 miliardi di euro. Siccome manca l’accordo tra Roma e Sicilia sul tetto di spesa, beh, si bloccano i pagamenti. C’è da crederci? Noi – l’abbiamo scritto ieri sera, lo ribadiamo stamattina – ci crediamo fino a un certo punto.

Ad ogni modo, a noi sembra assurdo: per un problema di ‘Patto di stabilità’, al limite, si possono bloccare gli investimenti, non i soldi che migliaia e migliaia di persone utilizzano per pagare il mutuo, il condominio, l’energia elettrica, il gas, il pane, la pasta, la carne e – per chi può ancora permetterselo – il pesce. Teniamo fuori i vestiti e le scarpe, perché abbiamo la sensazione che ormai i negozi vengono frequentati solo da quelli che hanno ancora soldi, non da chi vive di stipendio.

Insomma, l’assessore regionale Luca Bianchi, che si è dimesso, ma che è ancora al suo posto, ci spiega che per un problema di ‘Patto di stabilità’ la Regione non può pagare i Comuni (e quindi lo stipendio ai dipendenti comunali), le Province (e quindi le stipendio ai dipendenti provinciali), i 24 mila forestali, i dipendenti dei Consorzi di bonifica, l’Esa e via continuando.

Quindi restano senza soldi i minori, gli anziani, i disabili. Per non parare del grande esercito dei precari, che – questo non finiremo mai di ripeterlo – non sono solo i 23-24 mila degli enti locali, ma circa 80 mila.

C’è un paradosso che, se non ci fossero di mezzo gli stipendi mensili di migliaia di persone, sarebbe il più divertente di tutti. L’assessore Bianchi, che è un ‘grande economista’, ci spiega che non possono essere pagati dipendenti pubblici, malati, minori e anziani perché la Regione deve garantire il cofinanziamento dei fondi europei, perché altrimenti rischieremmo di perdere le risorse che Bruxelles, sette anni fa, ha destinato alla Sicilia!

Intanto l’assessore dovrebbe spiegare a quali fondi europei fa riferimento, visto che i 2 miliardi del Fondo sociale europeo (Fse), a parte i 450 milioni finiti nel Piano di azione e coesione, sono spariti. Idem per i 2 e passa miliardi di euro del Psr, sigla che sta per Piano di sviluppo rurale.

Forse l’assessore fa riferimento ai miliardi del Po Fesr, cioè del Fondo europeo di sviluppo regionale? Ma la stragrande maggioranza di questi soldi, se non ricordiamo male, sono ancora bloccati. E, guarda caso, si sbloccano per non pagare lo stipendio a migliaia di dipendenti pubblici siciliani, ai malati, ai minori, agli anziani? Ma a chi la vuole dare a bere, assessore Bianchi? Ma che strana combinazione, assessore!

La verità è che lei, il presidente della Regione che l’ha messa in Giunta, il Partito che l’ha nominata a inviata qui in Sicilia avete avallato lo scippo di 914 milioni di euro dal Bilancio regionale di quest’anno da parte dello Stato. Un scippo che si somma al ‘buco’ di un miliardo di euro già presente nello stesso Bilancio regionale. Una combinazione che ha reso le finanze regionali ormai ingestibili.

La verità è un’altra e gliela diciamo noi qual è. Il ‘Patto di stabilità’ funziona per i soldi – pochi, ormai – che arrivano dallo Stato e che non rientrano nel Bilancio regionali. La verità è che la Regione siciliana è ormai alla bancarotta e la politica siciliana – anzi, la ‘casta’ siciliana – sta solo cercando di tutelare i propri privilegi.

Per salvare i propri privilegi ed evitare un commissariamento traumatico della Regione, la ‘casta politica’ siciliana – della quale, assessore Bianchi, lei fa parte con i suoi 20 mila euro al mese, insieme agli altri 11 assessori ‘esterni’ e ai 90 deputati regionali – sta mandando a mare i precari e altre categorie sociali, bloccando i soldi anche ai Comuni, alle Province, ai malati, ai minori, agli anziani e ad altre categorie. Una vergogna!

Questa vicenda si salda a doppio fino a quella dei precari siciliani. Il blocco delle proroghe dei contratti di precari votata, a quanto pare, stanotte dalla Camera dei deputati è solo un fatto giuridico. I soldi per pagare i precari siciliani non c’erano già, a prescindere da questa mancata autorizzazione del Parlamento nazionale.

Lei sa benissimo, assessore, che lo Stato si accinge a scippare dalle entrate della Regione – le entrate vere, quelle legate a un’Irpef sempre più magra – un altro miliardo di euro dalle ‘casse’ della Regione siciliana. Non glieli daremo noi: se li prenderanno loro. Perché la Regione, in barba al nostro Statuto, non riscuote le imposte, che vengono ancora riscosse dallo Stato.

 

Dunque, riassumendo, mentre la Regione siciliana è già con il culo a terra, lo Stato sta per scippare al nostro Bilancio 2014 un altro miliardo di euro. Assessore Bianchi: quello che diciamo è vero o siamo matti?

Possiamo aggiungere che, ormai, i saldi del Bilancio del nostro Paese – paliamo in questo caso del Bilancio nazionale – considerano il miliardo scippato alla Sicilia già acquisito e presentato ai nostri nuovi ‘Padroni’ – i tedeschi – nel nome del Two Pack? Possiamo precisare che, anche con i soldi che Roma sta scippando alla Sicilia, l’Italia pagherà la rata 2014 del Fiscal Compact?

I vincoli del ‘Patto di stabilità’ ci sono pure. Ma qui, in Sicilia, ‘Patto di stabilità’ a parte, sta crollando tutto. In undici mesi non di Governo – perché Governo è una parola nobile e voi non avete nulla a che fare con la nobiltà del Governo – ma di confusa e approssimativa gestione della cosa pubblica, egregio assessore Bianchi, avete massacrato l’economia e la società siciliana.

Adesso siamo alla fine del giro. In anticipo rispetto alle nostre previsioni. Noi pensavamo che il ‘bordello’ sarebbe scoppiato tra la fine di dicembre e i primi di gennaio. Invece il disastro l’avete anticipato di due mesi. Ci avete preso in contropiede. Non ce l’aspettavamo. Siete peggio di quanto immaginavamo.

Quello che sta succedendo non è solo un fatto economico e finanziario: è, in primo luogo, un gravissimo problema culturale. A nostro avviso, stiamo assistendo al crollo di un mondo: il crollo di un modo di fare politica imperniato sulla spesa pubblica senza fine. Con molta probabilità, il vortice della crisi finanziaria, negli ultimi due anni, ha ‘inghiottito’, all’insegna della spesa corrente improduttiva, buona parte delle risorse del Fondo sociale europeo e del Piano di sviluppo rurale 2007-2013. Probabilmente non lo sapremo mai, perché a Bruxelles, è noto, non mancano certo i ‘buchi neri’.

Il dato politico che si evince da questa crisi finanziaria epocale, lo ribadiamo, è una politica siciliana ormai in difesa, che cerca di salvare se stessa dal crollo che ha provocato. Scaricando il costo di questo disperato salvataggio in primo luogo sui precari che ha creato negli ultimi quindici anni per essere dove si trova. E poi, a cascata, scaricando i costi di questa crisi su Province, Comuni, anziani, malati, minori e via continuando.

Uno spettacolo deprimente.


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