Al cimitero di Catania “bare col botto”. Un ‘omaggio’ all’Etna? No, più che altro loculi abusivi realizzati male…

LA NOTIZIA, CHE HA DELL’INCREDIBILE, L’HA LANCIATA SUD PRESS

Al cimitero di San Gregorio di Catania, oltre ai fuochi fatui immortalati dal Carducci nella celebre poesia “Davanti a San Guido” (la fluorescenza del fosforo delle ossa visibile di notte), si verifica un altro fenomeno subito ribattezzato “Salma col botto”. Succede che i cadaveri esplodono dopo essere stati sistemati in prefabbricati. Un ‘omaggio’ dei catanesi all’Etna e alle sue continue esplosioni di lava?

A quanto racconta il quotidiano on line Sud Press, il plesso che custodisce i morti sarebbe stato realizzato abusivamente con un prefabbricato non in grado di isolare termicamente le bare. Risultato: boom!

Combinando, infatti, le temperature estive elevate, l’effetto serra provocato dal materiale delle pareti del fabbricato chiuse con pannelli di plastica e la presenza dei gas corporei, l’esplosione dei corpi è matematica.

La vicenda sarebbe stata denunciata dai parenti dei defunti che non possono recarsi al cimitero a far visita ai propri cari a causa della puzza nauseabonda che esala dalle tombe esplose. Sud Press scrive, addirittura, che i liquami corporei dei morti si riverserebbero sul terreno circostante. Indescrivibile, insomma, la scena.

Loculi realizzati male. E qualche interrogativo anche sulle bare. Dopo quanto tempo esplodono queste bare? Tali bare dovrebbero essere rivestite in zinco per evitare che entri l’aria e, di conseguenza, che fuoriescano i gas. Almeno per un periodo non breve: due anni o forse più.

Vogliamo sperare che queste ‘esplosioni’ di bare avvengano dopo almeno due anni. Perché se avvenissero prima, beh, ciò significherebbe che anche le bare lascerebbero un po’ a desiderare…

 


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