La Pennetta in semifinale allo US Open

Diciamolo francamente, non è stata una gran partita. Flavia Pennetta e Roberta Vinci sono scese in campo molto contratte, troppo intimorite dalla posta in palio – l’ultimo treno per Flavia, quasi per Roberta – e davanti allo sparuto pubblico dell’enorme “Artur Ashe” non sono riuscite a mostrare per intero il loro valore. Break e contro break in apertura, hanno dato l’impronta ad un incontro che c’è stato per un solo set, il primo, e che ha visto il crollo psicologico ancor prima che fisico di Roberta Vinci. Trovatasi sotto per 4-2 e 0/40 la palermitana d’adozione ha trovato 10 minuti di gran tennis, riuscendo ad essere molto aggressiva col dritto e portandosi addirittura al 4 pari 40/30. Qui si è spenta la luce, la Pennetta ha meglio registrato il rovescio e la partita è filata via liscia, intervallata dal game che ha evitato alla Vinci l’umiliazione del 60. Partita un po’ surreale a dire il vero; poco pubblico, le due ragazze poco incline a mostrare gioia per un bel punto o disperazione per un errore evitabile in un punto cruciale. La stessa esultanza di Flavia Pennetta è stata molto misurata, forse per rispetto all’amica di una vita, nonostante la semifinale di uno slam – e sul cemento – sia il sogno di una carriera. Per la Vinci una delusione contenuta, nella speranza che ci possa essere un’altra occasione. Ora per Flavia si profila il match della vita contro Viktoria Azarenka – una che in giornata tira forte quanto Serena e vincitrice quest’anno in Australia per la seconda volta di fila – anche se la bielorussa deve ancora giocare il suo match contro Daniela Hantuchova, che non si vede come possa impensierirla.

 

La mattina newyorchese si è chiusa con la relativa sorpresa della sconfitta del numero 4 Ferrer ad opera di Richard Gasquet, che dopo aver raggiunto per la seconda volta i quarti in una prova dello slam ha pensato di raggiungere anche la semifinale. Due set di straordinario tennis del francese hanno annichilito il povero David che con molta pazienza ha atteso il calo dell’avversario. Calo che è arrivato puntuale nel terzo e nel quarto set e che ha fatto temere il peggio, soprattutto quando si è trovato a dover salvare una palla break nel terzo game del quinto set. Ma il Gasquet di questa edizione sembra solidissimo, si è salvato è andato 15/40 nel sesto game e qui è stato aiutato sorprendentemente dallo spagnolo, che sulla palla break ha commesso addirittura doppio fallo. Richard non ha tremato e dopo aver sfatato l’1-15 degli ottavi ha anche migliorato il suo Head to Head contro Ferrer portandolo a 2-8. In semifinale si staglia l’ombra di Nadal, che in nottata dovrebbe avere la meglio sul giustiziere del povero Federer. Il francese è sotto addirittura per 10 a 0 ma visto che ha fatto 30 chissà…

 

Us. Open Quarti di finale (s.m.) Gasquet b. Ferrer 63 61 26 46 63; (s.f.) Pennetta b. Vinci 64 61


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Diciamolo francamente, non è stata una gran partita. Flavia pennetta e roberta vinci sono scese in campo molto contratte, troppo intimorite dalla posta in palio - l'ultimo treno per flavia, quasi per roberta - e davanti allo sparuto pubblico dell'enorme "artur ashe" non sono riuscite a mostrare per intero il loro valore. Break e contro break in apertura, hanno dato l'impronta ad un incontro che c'è stato per un solo set, il primo, e che ha visto il crollo psicologico ancor prima che fisico di roberta vinci. Trovatasi sotto per 4-2 e 0/40 la palermitana d'adozione ha trovato 10 minuti di gran tennis, riuscendo ad essere molto aggressiva col dritto e portandosi addirittura al 4 pari 40/30. Qui si è spenta la luce, la pennetta ha meglio registrato il rovescio e la partita è filata via liscia, intervallata dal game che ha evitato alla vinci l'umiliazione del 60. Partita un po' surreale a dire il vero; poco pubblico, le due ragazze poco incline a mostrare gioia per un bel punto o disperazione per un errore evitabile in un punto cruciale. La stessa esultanza di flavia pennetta è stata molto misurata, forse per rispetto all'amica di una vita, nonostante la semifinale di uno slam - e sul cemento - sia il sogno di una carriera. Per la vinci una delusione contenuta, nella speranza che ci possa essere un'altra occasione. Ora per flavia si profila il match della vita contro viktoria azarenka - una che in giornata tira forte quanto serena e vincitrice quest'anno in australia per la seconda volta di fila - anche se la bielorussa deve ancora giocare il suo match contro daniela hantuchova, che non si vede come possa impensierirla.

Diciamolo francamente, non è stata una gran partita. Flavia pennetta e roberta vinci sono scese in campo molto contratte, troppo intimorite dalla posta in palio - l'ultimo treno per flavia, quasi per roberta - e davanti allo sparuto pubblico dell'enorme "artur ashe" non sono riuscite a mostrare per intero il loro valore. Break e contro break in apertura, hanno dato l'impronta ad un incontro che c'è stato per un solo set, il primo, e che ha visto il crollo psicologico ancor prima che fisico di roberta vinci. Trovatasi sotto per 4-2 e 0/40 la palermitana d'adozione ha trovato 10 minuti di gran tennis, riuscendo ad essere molto aggressiva col dritto e portandosi addirittura al 4 pari 40/30. Qui si è spenta la luce, la pennetta ha meglio registrato il rovescio e la partita è filata via liscia, intervallata dal game che ha evitato alla vinci l'umiliazione del 60. Partita un po' surreale a dire il vero; poco pubblico, le due ragazze poco incline a mostrare gioia per un bel punto o disperazione per un errore evitabile in un punto cruciale. La stessa esultanza di flavia pennetta è stata molto misurata, forse per rispetto all'amica di una vita, nonostante la semifinale di uno slam - e sul cemento - sia il sogno di una carriera. Per la vinci una delusione contenuta, nella speranza che ci possa essere un'altra occasione. Ora per flavia si profila il match della vita contro viktoria azarenka - una che in giornata tira forte quanto serena e vincitrice quest'anno in australia per la seconda volta di fila - anche se la bielorussa deve ancora giocare il suo match contro daniela hantuchova, che non si vede come possa impensierirla.

Diciamolo francamente, non è stata una gran partita. Flavia pennetta e roberta vinci sono scese in campo molto contratte, troppo intimorite dalla posta in palio - l'ultimo treno per flavia, quasi per roberta - e davanti allo sparuto pubblico dell'enorme "artur ashe" non sono riuscite a mostrare per intero il loro valore. Break e contro break in apertura, hanno dato l'impronta ad un incontro che c'è stato per un solo set, il primo, e che ha visto il crollo psicologico ancor prima che fisico di roberta vinci. Trovatasi sotto per 4-2 e 0/40 la palermitana d'adozione ha trovato 10 minuti di gran tennis, riuscendo ad essere molto aggressiva col dritto e portandosi addirittura al 4 pari 40/30. Qui si è spenta la luce, la pennetta ha meglio registrato il rovescio e la partita è filata via liscia, intervallata dal game che ha evitato alla vinci l'umiliazione del 60. Partita un po' surreale a dire il vero; poco pubblico, le due ragazze poco incline a mostrare gioia per un bel punto o disperazione per un errore evitabile in un punto cruciale. La stessa esultanza di flavia pennetta è stata molto misurata, forse per rispetto all'amica di una vita, nonostante la semifinale di uno slam - e sul cemento - sia il sogno di una carriera. Per la vinci una delusione contenuta, nella speranza che ci possa essere un'altra occasione. Ora per flavia si profila il match della vita contro viktoria azarenka - una che in giornata tira forte quanto serena e vincitrice quest'anno in australia per la seconda volta di fila - anche se la bielorussa deve ancora giocare il suo match contro daniela hantuchova, che non si vede come possa impensierirla.

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