L’odissea del mercatino delle pulci di Catania: sospeso per la seconda domenica, “rinasce” dal 1° settembre in piazza Dante…. Per quanto tempo?

 

Il modo di intendere della attuale, restaurata amministrazione comunale di Catania retta da Enzo Bianco, si comprende sin dall’inizio, e dalle piccole cose: forte con i deboli e debole con i forti. Non ci spieghiamo in altro modo, il divieto di allestimento, per la seconda domenica consecutiva, del tradizionale mercatino delle vecchie cose (detto anche delle pulci o anticaglie), che dal mese di aprile, dopo lo sgombero da piazza Grenoble e vie limitrofe per le proteste degli abitanti, si svolgeva in corso Martiri della Libertà, chiudendo per mezza giornata la strada e consentendo a circa cinquecento operatori, di vivacchiare e guadagnarsi qualcosa con il sistema del riciclo.
Domenica 25 agosto infatti, sin dalle ore antelucane e come già successo la scorsa domenica ma questa volta in modo più pressante, le forze dell’ordine comunali, i Vigili, coadiuvati da un gruppo di agenti di Polizia e da due volanti dei Carabinieri, hanno impedito forzatamente persino l’allestimento dei banchetti dei venditori, i quali invero erano in numero minore della domenica precedente quando era stato permesso di attrezzarsi ma non di vendere.
La Polizia, con attenta solerzia, ha -come anche la domenica precedente- proceduto a effettuare delle videoriprese, verso le ore 5,20, che serviranno presumibilmente da supporto identificatorio alle autorità onde evitare problemi. (nella foto il luogo del mercato adesso deserto) 

Tutto legittimo e nell’ambito dell’ordinanza comunale facente riferimento alla riunione di giunta del 29 luglio, allorché è stato deciso non solo l’ennesimo spostamento del mercatino nell’area di piazza Dante, detta anche di S.Nicola, luogo storico e cuore dell’antica Catania, sede nei giorni feriali delle Facoltà universitarie entro l’ex monastero -dove fra l’altro già anni fa il mercatino era stato, e si rivelò scelta assai infelice…-; ma anche si era intenzionati a stroncare l’illegalità di un mercato il quale, fra zingari e abusivi, si è reso sempre più ingestibile. In teoria nulla da eccepire.
E’ tuttavia sempre la pratica a scrivere la storia, e non i manuali dei generali o degli studiosi: pertanto, non solo da attenti cronisti ma anche da frequentatori ventennali dello storico mercatino, ci permettiamo di fare osservare alle autorità competenti -non già l’Assessore Mazzola, avvocato attento alle cause dei più deboli come è noto in città, ma soprattutto al Sindaco Bianco, che fu Ministro degli Interni- che Catania non si può gestire a corrente alternata, impiegando il pugno di ferro contro gente inerme e nient’affatto pericolosa per la cittadinanza quali sono i bancarellari del mercatino, e persino gli zingari abusivi (i quali invero, riciclando dai cassonetti dell’immondizia varii oggeti e vendendoli, compiono un utile servizio sociale nonchè apertamente svergognano il consumismo infame della perversa nostra civiltà occidentale), mentre si tutelano e in qualche modo si tacitano scempi come la incompiuta piazza Europa, o si dice in modo quasi esplicito (vedi l’intervista rilasciata pochi giorni fa dal Sindaco ad un noto quotidiano locale) che si è sull’orlo del dissesto finanziario, perchè le casse comunali sono molto più deficitarie di quel che ci si attendeva; o si abbatte un ponte come quello del tondo Gioeni, senza che la cittadinanza (come da alcuni colleghi della stampa locale è stato denunziato) possa conoscere l’ammontare della spesa, l’inizio e fine lavori e sia stata edotta prima sul progetto di massima…
In questa situazione, ci sono anche le divisioni. I bancarellari del mercatino che furono impediti di svolgere le loro attività di vendita di merce usata giorno 25, erano in pochi, la massa non si è presentata, perchè già ebbe evidentemente l’invito a non procedere. L’opera di mediazione da anni esplicata, in questo settore, dall’ex assessore e consigliere comunale, in quota PDL-FI, Gianni Vasta, se da un lato risulta meritoria perché molti lo riconoscono come punto di riferimento dei venditori ambulanti, dall’altra ha creato delle discrepanze non secondarie. In tutto questo bailamme l’evidenza è una: mentre Catania, già in ginocchio come comunità civica dopo le disastrose amministrazioni del fu Scapagnini e del buon avvocato Stancanelli (il quale era noto per negare persino l’evidenza dei fatti…), soggiace alla decadenza più totale.

Non solo per la assenza di liquidità, ma anche per la mancanza di pathos sociale -vedi la situazione vergognosa delle spiagge libere: sabato 24 ci trovammo a visionare, dalla strada, la civica numero 1: il lettore immagini quale degrado e delinquenza osservammo alle ore 19,10 della sera… figurarsi al buio…. tutto senza controlli e a cielo aperto…- possiamo fregiarci di un Sindaco che usa il pugno di ferro coi bancarellari del mercatino delle anticaglie alla ricerca di una legalità a convenienza (come tutti sanno, quartieri popolatissimi come Librino, san Giorgio, Pigno, ignorano il concetto medesimo di legalità, e non per colpa degli abitanti…), istituisce l’Assessorato alla Bellezza e ai Saperi (una volta era detto della Pubblica Istruzione, poi della Cultura…. sempre più disgregato…) sul cui operato è carità civica sorvolare, e non ripristina neppure le strisce pedonali in strade centralissime come viale XX settembre e via Etnea…. siamo davvero al tracollo.  (nella foto sotto il mercato in piena attività)
La storia del mercatino continua infine: come nel famoso film “Totò cerca casa”, da domenica 1 settembre, le nuove norme di disciplina e l’ennesimo trasferimento in piazza di S.Nicola, all’ombra della cupola settecentesca di quell’uomo illuminato che fu il Cavaliere di Malta Stefano Ittar, vedrà la rinnovata e (crediamo non conclusa: a parer nostro la “soluzione finale” nella mente dei geni di palazzo comunale è ‘deportare’ il mercatino nella già suggerita area di San Giuseppe la Rena…. ma questo non può e non deve dirsi…perchè si sa che i deportati poi muoiono…) palingenetica metamorfosi di questa realtà e dei suoi affezionati. I quali, similmente agli “habitué” delle cosiddette “case chiuse”, resisteranno tenacemente. Sperando che non sia emessa una nuova legge Merlin….
Francesco Giordano


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