Protesta anti-banche in Germania: BCE assediata

di Gabriele Bonafede

La BCE, Banca Centrale Europea, è assediata da stamattina da centinaia di manifestanti inferociti contro la dissennata politica monetaria dell’istituto d’emissione e controllo dell’Euro.

La manifestazione è stata organizzata da Blockupy-Europe, sezione europea del Blockupy Wall Street, con  attivisti provenienti da tutti i paesi europei compresi quelli penalizzati dalla crisi e dalla politica fiscale e monetaria di rigore promossa dalla Germania di Angela Merkel ed eseguita in questi anni della UE e dalla BCE.

Un’immagine della protesta di Blockupy a Francoforte il 31 Maggio 2013. Foto tratta dalla pagina facebook Blockupy Europe.

La zona intorno al grattacielo della BCE a Francoforte sul Meno è stata bloccata dai manifestanti che sono stati in parte rimossi a forza dalla polizia tedesca.

Così il Corriere della Sera descrive i momenti di tensione: “L’annuncio parte dal megafono della polizia: «Allontanatevi». Ma i manifestanti non ci pensano e gridano: «Basta con queste politiche di austerità», cercando di tirare giù le transenne che proteggono la Banca Centrale Europea a Francoforte. Così gli agenti spruzzano lo spray urticante negli occhi dei giovani. E parte anche qualche carica di alleggerimento.”

Al momento, riportano alcuni cronisti e vari video sulla rete, la polizia tedesca non è in grado di garantire la sicurezza degli impiegati della BCE nell’entrare e uscire dalla sede della banca.

Così Anl Diesselmann, attivista di Blockupy Frankfurt, ai microfoni di Euronews, “Il nostro scopo principale è quello di mostrare che il regime di crisi che sta governando l’Europa non ha legittimazione democratica e non agisce nemmeno in un modo responsabile per la popolazione. Funziona solo per il profitto. Uno dei suoi luoghi simbolici è la BCE, il luogo del regno economico e finanziario sull’Europa”, come si può vedere in questo video: http://www.youtube.com/watch?v=w-KrnINZmw8.

Il canale youtube  “Newnewsinworld” pubblica un breve video senza commenti sulla manifestazione a Francoforte di stamattina: http://www.youtube.com/watch?v=3859WmUw82w.

Così Repubblica, nel descrivere gli eventi: “I manifestanti hanno continuato la protesta per alcune ore, nonostante la forte pioggia e il vento. Alcuni hanno scosso le barriere di metallo installate a protezione della Bce, un agente ha usato spray al peperoncino per respingere alcuni dimostranti che lo avevano affrontato presso una delle barricate. Poi, cantando vittoria, “la Bce è bloccata”, il popolo di Blockupy ha iniziato a lasciare l’area, dirigendosi dapprima verso Deutsche Bank, per poi proseguire la protesta all’aeroporto”.

Lo scorso anno centinaia di persone furono fermate a Francoforte durante una manifestazione organizzata da Blockupy.

La protesta, riconosciuta come pacifica dalla polizia tedesca, è sintomatica di un sentire comune non solo tra gli attivisti di movimenti di protesta, ma anche di molti economisti, tra i quali Loretta Napoleoni che, nel suo ultimo saggio “Democrazia vendesi, dalla crisi economica alla politica delle schede bianche” sostiene che per entrare e rimanere nell’area Euro i paesi economicamente più deboli hanno dovuto “aggiustare” il proprio livello di competitività con la contrazione dei salari e del potere d’acquisto, innescando un ciclo recessivo dopo l’altro. Con la moneta unica, infatti, l’antica possibilità della svalutazione per riallineare i prezzi dei propri prodotti al livello di produttività locale non è stata più un’opzione praticabile.

Aggiungiamo noi che le possibilità d’esportare in paesi terzi sono state paurosamente ridotte per la periferia economica d’Europa, compresa la Sicilia, dalla presenza di una moneta unica per tutta l’Europa (appunto l’Euro) il cui tasso di cambio nei confronti di altre monete è stato mantenuto dalla BCE a livelli adeguati alle economie forti dell’UE  ma troppo alto per quelle periferiche.

Loretta Napoleoni. Foto tratta da Wikipedia.

Una siffatta politica monetaria e fiscale ha penalizzato finanziariamente ed economicamente la Sicilia molto più di quanto i fondi FESR ed FSE, dai costi amministrativi altissimi, possano compensare.

Dall’inizio della crisi, infatti, i costi pagati dalla Sicilia in termini di mancato sviluppo, disoccupazione, aumento della marginalità, vero humus della criminalità organizzata, sono stati enormi e molto più grandi dei circa sei miliardi settennali del FESR, in gran parte non spesi o spesi male, elemosinati alla Sicilia dalla UE.

I vertici della Regione Siciliana dovrebbero tenere conto di questi fatti e iniziare a difendere il concetto di solidarietà e di vera convergenza economica così ipocritamente propagandati dalla UE. Di fatto, da alcuni anni a questa parte, assistiamo a una vera e propria recrudescenza del fenomeno di divergenza tra parti economicamente forti ed economicamente deboli e periferiche dell’Europa, come la Sicilia, con tassi di disoccupazione sempre più alti in Sicilia e nel Mediterraneo e livelli di reddito sempre più bassi, mentre gli stessi crescono in Germania e nella parte ricca dell’Unione.

Adesso, anche in Germania, crescono le preoccupazioni per via dei segnali di stagnazione che appaiono all’orizzonte anche a nord delle Alpi.

Gli elettori tedeschi dovrebbero iniziare a riflettere: si è tutti nella stessa barca. In Italia questa riflessione è stata fatta dall’elettorato leghista, con il crollo delle liste della Lega Nord alle ultime elezioni. Si spera che succeda una cosa simile in Germania alle prossime lezioni programmate per l’autunno 2013.

 

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