Incredibile: spiavano Associated Press!

Molti di noi seguono i notiziari, leggono i giornali e pensano di essere ben informati in merito a ciò che avviene nel mondo, almeno per quanto ciò sia possibile. Tutti ormai diamo per scontato che certe cose non possano più avvenire e che, almeno nei Paesi cosiddetti evoluti e industrializzati, i diritti umani siano rispettati e riconosciuti. Tranne poi a scoprire che, in america, una delle più note agenzia di stampa del mondo – l’Associated Press – viene spiata!

Da qualche tempo, in effetti, le notizie che ci giungono ci parlano di un progressivo stato di degrado che sembra non aver fine. Tutti noi siamo rimasti stupiti alla pesante azione del Presidente e del capo del governo russi per zittire alcuni giornalisti dell’opposizione che avevano osato dire qualcosa che loro non gradivano.

Qualche tempo fa abbiamo riferito di ciò che avviene nel carcere di Guantanamo dove i diritti civili dei prigionieri, in barba alle convenzioni internazionali sottoscritte dagli Stati Uniti d’America, sono praticamente inesistenti e dove, nonostante le dichiarazioni ufficiali del Presidente Obama, di fatto, si continua a torturare (perché di questo stiamo parlando e non di detenzione), nascondendo i fatti dietro lo scudo della “sicurezza nazionale”.

Lo stesso scudo che, almeno secondo alcuni, avrebbe giustificato le guerre degli ultimi decenni, nascoste dietro parole come “missioni di pace”, con le migliaia di morti che hanno causato e gli inesistenti risultati dal punto di vista sociale ed economico per i Paesi invasi dagli Stati Uniti e dalle nazioni alleate.

In realtà, tutte queste guerre hanno avuto un solo beneficio: consentire all’industria bellica di produrre enormi quantità di armamenti da vendere a entrambi i contendenti e imporre ai Paesi invasi la ricostruzione e lo sfruttamento delle risorse naturali, vero obiettivo delle “azioni di pace”, da parte delle multinazionali dei Paesi invasori.

Oggi, però, è stata resa nota una notizia che è riuscita a sorprenderci. Alcuni organi degli Stati Uniti d’America, per diverso tempo, hanno spiato la sede dell’Associated Press, un’agenzia di stampa internazionale, con sede negli Stati Uniti d’America, senza alcuna autorizzazione giudiziaria e senza alcuna motivazione ufficiale.

Più di venti linee telefoniche, tra aprile e maggio del 2012, sono state oggetto di questo spionaggio. Decine e decine di reporter sono stati sottoposti a controlli nelle sedi sotto vigilanza. Tutto questo è stato fatto a totale insaputa degli organi di governo (almeno questo è ciò che è stato ufficialmente confermato) demandati al loro controllo.

A questo punto non si sa cosa sia più grave: che il governo di un Paese che ha tra i propri diritti costituzionali la libertà di stampa, decida, di fatto, di limitarla; o che le autorità competenti lo abbiano fatto senza avere nessuna autorizzazione da parte degli organi superiori; o che il procuratore generale, Eric Holder, abbia affermato che la decisione è stata presa dal suo vice, Jim Cole, a sua insaputa; o che la Casa Bianca abbia affermato che il presidente Barack Obama non era a conoscenza dell’operazione; o che la stessa casa Bianca abbia tenuto a specificare che, anche se lo avesse saputo, nulla sarebbe cambiato; oppure, che nessuno degli organismi internazionali per la tutela dei diritti sia intervenuto per condannare quanto avvenuto.

In realtà, la vera colpa dell’Associated Press, come chi ha illecitamente spiato il giornale ha serenamente ammesso, era stata solo quella di rendere pubblici, in un articolo del 7 maggio 2012, i dettagli di un’operazione antiterrorismo condotta in Yemen dalla CIA e realizzata, come ormai di consueto, ai limiti, o forse anche oltre, della legalità.

Tanto è bastato perché lo Stato che negli ultimi decenni si è levato a paladino dei diritti civili di tutti i Paesi del mondo, al punto di scatenare diversi conflitti mondiali ancora in corso, decidesse, senza alcuna autorizzazione, di spiare una testata giornalistica. E di farlo dicendo che, se anche chi doveva, non avesse autorizzato un simile intervento, lo avrebbero fatto lo stesso!

In realtà, ciò che dovrebbe sorprendere è il silenzio mediatico che nasconde fatti di una gravità enorme condotti senza che la popolazione ne venga informata, al fine di evitare che una sua reazione possa compromettere lo svolgimento di azioni spesso al limite della legalità. E, allora, non si deve sapere, se non a cose fatte, che gli Stati Uniti d’America hanno fatto un’incursione in un Paese sovrano (Pakistan) con mezzi militari per andare a uccidere un terrorista senza processarlo e senza neanche informare le autorità locali, se non a cose fatte.

Non si deve sapere che gli Stati Uniti d’America, che pure hanno sottoscritto il trattato internazionale per la denuclearizzazione bellica, hanno poi speso miliardi e miliardi di dollari per aggiornare i propri armamenti nucleari e li hanno poi, strategicamente e silenziosamente, collocati in Italia (ad Aviano) e in mezza Europa (Belgio e Olanda, ad esempio). Che, pur avendo promesso la denuclearizzazione, hanno aggiornato il proprio arsenale nucleare sostituendo i missili B61 con i nuovi B61 Mk12 teleguidati che, come ha affermato Hans Kristensen del Guardian, hanno permesso “un aumento significativo delle potenzialità nucleari statunitensi in Europa”.

Tuttoquesto senza che nessuno proferisse parola. E ancora. Non si deve sapere a cosa serve il famoso MUOS di Niscemi, posizionato dall’esercito americano in Sicilia (ma anche in altri Paesi europei), nonostante il diniego del Presidente della Regione Sicilia, il quale, per Statuto regionale, è anche capo delle forze di Polizia (articolo 31 dello Statuto).

Eppure già il fatto stesso che un simile impianto militare non è un impianto della NATO, ma di esclusiva proprietà, e gestione, degli Stati Uniti d’America, ed è posizionato in territorio italiano dovrebbe sorprendere e giustificare la curiosità dei mezzi di informazione. Senza dimenticare che i seri dubbi che sono sorti circa la possibilità di ricadute sull’ambiente e sulla salute umana causata da questi impianti che, però, non è mai stato possibile analizzare correttamente essendo proprietà USA (ma “piazzati” in Sicilia).

Non si deve sapere in base a quale diritto, nelle scorse settimane, l’esercito americano ha effettuato diversi sbarchi con elicotteri su aree e terreni privati della Sicilia e senza darne comunicazione alcuna. Salvo poi dire che si era trattato di una esercitazione e che le autorità competenti avevano dimenticato di informare. Figuriamoci poi se qualcuno debba giustificare lo sbarco di 500 marines americani e il loro collocamento in una base dell’esercito americano in Sicilia.

A pensarci bene, dopo quello che sta avvenendo in Sicilia, in Italia e nel mondo non crediamo si possa parlare di “dimenticanze” di informazione. Semplicemente non lo si è detto perché non lo si è voluto dire. In questo modo, italiani o americani o altro, possono sempre dire, dopo che un fatto è avvenuto, che il loro operato è stato reso necessario da eventi contingenti e regolato da accordi (che non esistono) e nel rispetto di leggi (ormai tante volte violate o non rispettate che non ci si fa più caso).

Forse, è questo il vero problema, che dovrebbe sorprenderci e farci reagire: il fatto che è ormai diventata un’abitudine il mancato rispetto delle leggi locali, nazionali ed internazionali da parte di chi alcuni soggetti demandati alla gestione della cosa comune. Come dire: ”fate quello che dico io, tanto poi io decido di fare quello che voglio e me ne frego delle leggi che vi ordino di rispettare”. E allora forse non sorprenderà che la stampa non è più libera e che si possano sorvegliare di nascosto le comunicazioni dell’Associated Press…

 

 

 


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