Pani ca’ meusa: lo mangiano anche alla Cisl…

Anche la Cisl scende in campo per difendere il commercio ambulante a Palermo. Per tutelare le ragioni di chi con queste attività ci vive e, magari, mantiene la famiglia. Sono tanti palermitani. E anche tanti extracomunitari, penalizzati dall’amministrazione comunale che, supponiamo nel nome del “decoro”, è intervenuta limitando in modo molto drastico tali attività. 

Su questa vicenda siamo intervenuti più volte. Ricordando non soltanto le ragioni degli extracomunitari, ma anche le ragioni dei palermitani: soprattutto dei venditori di cibi da strada gloria e vanto della tradizione gastronomica del capoluogo siciliano: i venditori di panini con la milza, i panellari (leggere le panelle, le crocchè e i raskatura), ‘u mussu, le stighgiole e la frittola (che purtroppo va scomparendo e, con questi divieti, rischia di scomparire del tutto: per inciso, la si trova con certezza al Capo, ‘restrizioni’ permettendo). 

“Sono centinaia gli immigranti e i cittadini palermitani – si legge in una nota della Cisl, che porta la firma di  Mimmo Milazzo Segretario Cisl Palermo Trapani e Marcello Patti Responsabile Anolf di Palermo – che con la licenza in tasca per il mestiere di ambulante sostengono le proprie famiglie e crescono i propri figli: un provvedimento che restringa ulteriormente le possibilità di sviluppare tale attività, oltre che controproducente per gli operatori, mette in discussione lo stesso sistema autorizzativo delle licenze di ambulanti in vigore oggi nel territorio palermitano, per questo chiediamo un incontro al Comune di Palermo” .

Già queste attività sono state oggetto di restrizioni da parte dell’amministrazione comunale. Nei giorni scorsi il Comune di Palermo, con un’ordinanza, ha ampliato le aree off limits per le bancarelle e, in generale, per il commercio ambulante. In pratica, la cosiddetta ‘città che conta’ – il centro e parte del Centro storico – è stata ‘liberata’ dalle bancarelle e dagli ambulanti, palermitani ed extracomunitari. 

In realtà, il Comune, dopo aver adottato una delibera da ‘buona borghesia’ che vesta ‘firmato’ e mangia minestrine o, al limite, nei ristoranti, ci ha ripensato. E ha capito che, ‘forse’, ai palermitani, quelli veri, certe restrizioni non sarebbero andate giù. Così ha annunciato un ripensamento.

Ma in una Sicilia ormai ormai prigioniera da una politica che dice una cosa e fa l’opposto, i cittadini e i sindacati cominciano a prendere le contromisure, anche a titolo preventivo. 

E’ in questo senso, forse, che va inteso il comunicato della Cisl. Dove si precisa: “Siamo certi che è interesse dell’amministrazione ricercare un giusto equilibrio tra la salvaguardia degli interessi di lavoratori ambulanti, di commercianti e dei cittadini palermitani tutti. Chiediamo dunque un incontro urgente per affrontare l’argomento delle restrizioni, insieme alle altre associazioni di categoria del commercio”.

Insomma: anche la Cisl si schiera con il panino con la milza. E anche con gli extracomunitari. E noi lo registriamo con estremo piacere.

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