Il Comune di Palermo nemico dei ciclisti

Sarà la crisi, sarà l’aumento del prezzo dei carburanti, sarà una tendenza, la nuova moda del momento. Sarà autentica passione, che fa dimenticare la fatica e ti fa vedere le stesse cose in modo diverso; anche a Palermo, si vedono sempre più persone usare la bicicletta. Non più soltanto i garzoni di panifici e salumerie, che riportano alla memoria antiche pubblicità degli anni ’70, ma mamme e papà con i sediolini per i bambini, impiegati in giacca e cravatta con le molle per fermare i bordi del pantaloni, studenti con i pesanti zaini sulle spalle, semplici pedalatori che si godono la città in bici.

Uno spettacolo sempre più comune per le strade di Palermo. E la nostra sarebbe la città ideale per questo mezzo di trasporto elegante, ecologico e eccellente per tenersi?in forma. Palermo è sufficientemente pianeggiante e con leggerissime pendenze che rendono possibile l’approccio con la bici anche per i meno atletici; per i più “pigri” ci sono anche le biciclette a pedalata assistita.
Ma, Palermo è ancora nemica della bicicletta: una nemica acerrima e pericolosa. Sono i numeri a dirlo. Almeno un centinaio, gli incidenti rilevati dalla Polizia municipale, che hanno coinvolto ciclisti. E non bastano gli automobilisti maleducati, spericolati che mettono a repentaglio l’incolumità dei ciclisti, il traffico caotico e disordinato che rende difficile muoversi anche sulle due ruote.

Ci si mettono anche le condizioni pietose delle strade, dove l’asfalto pieno di buche come il suolo lunare rende un tormento pedalare e mette a rischio la salute di schiena e ginocchia. Per non parlare delle piste ciclabili, poche, discontinue, abbandonate a se stesse e, a quanto pare, anche irregolari oltre che abusive. Dove ci sono, comunque, manca la manutenzione e, soprattutto, mancano i controlli. (foto tratta da antoniolonardo.blogspot)

Provate a percorrerle. Sono invase e ostruite dalle macchine parcheggiate selvaggiamente sui marciapiedi, dalla spazzatura che, per la verità, invade ogni angolo di Palermo. Ci vuole coraggio, tenacia e testardaggine per andare in bicicletta a Palermo. “Ma non è Palermo a essere nemica dei ciclisti – ci corregge Giacomo Scognamillo, presidente del Coordinamento Palermo Ciclabile – Fiab – lo sono le amministrazioni cittadine che si sono succedute fino a oggi. Cammarata non ha accolto le nostre richieste e lo stesso avviene anche oggi. Abbiamo presentato agli assessori per la Mobilità delle richieste minime per rendere la vita più semplice e più sicuro andare in bicicletta nella nostra città, ma non è successo niente, non è cambiato nulla. Il nostro sentimento è di rabbia, ma non ci arrendiamo”.
Il coordinamento è nato da un’iniziativa spontanea di ciclisti urbani di Palermo nel 2004. L’esordio con l’invio di una sorta di petizione, una lettera aperta al Sindaco ed agli Assessori Comunali per chiedere interventi a favore della mobilità ciclistica. Nel 2005 si realizza il “Forum Palermo Ciclabile” al quale partecipano una serie di associazioni tra cui Palermo in Bicicletta, Wwf, Legambiente, Cittadini per la Salute, Fai, Cai, Italia nostra, Salvare Palermo, Rete di Lilliput e Uisp. (foto a sinistra tratta da palermombugs.it)

Il Forum chiede al Comune di costituire a Palermo l’Ufficio Biciclette, di potenziare?la lotta all’inquinamento urbano e la salvaguardia del Parco della Favorita, un maggiore utilizzo dei mezzi pubblici, l’uso della bicicletta e di mezzi non inquinanti ma occorrono percorsi dedicati per dare velocità ai primi e sicurezza agli altri.
Grazie alle pressioni esercitate dalle associazioni del Forum nel mese di settembre 2005 l’amministrazione comunale presenta tre progetti di piste ciclabili di cui due sono approvati e finanziati dalla Regione.
Ma, proprio le piste ciclabili sono una delle note dolenti per i ciclisti palermitani. Il Piano generale del traffico urbano presentato il 27 marzo scorso dall’amministrazione Orlando prevede, secondo quanto recita il comunicato diffuso dal Comune, che la rete finale sia composta da piste estese circa 5 volte di più di quelle attuali. In totale si passerà da circa 8,5 a 40 km. A questi vanno aggiunti quelli previsti dal progetto specifico di pista ciclabile nel parco della Favorita che però è momentaneamente fermo per mancanza di parere da parte dell’ente gestore della riserva.
“Ma oggi – spiega Scognamillo – a Palermo ci sono già 19,5 km di piste ciclabili, anche se soltanto 4 km sono a norma”. A questo proposito, viene fuori una storia paradossale, pirandelliana. “Quando le piste furono costruite – ci racconta Scognamillo – si riunì un tavolo tecnico, al quale facemmo presenti le caratteristiche che i tracciati dovevano avere. Ad avvio lavori, segnalammo al tecnico responsabile dei lavori che le misure delle piste erano sbagliate, inferiori alle norme: devono essere larghe almeno 1,5 metri; quelle erano 80 cm e, con qualche accorgimento, potevano arrivare a un metro e venti.

Ci dissero che il problema riguardava soltanto le prime, in via Cristoforo Colombo, per problemi di spazio legati all’uscita dei tir dal porto e che le altre sarebbero state fatte della giusta misura. Abbiamo indicato altre soluzioni, ma parlare con queste amministrazioni è difficile. Se avessero dimostrato almeno disponibilità a monitorare lo stato delle piste esistenti, a un maggiore controllo. Ma questo, purtroppo, non succede”.
Capita spesso, infatti, di trovare le piste con il fondo sconnesso oppure occupate da auto e moto, dalla spazzatura. E c’è, pure, il caso della segnaletica, insufficiente o sbagliata. In alcuni punti, come in via Sciuti o in via Giusti, i simboli dei pedoni e delle biciclette sui cartelli che indicano la presenza delle piste ciclabili, sono invertiti.
Sembra poca cosa, ma è emblema del disinteresse, della superficialità. “Ci hanno detto che ha sbagliato l’Amat, incaricata della segnaletica, ma non hanno provveduto a sistemarla. Per la vigilanza, è stato istituito un nucleo di vigili urbani in bici. Hanno tutto, pure le bici, ma il nucleo non è mai diventato operativo”. Intanto, il Comune, annuncia di voler rilanciare, per favorire la mobilità sulle bici. Il Pgtu, dopo il parere di tutte le circoscrizioni, positivo per 6 di queste, è approdato in consiglio comunale.

L’amministrazione spiega che “alla presenza delle piste ciclabili sarà adattato anche il futuro Regolamento viario comunale, un sistema di ‘paletti’ normativi e tecnici che per ogni strada chiariranno la tipologia di traffico ammesso, le caratteristiche tecniche (larghezza e numero minimo di corsie, presenza o meno dello spartitraffico centrale, larghezza minima delle banchine, dei marciapiedi ed, in generale, delle fasce di pertinenza, ecc.), le dimensioni delle fasce di sosta laterale, ove consentita, comprensive delle file di sosta e delle rispettive corsie di manovra.
“Siamo di fronte ad una sfida, rappresentata in modo simbolicamente esemplare dai numeri sulle aree pedonali e sulle piste ciclabili”, ritiene il sindaco Orlando.

Ma, per Scognamillo, “ la proposta è poco più che un raddoppio di quelle esistenti. Su questo punto, però, non si è ancora mosso niente. Aspettiamo il Put. Un funzionario regionale è stato multato, tempo fa, per aver parcheggiato su una pista ciclabile, ha fatto ricorso e il giudice gli ha dato ragione, perché non esiste un piano urbano del traffico che contempli l’esistenza delle piste ciclabili”.
Il Comune, insomma, va avanti per i fatti suoi, non soltanto senza consultare le realtà che associazioni i ciclisti urbani, ma senza nemmeno tenere in conto le loro proposte, i loro suggerimenti. Già alla giunta Cammarata, il Coordinamento Palermo ciclabile -Faib aveva mandato un pacchetto con alcune proposte per migliorare la situazione e aprire nuovi spazi per la circolazione in sicurezza delle bici, specie in centro e nel parco della Favorita, “ma non abbiamo mai ottenute risposte. Lo stesso – dice Scognamillo -avviene con questa amministrazione”.
E’ un pacchetto di 11 proposte, mandato a Cammarata, per la prima volta nel 2005 e spedito, di nuovo, ogni anno, in occasione della Settimana europea per la mobilità sostenibile. E ogni anno, niente risposte. Nel 2009, quando il Comune a chiesto l’aiuto del Coordinamento per realizzare un progetto di opere prioritarie per la mobilità sostenibile. In soli 15 giorni è stato realizzato uno studio di fattibilità che prevedeva numerose misure per la mobilità sostenibile, per un importo complessivo di 16 milioni di euro.

Il progetto fu regalato al Comune, che non aveva i soldi per pagarlo. Dopo 4 anni, non si sa che fine abbia fatto. Se il problema per avviare gli intervento possono essere i soldi, ecco la proposta di destinare alla cosiddetta mobilità debole i proventi delle multe. Dopo un ricorso al difensore civico, nel 2007, l’amministrazione sembra convinta a inserire i fondi in bilancio e con due delibere, vengono accantonate delle risorse per opere in favore di pedoni, ciclisti e persone a ridotte capacità motorie. Non si sa, però, che fine abbiano fatto questi soldi.


Altra delusione, nel 2011, con l’istituzione dell’Ufficio biciclette del Comune. Una delle proposte del Coordinamento fu accolta, con 6 anni di ritardo, ma, come ha spiegato Scognamillo nella sua relazione in un convegno sulla mobilità sostenibile dello scorso marzo, alla presenza degli assessori Tullio Giuffrè (mobilità) e Giuseppe Barbera (Ambiente)già al primo incontro si capisce quale sarà il futuro di questo ufficio: scarsamente organizzato, con uomini già destinati ad altre mansioni e all’interno dell’ufficio Traffico, quello fra i più impegnati del Comune.

Anche all’Ufficio Biciclette presentano un documento con una lista minima di interventi da realizzare, ma soltanto uno di questi punti è stato attuato, quello che riguarda l’ingresso ai giardini pubblici, anche se ancora devono essere aggiornati i cartelli che riportano il divieto di ingresso alle Ville. Gli altri punti restano ancora inevasi. E girare in bicicletta, a Palermo, sembra ancora muoversi in un territorio nemico.


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