Strage di Capaci, Maria Falcone e Rita Borsellino non credono ai Pm: “Cercate i mandanti esterni”

Esprimono soddisfazione per i nuovi arresti. Ma non si arrendono sul fronte dei ‘mandanti esterni’. Rita Borsellino e Maria Falcone sorelle di Paolo e Giovanni, i magistrati uccisi nel 1992 a Palermo, non hanno dubbi sul fatto che le due stragi abbiano avuto una regia superiore a Cosa Nostra. E lo ribadiscono oggi, nel giorno in cui, la Procura di Caltanissetta ha individuato nuovi responsabili della strage di Capaci, ovvero il commando che organizzò materialmente l’attentato sull’autostrada Palermo-Punta Raisi,  escludendo presenze esterne tra le menti degli assassini:

” Da questa indagine non emerge la partecipazione alla strage di Capaci di soggetti esterni a Cosa nostra. La mafia non prende ordini e dall’inchiesta non vengono fuori mandanti esterni” – ha detto il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari.  Che ha aggiunto:  “Possono esserci soggetti che hanno stretto alleanze con Cosa nostra ed alcune presenze inquietanti sono emerse nell’inchiesta sull’eccidio di Via D’ Amelio: ma in questa indagine non posso parlare di mandanti esterni.

La strage di Capaci  venne decisa nella riunione del dicembre del 1991, quando Cosa nostra si riuni’ durante la commissione regionale per gli auguri di Natale. In quell’occasione Toto’ Riina sentenzio’ la stagione stragista. Riina disse a Brusca: abbiamo tanto di quell’esplosivo che possiamo fare guerra allo Stato. E’ stata ricostruita, malgrado il lungo tempo trascorso dal 23 maggio 1992 in maniera compiuta la fase deliberativa, preparatoria ed esecutiva della strage”

 

Ma Rita Borsellino ribadisce:  “Dopo piu’ di vent’anni, il quadro dei responsabili di Cosa nostra in merito alla strage di Capaci sembra ormai completo. Un plauso va alla magistratura che non ha mai smesso di indagare su quanto accaduto all’epoca, ricostruendo fatti e responsabilita’ sfuggiti alle prime indagini. Mi auguro, oggi, che lo stesso lavoro di ricostruzione -si possa fare nel piu’ breve tempo per il livello politico e istituzionale che sta dietro la strage di Capaci, come quella di via d’Amelio. Senza questo livello, purtroppo, la vera verita’ resta ancora lontana”.

Lo stesso fa Maria Falcone: “Sono contenta dell’esito dell’inchiesta di Caltanissetta che ha scoperto altri responsabili, segno che le indagini vanno avanti. Il procuratore Lari ha escluso soggetti esterni a cosa nostra ma la mia speranza e’ trovare, se ci sono, i mandanti esterni. Mi auguro – ha concluso Maria Falcone – che ci sia presto una parola fine. Ma questo stillicidio continuo, il dire che ci possono essere altri risvolti e’ quello che distrugge noi familiari delle vittime di mafia”.

Le  otto ordinanze di custodia cautelare emesse stamattina riguardano  alcuni fedelissimi di Giuseppe Graviano: Giuseppe Barranca, Cristofaro Cannella, Cosimo Lo Nigro, Giorgio Pizzo, Vittorio Tutino e Lorenzo Tinnirello. Tutta gente che sta già scontando condanne per mafia. Ed ancora Cosimo D’Amato, il pescatore di Santa Flavia e  Salvo Madonia, uno dei reggenti della potente famiglia palermitana di Resuttana. Anche D’Amato e Madonia sono già in carcere.  E’ stato l’ultimo pentito di Cosa nostra, Gaspare Spatuzza a  chiamare in causa questi fedelissimi di  Graviano, il capomafia del quartiere palermitano di Brancaccio.


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