Inquinamento, dalla Valle del Mela la protesta si estende a Milazzo

Da oltre un mese ci occupiamo quasi ogni giorno della Valle del Mela.O meglio, dell’elettrodotto che Terna sta sta piazzando sulla testa degli abitanti di queste contrade. In realtà, questa parte della provincia di Messina è martoriata dall’inquinamento. Veleni chimici e onde elettromagnetiche che rendono la vita impossibile agli abitanti di Milazzo e della vale del Mela.

L’area industriale di Milazzo è caratterizzata dalla presenza di un grosso polo industriale, che comprende una centrale termoelettrica ad olio combustibile, una raffineria di petrolio, un cogeneratore, un’acciaieria, un impianto per il recupero del piombo dalle batterie esauste e altri opifici minori. Tutti altamente inquinanti. In più ci sono le interminabili ‘trame’ degli elettrodotti, i primi costruiti negli 80’ e altri attualmente in fase di realizzazione in tutto il territorio della Valle del Mela, area dichiarata Zona ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale e Sin (Sito di interesse nazionale).

La gente qui in pratica, aspetta solamente di essere ‘seppellita’, visto che al danno si aggiunge altro danno. Ma questo non sembra preoccupare più di tanto il Sindaco di Milazzo, Carmelo Pino (Pd), che sembrerebbe ‘omettere’ alcuni aspetti legati all’allarmante questione ambientale. Un amministratore pubblico che, in questi giorni, ha addirittura ‘favorito’ un confronto tra i vertici delle industrie, delle raffinerie e della centrale termoelettrica Edipower con le autorità preposte al rilascio delle autorizzazioni ambientali: Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) e Azienda sanitaria provinciale (Asp). Obiettivo: ‘sedare’ gli animi dei cittadini locali.

Che sta succedendo? Semplice: da oltre un mese i cittadini della Valle del Mela sono in rivolta contro Terna. La gente di questa contrade è stanca di ammalarsi di leucemia per la bella faccia dei ‘Signori dell’energia’. La protesta è arrivata Sala d’Ercole, che ha approvato una mozione che punta a costringere Terna a cambiare il tracciato dell’elettrodotto per tutelare la salute pubblica.

La gente, da queste parti, ha capito che la politica tradizionale che governa questi luoghi – Pd, Pd, Udc – è collusa con le peggiori logiche dell’affarismo. In una parola, non fa gli interessi degli abitanti del luogo massacrati dall’inquinamento. Così gli abitanti di Milazzo, sull’esempio di quanto sta succedendo nella Valle del Mela, sta cominciando a reclamare i propri diritti.

Da qui l’esigenza, da parte delle forze politiche tradizionali, di ‘normalizzare’ la situazione. Incarico che è  stato affidato al Pd, che in Sicilia ormai esercita con ‘successo’ il ruolo che nella Prima Repubblica svolgevano i dorotei della vecchia Democrazia cristiana. 

Un compito che il già citato Sindaco di Milazzo, Pino, sta provando a svolgere. Come? Potenziando l’informazione trasmettendo “maggiore trasparenza per evitare facili allarmismi”. Ma l’attivismo ‘normalizzante’ del Sindaco di Milazzo non piace ai Verdi. Che replicano a muso duro: “Noi Verdi – scrive Giuseppe Marano, vice coordinatore regionale dei Verdi ecologisti – apprendiamo dalla stampa, che si è svolta una riunione al Comune di Milazzo tra il Sindaco, Carmelo Pino, i vertici delle industrie presenti nel nostro territorio (Raffineria e Edipower), Arpa e l’Asp 5”.

Incontro per ‘tranquillizzare’ la popolazione contestato dai Verdi. Scrive infatti Marano: “L’Arpa Sicilia, nel 2012, con il commissario Salvo Cocina ha dichiarato che i fenomeni lamentati dalla popolazione, attraverso i controlli con i propri laboratori mobili, evidenziano in maniera inequivocabile che le emissioni fuggitive ed incontrollate provengono dai cicli produttivi della raffineria di Milazzo e che pertanto esiste un problema per la salute pubblica dell’intero comprensorio. Nessun allarmismo dunque, ma fatti reali”.

Insomma, il Sindaco Pino con la sua voglia di ‘normalizzare’ la città che amministra ha ottenuto l’efetto contrario. “La stessa Arpa – precisa ancora Marano – chiedeva la rivisitazione dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) e mandava la missiva, per conoscenza, anche alla Procura della repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto. Ritenuto che il Ctr (Comitato tecnico regionale per la sicurezza) ha evidenziato, nel mese di giugno 2012, ben 11 criticità emerse negli impianti dell’azienda e non ha avuto risposta alle prescrizioni impartite che dovevano essere rispettate entro il mese di giugno 2012, ha diffidato il gestore nel mese di novembre a fornire il cronoprogramma dei lavori, entro i primi di febbraio 2013”.

I Verdi precisano che nonostante “siano presenti continui odori molesti causati dalla raffineria di Milazzo che mettono in giustificato allarme gli abitanti della città e del comprensorio del Mela”, nessun provvedimento è stato adottato dal Sindaco Carmelo Pino, “che in qualità di massima autorità sanitaria in territorio milazzese, si ostina a non affrontare la questione a tutela della salute pubblica”.

“Cosa che – si legge in una nota – come prevede il Testo unico sugli enti locali non dovrebbe avvenire, visto che compito di un Sindaco è quello di mettere in campo le dovute azioni correttive e di necessità e urgenza, soprattutto se ad essere tutelata è la salute dei cittadini”.

“Il decreto regionale sugli odori molesti – si legge ancora – è stato inspiegabilmente revocato dalla Regione siciliana e proprio il 14 marzo si discuterà la richiesta di rinvio a giudizio di due presidenti della Regione, Salvatore Cuffaro e Raffaele Lombardo e sette assessori regionali all’Ambiente, proprio per la mancata attuazione dei Piani per la qualità dell’aria. I Verdi di Milazzo e di Sicilia – conclude la nota- nel ribadire l’inutilità di questi incontri, chiedono un intervento immediato da parte della magistratura competente in materia ambientale, visto che finora non sono stati presi i giusti provvedimenti da parte delle istituzioni locali”.

I Verdi non escludono iniziative pubbliche. Insomma, la protesta contro l’inquinamento, dalla Valle del Mela,si è estesa a Milazzo. La battaglia contro la vecchia politica siciliana che, fino ad oggi, ha avallato l’inquinamento sistematico di queste zone della Sicilia è solo all’inizio.

 


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