Scala dei Turchi cade a pezzi

Una frana lungo la strada provinciale 68 che da Realmonte conduce a Porto Empedocle ha, di fatto, reso inaccessibile il costone di marna bianca noto in tutto il mondo come ‘Scala dei Turchi’, uno dei tratti di costa più belli della Sicilia. Siamo nell’area dove Luigi Pirandello, quando tornava in Sicilia nella sua ?Girenti’, si recava a passeggiare e a riflettere. La casa del grande scrittore e drammaturgo – in contrada Kaos, dove un tempo campeggiava “un pino solitario” – si trova, infatti, si trova a qualche chilometro. (a sinistra, un’immagine della strada che sovrasta ‘Scala dei Turchi’ franata: foto tratta da agrigentoflash.it)

Ma se girovagando per queste zone l’autore di “Uno, nessuno e centomila” cercava a trovava ispirazione per i suoi racconti e per le sue commedie, da queste parti la politica siciliana non ha mai trovato nemmeno il tempo per occuparsi della tutela dell’ambiente. Dice il Sindaco di Realmonte, Pietro Puccio: “Purtroppo quella zona è composta da sabbia e argilla e si presta allo scivolamento verso valle”.

Infatti già da qualche tempo una parte del costone di “Scala dei turchi” è scivolata verso il mare. La frana non è bastata a sensibilizzare le istituzioni. Il 4 settembre scorso lo stesso Sindaco Puccio, aveva lanciato l’allarme circa lo stato di degrado in cui si trovava questo famoso tratto di costa, uno dei siti geologici più rappresentativi della nostra Isola e meta di migliaia di visitatori ogni anno. Appello caduto nel vuoto, anche perché, in quel momento, il Governo dell’Isola era impegnatissimo a discutere di posti di sottogoverno.

Cinque anni prima, nel 2007, il Comune di Realmonte aveva presentato una richiesta ufficiale all’Unesco affinché la singolare scultura naturale venisse inserita nell’elenco del patrimonio dell’umanità (in concorrenza con le più blasonate scogliere di Dover). Salvo a scoprire, qualche anno dopo, che l’Unesco è rimasto in silenzio quando gli ‘intellettuali’ dell’Udc di Porto Enpedocle, con in testa il Sindaco Calogero ‘Lillo’ Firetto – non a caso ‘promosso’ deputato di Sala d’Ercole – ha proposto di realizzare proprio a Porto Enpedocle, a un chilometro dalla Valle dei Templi, il più grande rigassificatore d’Europa. Un progetto folle, per ora accantonato in attesa che l’Enel trovi i soldi per trasformare in realtà questo ‘incubo’.

Tornando a ‘Scala dei turchi’, va detto che lo scorso settembre, vista la gravità della situazione – le frane che, piano piano si mangiavano la strada nel tratto antistante il tratto di costa – il Sindaco Puccio aveva convocato una conferenza di servizi per programmare gli interventi di messa in sicurezza del materiale franato che si era depositato ai piedi del versante, dividendo letteralmente in due la spiaggia.

Il primo cittadino aveva richiesto l’intervento della Protezione civile regionale, ufficio noto più per i ‘precari’ che deve ‘stabilizzare’ che per gli interventi realizzati. Aveva chiesto, anche, che l’assessorato regionale Territorio e Ambiente (altro ufficio della Regione che si occupa in prevalenza di ‘stabilizzazione’di precari piuttosto che di ‘‘fastidiosa’ tutela del territorio) finanziasse un piano di lungo termine per la protezione della costa, visto che erano previsti interventi che richiedono una spesa di “centinaia di migliaia di euro”.

In compenso, oggi, quattro parlamentari regionali del Pdl (Assenza, Germanà, Vinciullo, D’Asero e Fontana.) hanno chiesto la ‘stabilizzazione’ per 45 tecnici precari dell’assessorato al Territorio e Ambiente. Questi tecnici, dovrebbero essere assunti senza concorso alla faccia della Costituzione italiana perché, scrivono i quattro parlamentari di Sala d’Ercole del Pdl, “svolgono ruolo fondamentale nelle attività strategiche per la difesa del territorio dell’Isola”. 

In questa “strategia” di “difesa del territorio dell’Isola” era prevista anche la “difesa” di ‘Scala dei Turchi’? E’ la domanda che noi poniamo ai cinque parlamentari regionali del Pdl. La verità è che questo assessorato regionale andrebbe chiuso, gettando la chiave nel bel mezzo del “mare africano”, tanto per restare su immagini pirandelliane. Altro che ‘stabilizzare’ i precari!     

Questi cinque parlamentari regionali “in cerca d’autore”, prima di parlare, dovrebbero quanto meno informarsi. Perché è anche grazie ai ritardi della pubblica amministrazione – metafora e immagine dello sfascio della Sicilia – che i danni prodotti al patrimonio della nostra Isola ormai non si contano più. Nella zona di ‘Scala dei turchi’, poi, sono diventati tali da mettere a rischio non solo la prossima stagione estiva, ma la vita stessa delle persone che abitano nelle case circostanti. Cittadini che, a causa della frana, dell’interruzione della fornitura di acqua e della rottura delle fognature, molto probabilmente, dovranno abbandonare le proprie abitazioni.

Ci auguriamo che qualche parlamentare di sala d’Ercole presenti, su questa vicenda, un’interrogazione al Governo per fare venire fuori la responsabilità e, naturalmente, i responsabili di quanto è accaduto. I pericoli di una frana, come abbiamo raccontato, erano stati denunciati dal Sindaco di Realmonte. Negli uffici dell’assessorato regionale al territorio e Ambiente era al corrente di quello che sarebbe potuto succedere e che poi è successo. Qualcuno dovrà pagare.    

 

 

 


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