La mediazione civile anche nella formazione professionale

Diffuse finalmente le motivazioni della Corte Costituzionale, che aveva definito lo scorso 24 ottobre la mediazione civile come un istituto incostituzionale. Confermata, invece, la portata strategica della mediazione civile e commerciale quale strumento ritenuto, dalla Suprema Corte, idoneo a fornire una risoluzione extragiudiziale conveniente e rapida delle controversie in materia civile e commerciale.

Anche il settore della formazione professionale siciliano ha potuto beneficiare della snellezza dello strumento.

La Corte Costituzionale a Roma

Infatti, attraverso un Organismo avente sede legale in Sicilia, la Fondazione Cas di Palermo, ente di formazione storico, ha potuto chiudere le transazioni con i dipendenti.

Si tratta di accordi singoli raggiunti in presenza di soggetto terzo e finalizzati al riconoscimento di retribuzioni pregresse e arretrati contrattuali. Una maniera rapida ed efficace per raggiungere un accordo transattivo che produce effetti giuridici. Proprio cosi, l’accordo, a seguito di presentazione in Tribunale ed ottenuta l’omologazione, diviene senteza a tutti gli effetti di legge.

Sulla decisione della Corte Costituzionale abbiamo raggiunto Irene Gionfriddo, portavoce del Forum nazionale degli Organismi di mediazione e dei Mediatori civili. La Gionfriddo ha commentato positivamente in termini di chiarezza, il contenuto diffuso della sentenza della Suprema Corte. Via libera, quindi, all’iniziativa governativa finalizzata al ripristino della obbligatorietà, visti gli straordinari risultati ottenuti in poco meno di un anno e mezzo. (a sinistra, foto tratta da laltrapagina.it)

Superato, in tal modo, l’ultimo ostacolo ad una miniriforma dello strumento nella direzione del suo potenziamento. Peraltro, precisa Gionfriddo, la stessa Corte Costituzionale ha riportato, con chiarezza nelle motivazioni, la previsione del legislatore comunitario in materia.

Infatti, insiste la portavoce del Forum, è proprio il diritto dell’Unione europea a disciplinare le modalità con le quali il procedimento di mediazione civile e commerciale può essere strutturato. Infatti, sono tre le modalità previste dal legislatore comunitario in merito all’avvio del procedimento di mediazione: «può essere avviato dalle parti, suggerito od ordinato da un organo giurisdizionale o prescritto dal diritto di uno Stato membro», ai sensi dell’art. 3, lettera a, della direttiva 2008/52/CE del 21 maggio 2008. Ed è proprio da questa previsione che occorre riaprire il confronto a livello istituzionale.

Proprio il governo nazionale, attraverso il ministro della Giustizia, Paola Severino, che il presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, hanno assunto, ognuno per le proprie competenze, precisi impegni. Infatti, precisa Gionfriddo, a seguito di un confronto, di poche settimane fa, con i rappresentanti del Forum, i vertici istituzionali incontrati si sono impegnati ad individuare il giusto percorso istituzionale già all’indomani della pubblicazione delle motivazioni della Corte.

Niente di pregiudicato, tiene a precisare la portavoce del Forum, si apre, semmai, una nuova fase che porterà certamente al rilancio dello strumento della mediazione civile e commerciale, ritenuto idoneo a fornire una risoluzione extragiudiziale conveniente e rapida delle controversie in materia civile e commerciale. Forte com’é delle statistiche che ne hanno misurato l’efficacia e l’efficienza sul campo. Anche se qualcuno storcerà il naso, conclude ironicamente Irene Gionfriddo, siamo certi che l’interesse generale primeggerà sui giochi di potere e sugli steccati corporativi.

Almeno questo e’ quello che auspicano gli oltre 4 mila mediatori operanti in Sicilia. In un’isola dove avevano trovato occupazione stabile circa cento lavoratori, assunti dagli organismi di mediazione. Un sistema economico messo a rischio dalla lentezza della politica. Vanno ripristinate condizioni favorevoli per migliorare il rapporto cittadino-giustizia. Ed è anche per queste ragioni che diversi parlamentari siciliani hanno attivamente partecipato al confronto sulla individuazione dei ceriteri necessari a migliorare il funzionamento dello strumento di conciliazione extragiudiziale delle controversie.

 


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Diffuse finalmente le motivazioni della corte costituzionale, che aveva definito lo scorso 24 ottobre la mediazione civile come un istituto incostituzionale. Confermata, invece, la portata strategica della mediazione civile e commerciale quale strumento ritenuto, dalla suprema corte, idoneo a fornire una risoluzione extragiudiziale conveniente e rapida delle controversie in materia civile e commerciale.

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