“No” di Crocetta a Bossone: ‘siluro’ a Monti (e all’Udc)

Da Rosario Crocetta, con la ‘rotazione’ dei dirigenti generali della Regione, un messaggio, preciso, anche per il capo del Governo del nostro Paese, Mario Monti. Perché Biagio Bossone, non riconfermato ai vertici della Ragioneria generale, è un colpo secco anche a Roma.

Non è un mistero per nessuno, infatti, che Biagio Bossone (foto, sotto a sinistra) sia stato voluto da Roma. Arrivato in Sicilia, non a caso, quando a Palazzo Chigi era già occupato, da qualche mese, da Monti. Allora il nostro giornale ipotizzava un mezzo commissariamento della Sicilia.

In effetti, le condizioni finanziarie della Regione non erano – e non sono – floride. In quei mesi, ad onor di cronaca, il problema non era il possibile default della Regione, ma i danni ulteriori che il Governo Lombardo e la vecchia Assemblea regionale avrebbero potuto arrecare alla Sicilia.

A onor del vero, Bossone, lo scorso aprile, non ha potuto fare molto per frenare gli ‘ardori’ della politica siciliana. Tra Governo e Ars, infatti, è arrivata a Sala d’Ercole una manovra senza né capo, né coda: spese pazze per tutti i gusti. A bloccare tutto ha pensato l’ufficio del commissario dello Stato, che ha impugnato oltre 80 norme della manovra finanziaria. Un ‘record’.

Ma il tema, oggi, non è cosa ha fatto e cosa non ha fatto il Ragioniere generale Bossone per frenare le ‘voglie’ clientelari della Sicilia. Oggi il tema è un altro: l’Autonomia siciliana. Perché con il “no” a Bossone, il presidente della Regione, di fatto, sta dicendo “no” alle ingerenze romane nei fatti della Sicilia.

Un atto di coraggio, quello del presidente Crocetta. Perché con uno sbilanciamento di un miliardo di euro in termini di bilancio di ‘cassa’ non sarà facile, per il Governo e per la nuova Assemblea regionale siciliana, mettere a punto e approvare un nuovo bilancio.

Nonostante ciò, il presidente lancia un messaggio a Monti: per dirgli che la Sicilia, o meglio, che il suo Governo, a differenza di altri Governi, non andrà a Roma con il cappello in mano.

Con la mancata riconferma di Bossone in uno dei settori chiave dell’amministrazione regionale si apre in Sicilia una nuova stagione politica. Il Governo Crocetta non ha nulla che vedere con il Governo Monti.

Non mancheranno nella nostra Regione – e lo stiamo già vedendo con il ‘siluramento’ di altri alti burocrati – i provvedimenti per risanare i conti. Andando a incidere sugli sprechi.

Detto questo, il Governo Crocetta tratterà con Roma senza complessi d’inferiorità. Sarà una trattativa dura, difficile. Ma abbiamo il vantaggio di un Governo che ha deciso di difendere la propria Autonomia a partire dalla gestione finanziaria. Per la Sicilia, per i siciliani, per la dignità di chi crede nel rilancio dell’Autonomia è un fatto politico molto importante.

Chissà cosa stanno pensando in questo momento gli ‘ascari’ siciliani del Governo Monti. Nella nostra Isola i politici ‘montiani’ non mancano. Per esempio, all’interno dell’Udc, Partito che viene dato un po’ come vicino all’attuale capo del Governo e un po’ come protagonista dell’accordo con il Pd (Bersani a Palazzo Chigi e Casini al Quirinale, si legge su alcuni giornali).

In ogni caso, il “no” a Bossone va ‘letto’ anche come una mossa di Crocetta (e del futuro movimento politico che il presidente starebbe creando?) per smarcarsi dall’Udc, Partito abituato a giocare con tre o quattro mazzi di carte.

Il presidente, insomma, si muove con la massima libertà. Anche rispetto all’Udc.

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