Le mani di Lombardo & company sull’acqua

Dopo la “finestra” sui termovalorizzatori e la gestione dei rifiuti, al centro della campagna elettorale torna l’altro grande “affaire” siciliano, quello legato alla gestione dell’acqua. (a destra, foto tratta da laltrapagina.it)

A rilanciare il tema, denunciando “attivismo da parte del Governo Lombardo nel volere perfezionare privatizzazioni illegittime” è il Forum Siciliano dei Movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni (trentacinque sigle tra associazioni, sindacati oltre a centinaia di circoli e comitati territoriali) che ha scritto una lettera aperta indirizzata ai candidati alla presidenza della Regione e ai candidati all’Ars perché “assumano un impegno formale” ad avviare la ripubblicizzazione delle risorse idriche in linea con l’esito del referendum portato avanti dal Forum e applichino l’articolo 49 della finanziaria 2010 che interrompe i percorsi di privatizzazione avviati in Sicilia.

“Il Governo regionale, nella persona del suo presidente oggi dimissionario e di coloro che, nel corso del tempo si sono vorticosamente avvicendati nella titolarità dell’assessorato all’energia ed ai servizi di pubblica utilità – si legge nel documento – ha intrapreso e perseguito un’azione persecutoria nei confronti di tutti quei Sindaci che, rispettosi dell’esito referendario e fedeli custodi degli interessi delle collettività da essi rappresentate, si sono rifiutati di consegnare ai privati le reti idriche”.

Per questo il Forum dell’Acqua chiede che “una volta insediatosi, il nuovo Governo proceda alla immediata revoca di tutti gli atti di commissariamento agli Ato idrici; applichi, ove ne ricorrano i presupposti, l’articolo 49; e presenti il disegno di legge di iniziativa popolare sulla ripubblicizzazione dell’acqua nella sua versione originaria, precedente alle modifiche peggiorative subite in IV Commissione”.

Infine, un invito anche ai deputati uscenti: “affinché compiano ogni atto necessario per bloccare l’ingiustificabile attivismo nel volere perfezionare privatizzazioni illegittime da parte del governo”. La legge di iniziativa popolare e consiliare per la ripubblicizzazione del servizio idrico è stata promossa dalle firme di 35.000 cittadini e dalla deliberazione di 135 consigli comunali e una Provincia in rappresentanza di 1.500.000 siciliani.

 

Segue il testo integrale della lettera:

A tutti i candidati alla Presidenza della Regione

a tutti i candidati all’Assemblea Regionale

agli On.li Deputati uscenti

ai Segretari dei partiti

agli organi d’informazione

 

Ci rivolgiamo a tutti i candidati alla Presidenza della Regione Siciliana in vista della imminente scadenza elettorale per richiamare la loro attenzione su una questione di gravità inaudita e per chiedere un loro impegno affinché sia posto immediatamente termine agli autentici abusi posti in essere fino ad oggi dal dimissionario Governo Lombardo.

Come è noto, a giugno del 2011 27 milioni di elettori votarono “SI” all’abrogazione del c.d. “decreto Ronchi” il quale prevedeva la privatizzazione coatta di tutti i servizi pubblici locali, ivi incluso il servizio idrico integrato. In Sicilia, dove il risultato elettorale era sostanzialmente allineato a quello nazionale, Il Forum dei movimenti per l’acqua, insieme ad un elevato numero di sindaci, si era impegnato nella presentazione di un disegno di legge di iniziativa Popolare e dei Consigli Comunaliche, se approvato, avrebbe consentito alla nostra Regione di disporre di uno strumento moderno ed efficace di governo e gestione della preziosa risorsa.

La risposta delle istituzioni politiche è stata a dir poco deludente. Nonostante l’approvazione, con la legge finanziaria regionale del 2010, di una norma (l’art.49) che in linea teorica avrebbe consentito la revoca degli affidamenti in presenza di gestioni difformi dagli impegni assunti con la stipula dei contratti di servizio, questo strumento non è mai stato attivato, per quanto le privatizzazioni siciliane abbiano fatto registrare, nel loro insieme, un carattere decisamente fallimentare. Anche il disegno di legge di iniziativa popolare è stato fatto oggetto di un pesante ostruzionismo che gli ha impedito di approdare in aula.

Come se tutto ciò non bastasse, il Governo regionale, nella persona del suo Presidente oggi dimissionario e di coloro che, nel corso del tempo, si sono vorticosamente avvicendati nella titolarità dell’Assessorato all’energia ed ai servizi di pubblica utilità, ha intrapreso e perseguito, con tenacia certo degna di miglior causa, un’azione persecutoria nei confronti di tutti quei Sindaci che, rispettosi dell’esito referendario e fedeli custodi degli interessi delle collettività da essi rappresentate, si rifiutavano di consegnare ai privati le reti idriche.

Così, nonostante l’illegittimità degli atti di commissariamento riconosciuta dalla giurisprudenza amministrativa, e in palese contrasto con l’ ordine del giorno, approvato dall’ ARS il 13 giugno scorso, che impegnava il Governo a sospendere i commissariamenti dei Comuni per la cessione delle reti ed impianti idrici ai gestori privati, nel tentativo di mettere in salvaguardia, almeno nel periodo di transito fino all’insediamento del nuovo Governo, i Comuni sotto attacco, il Governo Lombardo ha proseguito imperterrito nella sua aggressione ai Sindaci, come sta avvenendo in questi giorni per i Comuni delle province di Agrigento e Siracusa.

È di tutta evidenza che si impone, qui come in molti altri ambiti della sfera pubblica regionale, un rapido e radicale ripristino della legalità. Per questa ragione chiediamo a tutti i candidati alla Presidenza della Regione di assumere un impegno formale affinché, una volta insediatosi, il nuovo Governo proceda alla immediata revoca di tutti gli atti di commissariamento, applichi, ove ne ricorrano i presupposti, l’art. 49 e a presentare il disegno di legge di iniziativa popolare nella sua versione originaria, precedente alle modifiche peggiorative subite in IV Commissione, colpevolmente affossato dalla miopia e dalla irresponsabilità di una classe politica rivelatasi abissalmente distante dai siciliani e dai loro bisogni. In ultimo sarebbe opportuno che i deputati uscenti e le forze politiche che fino a ieri sedevano in Parlamento facessero ogni atto necessario per bloccare l’ingiustificabile attivismo nel volere perfezionare privatizzazioni illegittime da parte del governo uscente.

 


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