Teatro Biondo: Puglisi c’è o non c’è più?

A Palermo, nei salotti buoni, le hanno già definite “Le avventura del Teatro Biondo”. Quello che il Teatro Stabile del capoluogo siciliano non riesce più a dare alla città – e cioè le rappresentazioni teatrali – vanno invece in scena nelle assemblea degli amministratori dello stesso Teatro.

Corre voce, ad esempio, che, per quanto ciò possa apparire paradossale, le complicate procedure per variazioni statutarie escogitate dal professore Gianni Puglisi non danno certezze della sua conferma alla presidenza dello stesso Teatro Biondo Stabile di Palermo.

Perfino gli addetti ai lavori, in queste ore, si chiedono: Puglisi è stato confermato? E attraverso quali atti formali? Nell’ultima assemblea dei soci – quella della revoca dei consiglieri uscenti – si racconta di un’ennesima giravolta del professore Puglisi, dal lombardismo all’orlandismo, con un incidente clamoroso (si parla, addirittura, di una rissa verbale) che ha portato alle dimissioni del dottore Salvatore Errante Parrino da revisore dei conti.

Secondo i maligni, Puglisi considera il Teatro Biondo come una sorta di possedimento massonico. Dopo essersi impadronito della presidenza del Teatro attraverso acrobazie statutarie, superando così l’impedimento di essere già presidente della Fondazione Biondo (che, per la cronaca, è uno dei quattro soci dello Stabile, assieme a Comune, Provincia e Regione siciliana), ha imposto al Biondo, agonizzante sotto il profilo finanziario, lavori di abbellimento – aria condizionata compresa – per la modica spesa di 300 mila euro.

Così da farne, in una calda e costosissima giornata di giugno, il suo salotto buono dove incontrare le banche di tutta Italia e candidarsi a nuovi e agognati incarichi…


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