I vigili urbani di Palermo e il mangia-mangia ‘orizzontale’

Che cosa accade al Comune di Palermo sugli avanzamenti di carriera e di retribuzione del personale del Corpo di Polizia municipale?

La questione che andiamo ad esaminare non è di poco conto per la ragione che il sindaco, Leoluca Orlando, ha riservato alla sua diretta competenza il ruolo di assessore per il personale. E, perciò. egli è chiamato in prima persona a rispondere delle incongruenze riguardanti le progressioni economiche (e di carriera) orizzontali. (in basso, a sinistra, foto tratta da palermo.repubblica.it)

In cosa consistono le progressioni orizzontali è presto detto: il Contratto collettivo decentrato integrativo, Ccdi, in vigore dal 7 dicembre 2009, prevede che i lavoratori assegnati ad un determinato incarico per un periodo non inferiore a 24 mesi hanno diritto ad avere riconosciuta la retribuzione equivalente alla competenza svolta. Questo riconoscimento avviene mediante selezione (articolo 4 del Ccdi) fondata su quattro presupposti: mancanza di sanzioni disciplinari; anzianità nella posizione economica ricoperta; anzianità nella categoria; carico familiare.

Nei riguardi degli operatori della Polizia municipale, piuttosto che i criteri prima descritti, sono stati assunti quelli previsti dall’articolo 8 del Ccdi. E cioè: grado di raggiungimento degli obiettivi dell’unità operativa; apporto individuale al raggiungimento degli obiettivi U.O.; esperienza acquisita; sviluppo competenze professionali. A ciascuno di questi criteri è stato attribuito un coefficiente pari, rispettivamente, allo 0,35 al primo, 0,35 al secondo, zero al terzo e 0,35 al quarto.

Fin qui l’esposizione sintetica dei fatti relativi alla successiva formazione delle graduatorie, che per il modo nel quale sono state concepite hanno riguardato appena un quarto del personale interessato dall’intervento curato dall’amministrazione dell’ex sindaco, Diego Cammarata.

Vediamo adesso le ragioni che hanno indotto gli agenti di Polizia municipale ad avviare la procedura di opposizione alle graduatorie formulate ed a chiedere la loro revoca o, in subordine, la loro parziale rettifica, previa sospensione. Costoro, assistiti dall’avvocato Ignazio Bongiorno, hanno fatto pervenire al neo Sindaco del Comune di Palermo un’istanza con richiesta di incontro per illustrare le loro ragioni riguardanti il rifiuto delle graduatorie. Le ragioni addotte nell’istanza sono, come sempre in questi casi, alcune di carattere formale e procedurale, altre di merito a riguardo sia dei criteri di selezione che di scelta dei soggetti beneficiari. Altri, ancora, sull’opportunità di procedere all’accordo integrativo nonostante il divieto espresso dalla Corte dei Conti, sezioni riunite per la Regione siciliana, in sede consultiva.

Vediamo un po’ più da vicino queste ragioni e le loro motivazioni, perché rappresentano in maniera solare il modo di amministrare il Comune di Palermo da parte dell’ex sindaco, Diego Cammarata. Intanto, le questioni di procedura. L’accordo integrativo decentrato del 7 dicembre 2009 è stato sottoscritto da parte del Comune per il tramite del direttore generale, dottor Lo Cicero, senza che lo stesso fosse stato autorizzato da apposita delibera della Giunta comunale, ma operasse “nell’ambito delle direttive fornite dal Sindaco” con nota n.9200 del 20 ottobre 2009. L’accordo, inoltre, non è stato recepito con atto formale dall’organo amministrativo del Comune.

Sul merito, poi, grava l’assenza degli adempimenti preliminari obbligatori trattandosi di atti (l’accordo) che comportano aggravi di spesa. Adempimenti non necessari in presenza di atti d’indirizzo. Va rilevato, perché non privo di significato, che l’accordo sindacale in questione non ha ottenuto l’adesione dei rappresentanti sindacali interni, Rsu, né quella dei rappresentanti della Cgil, anche perché tale accordo contrasta con i precetti del Contratto nazionale di lavoro in materia di progressione economica. In sostanza, disattende quella regola aurea vigente da sempre nel pubblico impiego e cioè che l’anzianità di servizio ‘fa grado’ e quindi riconoscimento economico, regola che ha un fondamento nella ‘saggezza’ degli atti della pubblica amministrazione.

L’omissione delle regole sui criteri selettivi ha lasciato parecchio a desiderare circa l’imparzialità e la ‘trasparenza’ di tutto il procedimento di scelta, avendo in toto trascurato i “crediti di professionalità”.

Cosa è avvenuto in concreto? L’ex Sindaco Cammarata, all’insaputa della giunta comunale, ha incaricato il dottor Lo Cicero di convenire con i sindacati compiacenti un accordo che favorisse i suoi raccomandati nella corsa ai benefici della progressione economica orizzontale.

Su un altro versante, d’accordo con il dottor Maurizio Pedicone, all’epoca Comandante dei Vigili urbani, ha messo in posti di alta professionalità e di prevalente posizione organizzativa i giovani rampanti suoi amici, per fare maturare loro i requisiti che li avrebbero favorito nella graduatoria scaturente dall’accordo sindacale integrativo. A presiedere la commissione giudicante sarebbe stato poi lo stesso che ha messo i concorrenti nelle condizioni di acquisire i ‘meriti’ professionali e quindi l’idoneità a riceverne i corrispettivi. Graduatoria che sarebbe stata formulata utilizzando i coefficienti di cui si è detto in precedenza, fra i quali risulta pari a zero il requisito dell’anzianità (esperienza).

Pertanto tutti gli anziani sarebbero stati fatti fuori per mancanza di punteggio e perché gli altri punteggi non li avrebbero potuti rivendicare in quanto non erano stati collocati nei posti nei quali quei meriti maturavano e davano diritto al relativo riconoscimento. Da qui la decisione di ribellarsi a questa palese ingiustizia di stampo smaccatamente clientelare e di ricorrere per la sua revoca.

Sull’intera questione grava un pronunciamento giurisprudenziale di non poco momento: la Corte dei Conti – Sezioni riunite per la Regione siciliana – con propria deliberazione n°.342012/55.RR./PAR ha ribadito che al fine di evitare condotte elusive o non conformi alle disposizioni contrattuali “non possono essere fatte salve ai fini economici le progressioni – anche orizzontali – disposte nel 2011 per le quali l’avanzamento del pubblico dipendente sia conseguenza non di meri automatismi contrttuali rispetto a presupposti già interamente realizzati, bensì di valutazioni successive da parte dell’amministrazione che abbiano 8una componente discrezionale anche di natura tecnica, con riferimento tanto alla promozione, quanto alla decorrenza degli effetti giuridici ed economici della medesima”.

In altri termini, a seguito della legge finanziaria per il 2011 ed al patto di stabilità i Comuni non possono operare aggravi di spesa per il personale, fatta eccezione per quanto matura automaticamente per effetto delle normative contrattuali pregresse. In altri termini, non si possono aumentare gli impegni di spesa a qualsiasi titolo per il costo del personale, quindi l’operazione creata ad arte dal sindaco Cammarata non ha copertura finanziaria e pertanto deve ritenersi nulla agli effetti economici ma valere unicamente per gli effetti giuridici.

Sulla vicenda interviene Nadia Spallitta, vice presidente vicario del Consiglio comunale di Palermo.

“L’Amministrazione Cammarata – dice Nadia Spallitta – aveva indetto, alla fine del 2009, in virtù di un accordo sindacale a mio avviso inadeguato – e peraltro incompleto perché non sottoscritto dalla CGIL e dalle RSU – criteri di selezione per gli avanzamenti economici dei dipendenti comunali (cosiddette progressioni orizzontali); tra queste quelle relative al Corpo dei Vigili Urbani. Nel 2010 la legge finanziaria ha congelato gli stipendi dei dipendenti pubblici fino al 2014. L’Amministrazione precedente, incurante di questo divieto, ha proceduto nel 2011 e nel 2012, nell’approvazione di graduatorie fondate tra l’altro su modalità di scelta discutibili del personale avente titolo alla progressione (formato solo dal 25% dei lavoratori)”.

“Si tratta di criteri – aggiunge la vice presidente dell’assemblea di Sala delle Lapidi – che privilegiano valutazioni ampiamente discrezionali, ancorate per lo più a giudizi personali dei dirigenti (cosiddette tabelle di valutazione), che premiano posizioni organizzative fiduciarie (non necessariamente corrispondenti quindi a condizioni meritocratiche), e tralasciano invece di valorizzare anzianità ed esperienza dei lavoratori. Tra le criticità dei contestabili criteri, la ingiusta discriminazione delle donne in gravidanza e dei soggetti in congedo per malattia professionale (che nel Corpo dei Vigili sono parecchi, trattandosi di un lavoro altamente usurante)”.

“Tra l’altro – osserva ancora Nadia Spallitta – con riferimento proprio a questa categoria, la selezione appare poi particolarmente punitiva, se si pensa all’importanza che invece proprio l’anzianità e l’esperienza hanno per questi ruoli (valutata invece con zero punti). Ritengo , in altri termini, che sussistano tutti gli elementi per sospendere, se non annullare, le progressioni orizzontali. In primo luogo per evitare il rischio di danni all’Erario, derivanti dal divieto fissato con legge dello Stato, tanto più che la progressione prevede, inverosimilmente, il pagamento anche di arretrati assegnati con gli stessi opinabili criteri. Non credo che sussistano le condizioni per derogare alla legge finanziaria. In secondo luogo, se dovessero esserci gli elementi per superare i divieti contabili, credo che debbano essere rivisitati i criteri di individuazione del personale meritevole dell’avanzamento di carriera, in modo da garantire imparzialità, trasparenza , oggettività dei criteri stessi”.

“Per questi motivi – conclude – anche come componete della Commissione che si occupa di personale, scriverò al Segretario Generale, al Ragioniere Generale ed alla Corte di conti, affinché venga accertata la legittimità dell’iter fin qui seguito, e per impedire possibili danni all’Erario Comunale”.

 

Una breve nota a margine. Caro sindaco Orlando, questa vicenda è emblematica di un metodo di governo che la città ha sonoramente bocciato in occasione delle recenti consultazioni elettorali amministrative. Ella ha coraggiosamente affermato che si sarebbe assunto l’onere di gestire direttamente il personale del Comune. Questa vicenda la mette alla prova sulla linea della discontinuità nella gestione del personale. Va da sé che questo papocchio attentamente elaborato per sostenere le politicher clientelari di Cammarata non può avere futuro. La ragione di fondo risiede nel dare una lezione di stile e di legalità esemplare. Non va bene alcuna sanatoria, perché sarebbe diseducativa ed incoraggerebbe future operazioni similari, confortate dalla convinzione che sta alla base di questi abusi “tanto poi una soluzione si trova comunque”. Occorre scoraggiare una volta per tutte queste pratiche truffaldine.

 


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