L’amaro/Domanda a Musumeci: come concilia la Sicilia con il Pdl?

Certo non si può dire che Nello Musumeci sia catalogabile tra le mezze tacche della politica siciliana che in questi anni hanno popolato l’Assemblea regionale siciliana. Può piacere o non piacere. E’ un uomo di destra, questo è certo. Ma al di là delle categorie ‘destra e sinistra’ che già Norberto Bobbio considerava decadute nei primi anni ’90,  quel che è certo è che non è paragonabile per cultura, per intelligenza e per gradimento tra gli elettori, a nessuno dei parvenue che hanno affollato la politica siciliana in questi anni.

Vi abbiamo raccontato in questa intervista,realizzata quando non era ancora ipotizzabile una sua candidatura alla Presidenza della Regione, e soprattutto quando non era ipotizzabile l’accordo col Pdl, dei sondaggi che lo danno come uno dei politici più apprezzati nell’Isola. E di come la sua capacità oratoria fosse stata notata. E di come Musumeci abbia rappresentato l’avanguardia di quella battaglia autonomista che oggi finisce spesso col essere strumentalizzata, e che a Catania gli aveva fatto guadagnare consensi trasversali.

Ora però le cose sono un po’ cambiate. Oggi Musumeci è candidato alla guida della Sicilia con l’appoggio del Pdl. E, oggi. è stato ricevuto a palazzo Grazioli da Silvio Berlusconi.

La domanda quindi sorge spontanea, anche se finora non ha ottenuto risposta: come riuscirà Musumeci a coniugare la sua cultura autonomista con un partito come il Pdl, interessato principalmente alle sorti  del suo leader, Silvio Berlusconi e non certo alle sorti della Sicilia?

Come puà governare con onestà, parafrasando il suo slogan elettorale, con un partito che di certo non ha fatto di questo valore la sua bandiera? Come potrà affrontare la questione siciliana contando su un partito che non sa neanche cosa sia? Senza considerare, che, oggi, gli esponenti siciliani di questo partito, come quelli del Pd e dell’Udc, appoggiano il governo Monti, da perfetti ascari. 

Rivolgiamo queste domande a Musumeci. Perché al di là della destra e della sinistra, per noi la coerenza, e, soprattutto, la Sicilia, hanno un valore enorme. Domande che circolano abbondantemente  sui social network dove ci si chiede perché un uomo come lui abbia rinunciato al sogno  siciliano di un polo autonomista, che col suo volto, avrebbe avuto un valore aggiunto.

 

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Certo non si può dire che nello musumeci sia catalogabile tra le mezze tacche della politica siciliana che in questi anni hanno popolato l'assemblea regionale siciliana. Può piacere o non piacere. E' un uomo di destra, questo è certo. Ma al di là delle categorie 'destra e sinistra' che già norberto bobbio considerava decadute nei primi anni '90,  quel che è certo è che non è paragonabile per cultura, per intelligenza e per gradimento tra gli elettori, a nessuno dei parvenue che hanno affollato la politica siciliana in questi anni.

Certo non si può dire che nello musumeci sia catalogabile tra le mezze tacche della politica siciliana che in questi anni hanno popolato l'assemblea regionale siciliana. Può piacere o non piacere. E' un uomo di destra, questo è certo. Ma al di là delle categorie 'destra e sinistra' che già norberto bobbio considerava decadute nei primi anni '90,  quel che è certo è che non è paragonabile per cultura, per intelligenza e per gradimento tra gli elettori, a nessuno dei parvenue che hanno affollato la politica siciliana in questi anni.

Certo non si può dire che nello musumeci sia catalogabile tra le mezze tacche della politica siciliana che in questi anni hanno popolato l'assemblea regionale siciliana. Può piacere o non piacere. E' un uomo di destra, questo è certo. Ma al di là delle categorie 'destra e sinistra' che già norberto bobbio considerava decadute nei primi anni '90,  quel che è certo è che non è paragonabile per cultura, per intelligenza e per gradimento tra gli elettori, a nessuno dei parvenue che hanno affollato la politica siciliana in questi anni.

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