Le grandi manovre sui 5 mila Lsu della Sicilia

da Salvatore Petrotto
ex Sindaco di Racalmuto
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Gli oltre 5 mila Lsu (Lavoratori socialmente utili) della Sicilia, quelli che svolgono le loro attività per lo più presso gli enti pubblici siciliani, si sono dati appuntamento a Villafrati per giovedì 23 agosto. La loro è una situazione abbastanza singolare. Lavorano da oltre 15 anni, praticamente a nero, senza alcun contratto cioè, senza contributi previdenziali versati, senza garanzie di alcun genere. Eppure sono tenuti a rispettare tutti i doveri proprio dei dipendenti del pubblico impiego.

In altri termini hanno assicurato una miriade di servizi pubblici, alla stregua dei clandestini che si avventurano su dei barconi, attraversando i deserti africani ed i mari in tempesta di Regione e Stato. Adesso che la loro indennità, che è soltanto di 500 euro al mese, ad ottobre verrà sospesa, tutti quanti – politici regionali e nazionali – tentano di stare vicino al capezzale di migliaia di lavoratori che, allo stato attuale, sono assolutamente indispensabili in molti settori della pubblica amministrazione.

Vedremo come andrà a finire, tra un’elezione e l’altra, quella di ottobre, per eleggere il nuovo presidente della Regione e rinnovare l’Assemblea regionale siciliana e quella della primavera prossima che riguarderà invece il Parlamento nazionale.

La situazione di queste migliaia di anomali lavoratori, costretti a correr dietro ai vari politici e sindacalisti di turno, oscilla tra la disperazione e la fine del loro ambiguo rapporto lavorativo con uno Stato, una Regione e numerosi altri enti pubblici che si sono dimenticati di loro.

A mo’ di esempio, adesso, vorrei descrivervi l’angoscia degli LSU di Racalmuto, anche di quelli con il contratto che va a scadere. I commissari inviati dal Ministero dell’Interno, dopo l’artificioso scioglimento del Comune di Racalmuto leggete un po’ e capirete che cosa hanno intenzione di fare, per liquidarsi questi lavoratori.

La scusa è che costano troppo, anche se non gravano sul bilancio del Comune di Racalmuto. Ma, a conti fatti, crediamo che stiano tentando la stessa operazione posta in essere nel settore dei rifiuti in Sicilia. Vogliono, cioè, privatizzare tutto per far triplicare i costi dei servizi comunali, da far pagare a tutti i cittadini di Racalmuto.

E poi non capisco: perché qualcuno ce l’ha con 140 Racalmutesi, molti di loro senza alcun contratto, presso il Comune di Racalmuto? Peraltro la metà di questi LSU rende dei servizi assai utili e ricevono dalla Regione, e non dal Comune di Racalmuto, soltanto 500 euro al mese a testa. L’altra metà, quelli con il contratto, qualcosa in più.

Ma, lo ripeto, il Comune ne ha usufruito, nel caso dei settanta senza contratto, pagando per tutti e settanta soltanto 16 mila euro di assicurazione. Mentre per quelli con il contratto, gli altri settanta, negli ultimi anni ha pagato soltanto il 10% di quanto percepiscono e cioè meno di 100 mila euro.

Facendo un po’ i conti, con poco più di 100 mila euro l’anno il Comune ha usufruito di 140 persone che hanno assicurato svariati servizi, negli uffici, all’Asilo Nido, al Teatro, al Castello, per la manutenzione del verde pubblico e la manutenzione degli edifici pubblici, comprese le scuole, asili, scuole elementari e scuola media, per la segnaletica stradale e nei servizi sociali.

Se questo significa fare un danno al Comune! Sfido chiunque ad assicurare, pressoché a costo zero tutti questi servizi, senza che il cittadino Racalmutese ci mette un centesimo!

Adesso invece si vogliono esternalizzare tali servizi, si vogliono cedere cioè a delle ditte private. Ed allora sì che tutto quanto costerà qualche milione di euro per assicurarli. E tale costo ricadrà, interamente, sui cittadini di Racalmuto. Come se non bastassero già l’IMU (Imposta Municipale sugli Immobili), più che raddoppiata o l’addizionale comunale IRPEF, addirittura quadruplicata o la tassa sui rifiuti aumentata di oltre il 30%. O, ancora, i diritti di segreteria che oscillano dai 25 ai mille e passa euro, per un certificato.

Roba da folli! E tutto ciò è stato deliberato dalla Commissione inviata dal Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, dal Governo di Mario Monti.


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