Lombardo in bilico tra Crocetta e Miccichè

Tutto il Pd siciliano si ‘stringe’ intorno a Rosario Crocetta. Una scena ‘commovente’. Finalmente il Partito democratico ritrova le vere ‘ragioni’ dell’unità. Dopo aver governato quattro anni con Raffaele Lombardo, incasinando la Sicilia, saccheggiandola, e portando la Regione sull’orlo della bancarotta il Partito opta per una svolta ‘radicale’: l’accordo con i democristiani dell’Udc.

Insieme, i post comunisti del Pd e gli ex democristiani della Margherita e dell’Udc faranno ‘grandi cose’. Ci sarà una ‘nuova’ gestione della Sicilia. Cose che non abbiamo mai visto: precari, clientele, precari, clientele, precari, clientele, precari, clientele, precari, clientele…

Una ‘rivoluzione’, insomma. Alla quale, in questa fase, non si è ancora accodato l’Mpa di Raffaele Lombardo. Il quale, da buon trasformista, non sa ancora se restare con l’alleanza tardo-democristiana Pd-Udc (in fondo Lombardo un democristiano è…) o tornare nel centrodestra. Un uomo di grandi ‘ideali’, Lombardo con la sua autonomia del piffero.

Bisogna riconoscere a Lombardo che l’unica ‘bussola’ politica che ha utilizzato in questi quattro anni è stata la gestione del potere allo stato puro. Ma non il Governo. Non il governo della Sicilia. Non c’è branca dell’amministazione regionale che Lombardo e i suoi assessori ‘tecnici’ non abbiano ‘macinato’ e fatta a pezzi.

Anche gli uomini di Futuro e libertà, in queste ore, meditano di abbandonare la ‘nave’ sulla quale hanno ‘navigato’ in questi quattro anni. Non ci sarebbe da stupirsi se, tra qualche giorno – o tra qualche ora – li ritrovassimo centrodestra. Anche i seguaci siciliani di Fini sono uomini politici di ‘tenace concetto’: dove va il vento vanno loro. Basta che ci sia una tavola imbandita… Le idee, innanzitutto…

Certo che questa legislatura contrassegnata dalla presenza di Lombardo alla presidenza della Regione si sta concludendo  bene: in carica, fino a prova contraria, c’è un Governo dimissionario dove troviamo insieme il Pd, l’Mpa, Fli e varie ‘frattaglie’ che militano indifferentemente nel centrodestra, nel centrosinistra e al centro. Dove c’è ‘biada’, insomma.

Mentre il Governo è ancora in carica – e resterà in carica per l’ordinaria amministrazione fino all’insediamento del nuovo presidente della Regione e dei nuovi assessori – alcuni partiti che hanno fatto parte – e che fanno ancora parte del Governo dimissionario – passerebbero con le opposizioni. Con il possibile risultato di avere un Governo dimissionario composto per metà dai partiti del vecchio Governo e per metà da forze politiche che prima stavano nel Governo e che ora potrebbero stare con le opposizioni.

Insomma, un Governo a ‘mezzadria’ tra maggioranza e opposizione. Nemmeno negli anni del ‘Compromesso storico’ – che in Sicilia si chiamava ‘Solidarietà autonomista’ – tra Dc e Pci si è arrivati a un livello così basso.

Lombardo e in suoi ‘giannizzeri’ dell’Mpa non potevano uscire di scena in una maniera più degradante. La politica, con lui al Governo della Regione, è diventata una barzelletta. L’apparato amministrativo è a pezzi. Le istituzioni autonomistiche, una pezza. L’economia siciliana è uno straccio. La dignità delle forze politiche sotto i piedi.

Solo qualche domanda all’onorevole Gianfranco Miccichè: se Lombardo e la sua armata Brancaleone dell’Mpa dovessero passare nel centrodestra – magari per sostenerlo nella corsa alla presidenza della Regione – come farà a spiegare ai suoi elettori – a quelli che vogliono votarlo – che si vuole costruire una Sicilia diversa dai bordelli politici e amministrativi combinati in questi anni da Lombardo e la sua banda? Non sarebbe più pagante costringere Lombardo a cercarsi un proprio candidato o a tornare con il Pd e l’Udc, con i quali, del resto, ha distrutto la Sicilia in questi quattro anni?  

Onorevole Miccichè dia retta a noi: i voti dell’Mpa sono avvelenati…     


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