Formazione: si può salvare l’Avviso 20?

Insediato il Comitato di indirizzo e concertazione presso l’assessorato regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale con lo scopo di promuovere, implementare e monitorare le iniziative nel settore della formazione. Lo aveva detto ed adesso è realtà. L’assessore regionale che si occupa di questo settore, Accursio Gallo, ha dato vita lo scorso 13 luglio alla concertazione con le parti sociali. Inizia una nuova fase politico-amministrativa che vedrà un gruppo di esperti supportare l’azione di controllo del governo regionale sull’attività del dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale.

Ormai è chiaro che qualcosa si è rotto, lo scontro tra Gallo e Albert sarà il preludio per un cambio al vertice del dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale? Lo verificheremo nei prossimi giorni. Intanto diverse sono le emergenze sotto il cocente sole di Sicilia.

Diversi saranno i temi che dovranno, a nostro avviso, affrontare i componenti del Comitato in una fase, peraltro, determinante per le sorti dell’Avviso 20. Un avviso martoriato, nato male e pieno di falle. ma è l’unico strumento messo in campo, indispensabile per il futuro di oltre 8 mila operatori della formazione professionale. Va quindi raddrizzato. E per farlo occorrerà mettere mano a parecchie cose.

Intanto va rimosso ogni ostacolo alla copertura finanziaria “in toto” dell’Avviso. L’idea di procedere alla copertura di ogni singolo decreto di finanziamento da sottoporre alla Corte dei Conti, non convince affatto. Oltre ai profili di disparità di trattamento tra enti, innescherebbe un percorso involutivo tra coloro che sarebbero da subito in grado di retribuire il proprio personale ed i tanti che verrebbero diluita nel tempo questa opportunità, con indubbie ripercussioni di ordine sociale.

Poi sarebbe a rischio la tenuta del sistema formativo e della qualità del servizio da erogare ai circa 40 mila allievi. Ma non è solo questo il problema. Per esempio, non si comprende la ragione per la quale nessun provvedimento è stato adottato per chiedere agli enti – utilmente inseriti nella graduatoria dell’Avviso 20 – di produrre l’elenco del proprio personale in esubero. Perché questi misteri? Avuto il finanziamento ciascun ente sa già quanto personale rimarrà senza lavoro. E allora perché non essere trasparenti fino in fondo?

E’ fondato il rischio che gli enti formativi furbacchioni aggirino le regole e, sfruttando la confusione che regna nel dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale, procedano a selvagge assunzioni. Tutto in barba ad ogni divieto imposto dal Governo Lombardo.

Peraltro, le assunzioni oltre il 31 dicembre 2008 sono già avvenute. Basti pensare che Albert ha confezionato un Avviso 20 che sposta la data al giugno 2011. Forse questo spostamento risponda a necessità di qualcuno o di qualche gruppo di interesse politico?

Adesso, con l’avvento dell’assessore Gallo, molta chiarezza potrà e dovrà farsi, per il bene dei lavoratori e per la centralità della “certezza del diritto”. E poi che ne sarà della tanto sbandierata premialità 2.6 dell’Avviso 20?

Ricordiamo che la stessa sancisce che prima di procedere a nuove assunzioni ciascun ente titolare di progetti formativi finanziati dovrà reperire il personale tra quello in esubero su base provinciale. Nulla dicevamo esiste in merito. Infatti, è lecito porsi domande, i lavoratori pongono mille interrogativi. Chi gestirà la procedura per la collocazione del personale in esubero? Il dipartimento Istruzione e Formazione professionale od i Servizi uffici provinciali del lavoro? Come mai ad un passo dall’avvio dell’Avviso 20 non è ancora emersa la necessità di predisporre un decreto interdipartimentale (dipartimento Istruzione e formazione Professionale e dipartimento Lavoro) che regolamenti l’accesso all’elenco ad esaurimento? Che ci siano dubbi di irregolarità’?

Ancora: l’elenco ad esaurimento di cui al Decreto Assessoriale n.5074 del 22 dicembre 2010 siamo sicuri che sia legittimo? Quale necessità ha spinto il duo Albert/Centorrino (Mario Centorrino, ex assessore regionale al ramo) a disattendere la previsione contenuta nell’art.14 della legge regionale 6 marzo 1976, n.24?

In tanti si sono organizzati per presentare ricorso avverso il predetto decreto. Si ingrossa sempre più il contenzioso con l’Amministrazione Attiva. E’ bene ricordare che i lavoratori della formazione professionale sono garantiti dall’art. 2 della legge regionale 1 settembre 1993, n.25. Infatti, gli operatori della formazione professionale iscritti all’Albo di cui all’art. 14 della lr 24/76, sono, lo ripetiamo, garantiti.

Infatti, per effetto dell’art-2 della lr 25/93 conservano il posto di lavoro a prescindere da un momentaneo esubero, in quanto soggetti che svolgono un servizio pubblico per conto della Regione siciliana. Proprio così, un pubblico servizio che consiste nell’erogazione della formazione professionale. Quindi è lecito affermare che ciò che ha caratterizzato la gestione della formazione professionale negli ultimi due anni sia la “confusione istituzionale” a tutti i livelli.

Che gli interessi siano storicamente forti nella formazione professionale di certo non siamo noi a scoprirlo. Sono tutti leciti? In tanti si sono interrogati e si interrogano su questi temi ma, come gli altri lanciati da questa testata giornalistica, difficilmente troveranno soddisfazione.

Garantire la massima trasparenza dell’azione amministrativa a sostegno di quanti operano nel settore della formazione professionale sarà la scommessa più grande dell’assessore Accursio Gallo in questo scorcio di legislatura. Ci riuscirà? I lavoratori ci sperano.

 

 


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