Lombardo, ovvero il disastro al potere

Gli ultimi colpi di coda del potere morente dell’attuale presidente della Regione siciliana sono lì a rappresentare il fallimento di una esperienza quinquennale di governo. Il governatorato di Raffaele Lombardo ha segnato numerosi record dei quali accenniamo solo ad alcuni.

Ha distrutto quel poco di economia produttiva che in Sicilia faticosamente negli anni si era riusciti a realizzare; ha realizzato l’elefantiasi dell’apparatro buroratico della Regione e degli enti locali, ‘stabilizzando’ eserciti di precari creati ad arte; ha scontentato l’apparatro dell’amministrazione regionale trasferendo competenze proprie dell’amministrazione alle società partecipate per l’esecuzione di lavori in house, senza che queste ne avessero le competenze e le professionalità; ha sperperato i soldi che l’Europa ci assegna per aiutarci ad uscire dalla soglia del sottosviluppo – ma solo quelli spendibili, quali quelli per la formazione professionale del Fondo sociale europeo e quelli per lo sviluppo delle aree rurali del Fondo per lo sviluppo rurale – perché i fondi per investimenti infrastrutturali o per la creazione di nuove attività produttive, specialmente nei settori tecnologicamente più innovativi, non c’è traccia; ha promosso a ceto di governo illustri sconosciuti che nella loro vita professionale mai si erano distinti per essere portatori di novità positive in episodi di sviluppo sociale e civile. Insomma, un disastro!

Negli ultimi tempi, cioè da quando i suoi amici di partito lo hanno mollato ed i suoi alleati di governo, a parole, gli hanno voltato le spalle, è stato preso dalla bulimia da nomine che è una patologia letale per qualsivoglia prospettiva politica lo stesso Lombardo avesse in animo di intraprendere in futuro. Infatti, nessuno mai avrebbe più voglia di avvicinarsi ad un personaggio politico che di politica non ne mastica quasi niente, ma vede questa esperienza come occasione di promozione di affari riservati agli amici e sodali ed all’occupazione di tutti gli spazi di potere con buona pace per la democrazia partercipata e solidale.

Forse soltanto due personaggi politici privi di qualunque spessore culturale potrebbero ancora sostenerlo in questa corsa all’arraffamento, perché ritengono l’uno, il senatore Giuseppe Lumia, di riciclarsi politicamente in Sicilia, atteso che in campo nazionale la sua avventura politica si concluderà con la fine della presente legislatura; l’altro, l’onorevole Antonello Cracolici, speranzoso che le clientele coltivate in questo periodo di collaborazione del gruppo assembleare del suo partito con il governo Lombardo possa portargli qualche consenso elettorale. Consenso che le recenti elezioni amministrative hanno dimostrato essere venuto meno, visto che il Partito democratico, a Palermo, ha fatto segnare il minimo storico, appena il 7,6 per cento dei voti.

L’onorevole Raffaele Lombardo, che pure dovrebbe conoscere la psicologia degli individui, specialmente di quelli che sono frequentatori dell’area del potere e da cui traggono le ragioni della loro esistenza, gli sono vicini finché da lui possono trarre vantaggi più o meno immediati, ma che col cambiare degli assetti di potere hanno la magica abilità di riciclarsi nello stesso tempo di un battito di ciglio.

Quindi a che cosa serve questa forsennata corsa alle nomine? L’onorevole Lombardo può stare certo che alle prossime elezioni gli orientamenti politici e di governo faranno segnare modifiche sostanziali ed i suoi nominati se ne faranno una ragione per cambiare orientamento ed i relativi riferimenti politici e conseguenti scelte comportamentali.

Allora, in conclusione. Onorevole Lombardo, anche Lei se ne faccia una ragione, il suo tempo è finito, lasci stare le nomine e pensi a fare bene prosperare la sua azienda agricola.


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