La Sicilia come metodica impostura

dall’ex Sindaco di Racalmuto
Salvatore Petrotto
riceviamo e volentieri pubblichiamo

Aspettando Godot, tento di riavermi nella Terra dell’IMPOSTURA, in un’Italia in cui i presidi del REGIME si guardano bene dall’andare a fondo, quando si tratta di scalfire gli interessi dei potenti.

Ma in questi giorni mi ha particolarmente colpito una stranissima intervista del giornalista e scrittore , Gaetano Savatteri, tratta dal libro E TI VENGO A CERCARE, pubblicato dall’editore Einaudi .

Intervista riesumata dal periodico MALGRADO TUTTO web, diretto da Egidio Terrana.

Si tratta di un colloquio impossibile con il protagonista del giallo di Leonardo Sciascia, IL GIORNO DELLA CIVETTA, il capomafia don Mariano Arena e Gaetano Savatteri.

Vuoi o non vuoi, la cornice è sempre Racalmuto, Comune recentemente sciolto per mafia, in pompa magna, con tanto di Ministro dell’Interno accompagnato dai vertici di Confindustria Sicilia, con in testa il ras delle discariche, Giuseppe Catanzaro.

Il mese scorso, sempre tra le pagine web di MALGRADO TUTTO e non solo, proprio il Catanzaro è stato accusato pesantemente dall’imprenditore Moncada, a capo dell’omonima azienda siciliana, leader in Italia nella produzione di energia da fonti rinnovabili.

Le invettive di Moncada si riferivano alla pacchiana strumentalizzare della lotta antimafia, tesa quasi sempre ad eliminare degli scomodi avversari e fare affari poco puliti con i rifiuti. Cose tra l’altro ampiamente denunciate alla Procura della Repubblica di Agrigento. Ed il Catanzaro non disdegna di manifestare pubblicamente, con continue interviste e puntuali sostegni, la sua vicinanza alle Forze dell’Ordine ed alla Magistratura, dopo che alcuni anni fa fu indotto dal Moncada a denunciare degli estorsori.

E fin qui, niente di male, anzi! Il problema è semmai un altro. Stando a quanto sostiene Moncada, ma del resto lo sosteneva anche Leonardo Sciascia, una nuova razza di persone negli ultimi anni ha preso il sopravvento, anche e soprattutto tra gli imprenditori siciliani. Si tratta di soggetti notevolmente scaltri ed i cui vertiginosi giri di affare meritano una seria attenzione da parte delle Autorità Giudiziarie.

Chi sono i novelli professionisti dell’antimafia? Il Moncada si riferisce a Catanzaro Giuseppe, vice presidente di Confindustria Sicilia ed i suoi referenti politici, quali il senatore Beppe Lumia e l’assessore regionale alle attività produttive, Marco Venturi.

Cose risapute, mi direte. Ma oggi, tornare su questo argomento, per motivi anche più squisitamente letterari, ci riempie lo spirito! A qualcuno l’antimafia di professione gli riempie illegalmente le tasche!

Ritengo che il suggestivo riesame di un giallo, IL GIORNO DELLA CIVETTA, ancora tutto da riscrivere, a Racalmuto fa impressione. Anche perché, Gaetano Savatteri è di Racalmuto, Leonardo Sciascia era di Racalmuto.

E le presunte infiltrazioni mafiose nel paese di Sciascia? Tutta roba da non crederci! La Prefettura di Agrigento ha, infatti, da sempre autorizzato, con tanto di certificazione antimafia, due piccole ditte artigiane. Poi, l’attuale Prefetto ha, ritengo maldestramente, giocato a scaricabarile, sostenendo che qualche migliaio di euro di lavori e servizi, effettuati da due imprese autorizzate puntualmente ogni anno proprio dalla Prefettura di Agrigento erano sufficienti per sciogliere un Comune per infiltrazioni mafiose!

Il fanatismo antimafia, indotto dai poteri forti, cresciuti tra i rifiuti e l’acqua, ha prodotto questa terribile aberrazione, questa cocente impostura! Del resto, proprio il sottoscritto, nella qualità, oltre che di cittadino, anche di Sindaco che non ce la faceva più a sopportare lo schifo dei rifiuti e dell’acqua privatizzata, aveva denunciato, un anno e mezzo prima dello scioglimento per mafia del Comune, alla Procura della Repubblica di Agrigento, alcune palesi illegalità.

La mia denuncia penale riguarda degli affidamenti diretti, senza gara, di oltre trecentomilioni di euro per dei costosissimi e pessimi servizi, nel settore dei rifiuti ed un contratto illegale per trent’anni, relativo alla gestione dei servizi idrici, nell’intera provincia di Agrigento.

Quest’ultimo è un altro un affare per niente chiaro, di qualche miliardo di euro, sponsorizzato dal Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, da suo fratello Angelo e da qualche altro personaggio più o meno politico.

Ma qualche professionista dell’antimafia si è messo di traverso e cerca di frenare queste complesse indagini, scaturite dalla mia denuncia. Si fa sovente intervistare alla presenza dei vertici della Procura della Repubblica di Agrigento. Mi riferisco al super protetto, vice-presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro.

Ma rientriamo dentro la metafora del GIORNO DELLA CIVETTA, parola di don Mariano Arena: “Quell’imprenditore si è messo al sicuro, la televisione lo intervistava, aveva la scorta dei carabinieri, lo invitavano nei convegni, andava a braccetto con i magistrati, di notte addirittura la polizia gli sorvegliava il cantiere. Nessuna indagine, nessun controllo, poteva fare tutto ciò che voleva. Meglio di così! Mafiosi come quell’imprenditore, in Sicilia, pochi ce ne sono, ma è bastata la parola magica: antimafia. Adesso dorme tranquillo”.

Gaetano Savatteri, quando nel 2011, pubblicò con l’editore EINAUDI, questa ed altre considerazioni, a proposito dell’annosa querelle sciasciana su I PROFESSIONISTI DELL’ANTIMAFIA, riteniamo che forse avrebbe voluto, ma non l’ha fatto, riferirsi più esplicitamente a quei suoi, come ama definirli, strani e nostrani personaggi della realtà siciliana.

Ma uscir fuor di metafora, in Sicilia, è pericoloso! E chi può dare torto a Gaetano Savatteri.

Se attacchi frontalmente i professionisti dell’antimafia degli affari, ti fanno fuori: o con la lupara o con la calunnia! Ne so qualcosa io che aspetto ancora Godot, mentre continuo a parlare di corda in casa dell’impiccato!

Foto di prima pagina tratta daprimomarzotrieste.blogspot.com

Foto in alto a sinistra tratta da arifidenza.it

Foto di Leonardo Sciascia tratta da enzorega.blogspot.com 

 


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