Amia, niente fallimento. Per ora

Niente fallimento per l’Amia. Almeno per ora. Questo – a meno di colpi di scena – dovrebbe essere l’orientamento della Sezione Fallimentare del Tribunale di Palermo, che questa mattina ha esaminato il ‘caso’, piuttosto ‘spinoso’ dell’Azienda municipalizzata del capoluogo siciliano – oggi spa – che è da tempo a rischio default.

La questione è stata affrontata stamattina nel corso di un’udienza. Il Tribunale avrebbe preso tempo.

Stand a indiscrezioni, sarebbe arrivata una nota del Governo nazionale. Nella quale sarebbe stato chiesto un approfondimento sulla relazione dei liquidatori della società. Con ulteriori verifiche circa la posizione del Comune di Palermo.

Il riferimento, ovviamente, non è all’attuale amministrazione comunale retta da Leoluca Orlando, che ha ereditato una condizione di disastro dalla precedente amministrazione di Diego Cammarata.

L’Amia era un’Azienda che non funzionava male. Prima della stagione delle ‘stabilizzazioni’ dei precari. Quando, grazie a una legge regionale, la passata amministrazione ha infarcito questa Azienda di personale ‘stabilizzato’. Questo ha fatto saltare i conti.

Cammarata è stato abile. Perché ha sempre tenuto separati i conti del Comune da quelli delle società partecipate dello stesso Comune. Così il deficit era a carico delle società e non del Comune. Anche se a pagare – soprattutto a partire dal 2010  – era sempre il Comune con i soldi che arrivavano dal Governo Berlusconi. Risorse che il Comune stornava, di fatto, per il pagamento dei dipendenti delle società collegate.

Quando è andato via il Governo Berlusconi e a Palazzo Chigi è arrivato Monti, Cammarata si è dimesso. Perché il nuovo Governo non gli dava i soldi extra per pagare i precari ‘stabilizzati’ nelle società partecipate dallo stesso Comune.

La patata bollente è passata prima nella mani del commissario straordinario del Comune, Prefetto Silvia Latella. Poi in quelle del nuovo Sindaco, Orlando.

Per la cronaca, proprio ieri il vecchio Consiglio comunale di Palermo ancora in carica ha stanziato 121 milioni di euro per Amia. Somma cospicua che dovrebbe essere confermata al’atto dell’approvazione del bilancio.

Soldi che non basteranno per fronteggiare i debiti pregressi.

Ora la parola è tornata al Tribunale fallimentare. Che, come già accennato, ha preso tempo.


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