Fns: “Serve una banca siciliana”

Gli indipendentisti del Fronte nazionale siciliano insistono: “IN QUESTO PERIODO DI CRISI GALOPPANTE, OCCORRE UNA BANCA SICILIANA, A SOSTEGNO ED AL SERVIZIO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DELLA SICILIA E CAPACE DI RISPONDERE ANCHE AI BISOGNI ED ALLE ESIGENZE DELLE FAMIGLIE”.

Ecco perché: “Come ebbe a dichiarare, alcuni anni or sono, il ministro, Giulio TREMONTI, il MEZZOGIORNO d’ITALIA è l’unica “MEGA-REGIONE” EUROPEA, di grandi dimensioni, a NON DISPORRE di una grande BANCA, al servizio della propria ECONOMIA e del proprio SVILUPPO”.
Ed è, in realtà, facilmente constatabile il fatto che tutte, o quasi, le grandi BANCHE del MERIDIONE d’ITALIA e della SICILIA siano scomparse, fagocitate dai grossi Gruppi bancari “continentali”, soprattutto italiani, europei e talvolta ASIATICI o AMERICANI.
Senza, peraltro, escludere rapporti ed intese con gli immancabili gruppi CINESI (per ora il vento soffia in poppa all’ESPANSIONISMO, – anche finanziario, – CINESE), che meritano una citazione a parte.

Abbiamo assistito, così, ad uno STRANGOLAMENTO “razionale” e NON CASUALE dell’economia siciliana. Abbiamo, ovviamente, assistito anche al massiccio e programmato ARRETRAMENTO dell’antico e glorioso BANCO DI SICILIA, prima, e poi alla sua “SCOMPARSA DALLA SCENA”. In quest’ultimo caso, la vicenda è descritta con precisione in due distinti articoli, rispettivamente di Carlo DOMINICI e di Giulio AMBROSETTI, apparsi sulla Rivista “EUROMEDITERRANEO”, edita dalla Fondazione FEDERICO II, nel mese di Marzo 2003. Due articoli molto interessanti, che però non sarebbero stati letti dal grosso pubblico, in quanto quel numero della Rivista non sarebbe mai arrivato alle edicole. (vedi “informazione” pubblicata da Gandolfo DOMINICI su FACEBOOK, il giorno 28 dicembre 2010 alle ore 23,51: https://www.facebook.com/notes/gandolfo-dominici/il-banco-di-sicilia-scippato-due-articoli-mai-arrivati-nelle-edicole-causa-censu/177865018900528.
Non è questa, tuttavia, la sede per approfondire una problematica così delicata e, nello stesso tempo, di grandi dimensioni, sotto ogni punto di vista. Torneremo sull’argomento.

Di fronte all’attuale crisi, di fronte alla mancanza di una strategia siciliana per l’economia siciliana, l’FNS ritiene che la prassi in vigore della RESA INCONDIZIONATA e dell’ASSERVIMENTO a quelle che sono le manovre dei POTERI FORTI, “adottata”,
in un modo o nell’altro e quasi totalmente, dai Partiti dominanti in Sicilia e “PRATICATA” ovunque e comunque anche nelle Istituzioni (si pensi all’ARS e al Governo della Regione Siciliana), altro non sia, in sostanza, che la prova di una POLITICA ANTISICILIANA, ostile e disastrosa per gli interessi e per i diritti fondamentali del Popolo Siciliano, della Nazione Siciliana. E per l’esistenza stessa della SICILIA. Occorre, pertanto, una svolta decisiva, una vera e propria RIVOLUZIONE POLITICO-CILTURALE SICILIANA e SICILIANISTA.
In questo “quadro” va riproposta con forza la istituzione di una BANCA SICILIANA al servizio della SICILIA. Dobbiamo, cioè, svolgere, innanzitutto, un’azione radicale che coinvolga l’imprenditoria sana, le forze sociali, le forze politiche e tutto il Popolo Siciliano,. In una grande iniziativa per ricostituire, in tempi brevi, un grande Istituto di Credito che cammini con le proprie gambe, che sappia stare sul Mercato e che sia al servizio dell’Economia siciliana. E che, soprattutto, tenga fuori della porta i mafiosi, i parassiti, i traditori della Sicilia, i “LOTTIZZATI” ed i fannulloni. E – attenzione – dobbiamo escludere a priori i “contentini” e le solite “mezze misure” che in realtà tendono a NON FARE raggiungere l’OBIETTIVO PRINCIPALE.

Un’ultima precisazione: ci teniamo a far presente che, anche in questo caso, noi Indipendentisti FNS ci preoccupiamo di distinguere la “QUESTIONE SICILIANA” da quella che è la “QUESTIONE MERIDIONALE”.
Ma lo facciamo con spirito di solidarietà e di fratellanza. Sappiamo bene, infatti, che i nostri fratelli meridionali (ed in particolare quelli appartenenti alla NAPOLITANIA, alla parte continentale, cioè, dell’EX STATO DELLE DUE SCILIE), hanno condiviso e condividono con noi Siciliani la turpe CONDANNA ad essere, dal 1860, COLONIZZATI e DENAZIONALIZZATI e posti AL SERVIZIO DELL’IMPERIALISMO INTERNO DELLE REGIONI SETTENTRIONALI e dei loro interessi”

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