Cittadino ordinario/ Pio La Torre, prima solo il buio…

Alcune sere fa un gruppo di entusiasti avvocati ha portato in scena (in latino) il processo a Verre. Alla fine della rappresentazione mi è sorta per la prima volta una domanda: “Ma Verre era colpevole?”. Non lo sapremo mai, anche e soprattutto perché gli fu impedito di difendersi.

Una volta, un grande giornalista, a me che gli contestavo la sua affermazione secondo cui “Buscetta doveva essere apprezzato quanto meno perché, a causa del suo pentimento, gli erano stati uccisi i figli”, ricordandogli che i figli al Buscetta erano stati uccisi prima del suo pentimento ed in parte ne erano stati la causa, rispose che alla sua veneranda età “ormai non era più sicuro che i Romani fossero esistiti”.

Non mi sono mai fatto illusioni sul fatto che la storia venga scritta dai vincitori e dai sopravvissuti, che necessariamente la devono adattare ai loro interessi, non sempre confessabili. Ma vedere ieri sera un servizio, per altri aspetti interessante e ricco di alcune (non tutte) validissime testimonianze, sulla vicenda di Pio La Torre, mi ha turbato per alcune, forse giustificabili, inesattezze ma soprattutto perché nulla, non una parola, non un cenno è stato fatto alle vicende accadute tra il 6 gennaio 1980 ed il 30 aprile 1982.

L’omissione non è irrilevante. Travisa tutta la storia e la rende meno utile per la progettazione del futuro.

 


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